Così come il nonno Rick Sanchez è una parodia di Doc Brown di Ritorno al futuro, Morty Smith – l’altro protagonista della serie animata trasmessa da Netflix Rick and Morty – prende spunto da Marty McFly. Il ragazzino, quattordicenne, frequenta la Harry Herpson High School, è un personaggio divertente che in coppia con il nonno dà vita a delle gag esilaranti. La differenza tra i due è netta ed emerge in molti momenti. Se lo scienziato è una persona saccente e che odia il mondo intero, Morty Smith è molto più introverso.
Il classico adolescente ansioso e privo di sicurezza. Molto impressionabile, soprattutto quando si tratta di ciò che il nonno gli mostra degli altri universi, soffre di stress post-traumatico causato proprio dalle avventure insieme a Rick. Il quattordicenne ha delle capacità evidente: nonostante sia considerato spesso poco intelligente dal nonno o da altri, è una persona molto empatica che ci sa fare con i sentimenti. Questo salverà lui e Rick in molte delle loro disavventure.
Detta così, sembra si sia delineato un personaggio, quello di Morty Smith, piuttosto stereotipato, ma la realtà è molto diversa.
L’elemento parodico, infatti, poggia su luoghi comuni per poi schiudersi nelle unicità di un personaggio dai tratti peculiari, persino uniche. Il rapporto col nonno è sui generis, spesso indecifrabile, non privo di tossicità. E il suo carattere si evolve parecchio nel corso della serie, rinunciando alla continuità normalmente perseguita da serie animate dallo stampo comedy: Morty Smith, invece, cambia, si evolve e acquisisce una notevole esperienza grazie ai folli viaggi col nonno, trovando così maggiore consapevolezza di sé e maggiore sicurezza.
Se da un lato se ne salvaguardano le caratteristiche di base, dall’altra è evidente la volontà di progredire in un’orizzontalità piuttosto inedita, dando al personaggio dimensioni particolari a seconda del contesto e delle situazioni. Con un nonno così, d’altronde, era inevitabile.