Sorella di Mike, fidanzata di Steve, Nancy Wheeler è un’adolescente come tante altre: carina, diligente, amata.
I guai cominciano quando, in circostanze piuttosto sospette, sparisce Barbara, la sua migliore amica. Nancy Wheeler è sconvolta, ma cerca la verità fino allo stremo. Il suo rapporto con Jonathan è uno dei più intensi della serie tv: una storia d’amore vera (pure fuori dallo schermo), portata in tv con una semplicità realistica che ha saputo conquistare nel tempo i favori del pubblico con grande essenzialità.
Stranger Things è così capace di valorizzare i personaggi secondari. Secondari, ma capaci nel tempo di assumere una centralità insospettabile. Partendo da stereotipi bidimensionali, tipici di innumerevoli film e serie tv del periodo, costruire nel tempo una tridimensionalità che valorizza tutti. E li porta nel tempo verso direzioni inedite. Soprattutto se incombe alle porte una minaccia più grande di quanto dovrebbe essere sostenuto da un gruppo di teenager. Tutti, inclusa Nancy Wheeler. Calatasi nella parte difficile con sorprendente credibilità e notevole senso d’adattamento.