Offred, il cui vero nome è June Osborne, è l’ancella protagonista di The Handmaid’s Tale.
Interpretata meravigliosamente da una delle migliori Elisabeth Moss mai viste, June Osborne è uno di quei personaggi generazionali che lasciano un segno profondo all’interno della società. The Handmaid’s Tale è, d’altronde, una serie tv che attraverso la chiave della distopia ha offerto un’inquietante chiave di lettura dei rischi che stiamo correndo nel mondo di oggi. June Osborne è, in tal senso, un manifesto programmatico di tutto quello che la serie tv (e prima, ovviamente, il romanzo di Margaret Atwood) intende esprimere e raccontare.
Ma chi è, davvero, June Osborne? Ricostruiamo brevemente la sua vicenda nelle sei stagioni di The Handmaid’s Tale.
Prima dell’avvento della Repubblica di Gilead era June, donna di 33 anni sposata con Luke Bankole e madre di Hannah. Lavorava come editor di testi in una libreria e aveva una migliore amica, Moira. In seguito al drastico calo del tasso di fertilità e alla guerra civile sfociata nella Repubblica di Gilead, June viene catturata, in quanto una delle poche donne fertili, e portata al Centro Rosso. Nel corso delle stagioni, ripercorriamo le drammatiche fasi che hanno portato al suo arresto e all’intensa separazione dalla sua famiglia. Intrappolata a Gilead, diviene ufficialmente un’ancella, destinata a vivere solo in funzione della procreazione e di una radicale vita ossequiosa alla fede. Qui incontra Zia Lydia, una donna con la quale vivrà alcuni tra i momenti più significativi della serie.
June Osborne viene poi affidata ai coniugi Waterford, Fred e Serena, allo scopo di concepire i loro figli. Come da prassi, prende il nome di Offred (of + Fred, ovvero il nome dell’uomo che la possiede) a rimarcare la sua proprietà. Da lì in avanti June cercherà di sopravvivere nella speranza di ricongiungersi a sua figlia. Non sarà mai semplice, affatto. June Osborne, donna forte e carismatica, innesca un rapporto conflittuale con Serena, la donna che più di ogni altra diventerà per lei la figura più ambigua del contesto distopico. Ma non solo: Fred si invaghisce di lei e June cerca di circuirlo mettendo in mostra un fascino che sfugge fortemente alle tossiche logiche patriarcali di Gilead.
June lo detesta con tutta se stessa, mentre lui prova sentimenti più contrastanti nei suoi confronti.
Più puri i sentimenti provati per Nick Blaine, inizialmente autista e guardia personale dei Waterford. L’uomo, colpito da subito da June, entra in una relazione clandestina con lei. Quando i Waterford lo scoprono, Serena impone ai due di concepire insieme un figlio per poi consegnarlo alla coppia. Arriverà così Nichole, portando June a vivere momenti molto difficili nel momento in cui si deve allontanare da lei.
Parallelamente, June entra nelle dinamiche più oscure di Gilead, scopre l’esistenza di una Rete di ancelle e altre figure che lavorano per sabotare i terribili piani del regime teocratico e cercano di distruggerlo dall’interno. Ci riusciranno, per certi versi. Con una conseguenza su tutte: si riesce, attraverso il loro operato, a far fuggire gruppi importanti di ancelle e non solo verso il Canada. Dopo una certa riluttanza e alcuni colpi di scena scioccanti, anche June Osborne lascerà Gilead e arriverà in Canada.
Qui ritroverà suo marito, mentre Hannah è ancora intrappolata a Gilead, dove viene cresciuta per divenire una moglie. June ritrova la libertà, ma la sua avventura non si conclude qui. Pur dopo aver ottenuto una spettacolare vendetta personale nei confronti di Fred Waterford, il fatto che Hannah sia ancora a Gilead le impedisce di ritrovare la serenità. Continuerà a lavorare dall’estero per distruggere Gilead, ritrovandosi spesso a dover interagire con Serena Waterford attraverso modalità del tutto imprevedibili. Cosa le riserverà il futuro? Si scoprirà solo nel finale di The Handmaid’s Tale.