Le convenzioni non fanno per lui: Jimmy McGill è un uomo pragmatico e unico, alla ricerca di una rivincita nei confronti di una vita che l’ha sempre etichettato come “perdente”. Ma Jimmy non è solo il malinconico Jimmy. È, soprattutto, l’eccentrico Saul. Saul Goodman.
Un avvocato dalla moralità discutibile, ma di sicura affidabilità. Conviene chiamare sempre Saul Goodman, non ci sono dubbi. La sua storia, lunga e avventurosa, si sviluppa nell’arco di diversi decenni. Attraverso Breaking Bad e Better Call Saul, percorriamo la sua complessa parabola senza privarci mai di alcun dettaglio. Fin dall’infanzia, caratterizzata da una tendenza al vizio. E alla corruzione del suo animo che mal si sposava coi dettami di una famiglia umile. Nonché di un padre che aveva fatto dell’onestà il cardine della sua intera esistenza. Negoziante dalle poche ambizioni, era l’agnello sacrificale ideale per costruire la personalità del piccolo Jimmy. Portato sulla strada sbagliata dai numerosi lupi incontrati fin dall’inizio. Ma la sua pietra angolare, il perno intorno al quale si costruisce la sua deriva, sarà sempre il fratello Chuck McGill.
Fautore inconsapevole del futuro Saul Goodman, è l’unico uomo che ha sempre guardato negli occhi Jimmy per l’uomo che era, pur sminuendolo oltremisura.
Il rapporto di amore e odio col fratello, un avvocato d’altissimo profilo che Jimmy cercherà sempre di eguagliare (a modo suo, almeno) fa emergere quanto di buono e di terribile ci sia nel suo spirito. Se da un lato Jimmy è un fratello presente e amorevole nel momento in cui Chuck affronta importanti problemi di sanità mentale che lo porteranno a chiudersi dentro casa per anni, dall’altra il costante giudizio altezzoso del fratello porta Jimmy ad abbracciare sempre più il suo lato oscuro. Allo stesso tempo, Jimmy è un avvocato talentuoso, pur non avendo alle spalle un’importante carriera accademica. Non mancano mai le opportunità per definire una carriera al di sopra delle aspettative iniziali. Jimmy, però, non si piegherà mai alle logiche di un sistema che circoscrive le peculiarità a fastidiose bizzarrie da arginare.
Tutto ciò genera un corto circuito nel quale il futuro Saul Goodman farà terra bruciata intorno a sé.
Sostenuto dall’amata Kim Wexler, l’unica donna che saprà mai accettarlo nei difetti quanto nei pregi, Jimmy scivola più e più volte, arrivando addirittura alla revoca della licenza dopo un errore imperdonabile che vede coinvolto (manco a dirlo) il solito Chuck. Saul Goodman cadrà in piedi, come sempre. E da lì in poi la deriva si accentua. Dopo la tragica morte del fratello, in particolare, Saul Goodman diviene sempre più tale, pur mantenendo sempre un equilibrio morale precario difficilmente preventivabile dopo aver assistito agli eventi futuri di Breaking Bad.
La sua avventura, caratterizzata anche dalle pericolose connessioni dirette con Gus Fring e, soprattutto, con i terribili Salamanca, si spinge così oltre i confini della sua identità primaria.
Successivamente, una volta costruita la sua fortuna grazie ai soliti metodi truffaldini che lo caratterizzano e che non vuole più mettere da parte, arriva l’incontro con Walter White. Lo porterà in pochi anni a una rovinosa caduta. Gli ultimi anni, vissuti in esilio a Omaha sotto falsa identità, lo porteranno a riscoprirsi ancora uguale a se stesso dopo un iniziale periodo di assestamento. È l’ultimo atto di Saul Goodman e dell’opaco Gene Takovic. Ma il candido Jimmy, apparentemente sepolto, non è mai davvero scomparso. Una serie di drammatici eventi lo porteranno allora a pagare le gravi conseguenze delle sue gravi azioni. E trasformano ancora il personaggio, portandolo alla sua forma finale. Privato d’ogni bene e persino della libertà, Jimmy riscopre l’essenzialità della sua esistenza. La bussola ha cambiato direzione, stavolta per sempre. Resta solo il tempo dell’ultima sigaretta con Kim.