La rivisitazione moderna della memoria conandoliana, riuscitissima: i grandi personaggi vivono in eterno e sono cangianti, almeno in superficie. Si è creato una professione: consulente investigativo. Con l’aiuto dell’amico John Watson, Sherlock Holmes spesso aiuta Scotland Yard a risolvere casi molto complessi, altre volte i clienti si rivolgono direttamente a lui.
Più le situazioni sono complicate e bizzarre, più Sherlock Holmes si diverte.
La noia è la sua peggior nemica. L’arte che più di tutte esercita è quella della deduzione: fine osservatore, paziente pensatore, Sherlock sa riconoscere i segni che caratterizzano la vita degli avventori, fino a comprenderne i segreti più reconditi. Fa ingente uso di nicotina per rimanere concentrato, suona il violino per rilassarsi, è abile nelle arti marziali, grande conoscitore della chimica, molte informazioni sono perfettamente immagazzinate nel suo “palazzo della memoria”. La terza persona più intelligente al mondo, subito dopo i suoi stessi fratelli. Sociopatico. Misantropo. Estraneo a molte dinamiche naturali dei rapporti umani. Insomma, Sherlock Holmes. Elementare.
Il personaggio è tra i più iconici nella storia della letteratura contemporanea. Al punto da essere per moltissimi versi un vero e proprio archetipo. Tanti i tentativi (vani) d’imitazione. Tanti i tentativi, riusciti, di emularlo attraverso rivisitazioni creative. Notevoli, oltretutto, le ispirazioni. Ispirazioni più o meno dirette e sfumate, come nel caso del celebre Dr. House dell’omonima serie tv medical di alcuni anni fa.
Niente di sorprendente, allora, se in ambito cinematografico e seriale si è più volte replicato in opere molto diversificate.
Remake e non solo: adattamenti sui generis. Spin-off creativi che hanno coinvolto altri membri della sua variegata famiglia. E poi Sherlock, soprattutto Sherlock. Qui Sherlock Holmes è rivissuto ai nostri giorni, combinando con grande abilità i dettami classici e canonici del personaggio con un eclettismo che l’ha trasportato ai nostri giorni con immutata credibilità.
Stavolta il protagonista è uno, su tutti: Benedict Cumberbatch. L’attore britannico, coadiuvato dallo splendido Watson di Martin Freeman, usufruisce delle grandi penne di Mark Gatiss e Steven Moffat per dare vita a una variante moderna dal forte sapore britannico. Capace di essere profeta in patria e di conquistare le platee di mezzo mondo. Tanti i riconoscimenti. Tanti i rimpianti per quel che avremmo potuto vedere in seguito e non abbiamo ancora visto. La serie, in onda dal 2010 al 2017, è ormai ferma da tempo e chissà se tornerà mai. Ma Sherlock Holmes continua a correre, ovunque.
Risolve ancora casi impossibili ed è stato coadiuvato pure da una Watson in versione femminile, come nel caso di Elementary. Altro adattamento riuscito.
Come riuscito è l’adattamento cinematografico di Guy Ritchie, dove il personaggio è stato invece interpretato da un altro attorone del panorama globale, Robert Downey Jr.
Lo scrittore Carlo Lucarelli disse di lui, una volta. “E magari, a fumare la sua pipa su una sdraio, in disparte, c’è pure Sherlock Holmes, che per i suoi più appassionati lettori non è un personaggio letterario ma è esistito veramente alla fine dell’Ottocento ed è ancora vivo, perché ha scoperto una specie di siero dell’immortalità”. Già, è proprio vero. Un personaggio così, sopravvissuto alla sua stessa morte e vissuto ben oltre i confini della fantasia di uno scrittore brillante, è entrato a far parte indelebilmente del nostro mondo. E a questo punto non ne uscirà mai più. Elementare, no? No, se l’obiettivo in ballo è diventare l’essenza stessa del giallo, dando vita a un immaginario globale semplicemente straordinario.