Stewart Gilligan Griffin, ma da tutti chiamato Stewie, è in assoluto uno dei personaggi più riusciti e riconoscibili della storia delle sit-com animate animate. È il figlio più piccolo di Peter e Lois, resta fermo sempre più o meno all’infanzia: parla ma viene capito soltanto dal cane Brian. Violento, blasfemo, irriverente, guerrafondaio, non perde occasione per confessare a Brian (e quindi a noi) tutto il suo disprezzo per il mondo. A cominciare dalla madre, rea di avergli tolto, senza accorgersene, una delle sue prime armi. Passando a Meg, di cui ogni volta sottolinea la bruttezza. Per finire, il suo continuo rifiuto di tutte le convenzioni e la sua tendenza iconoclasta gli premettono di colpire qualunque simbolo ben riconoscibile nella società.
Questo avviene soprattutto perché nella serie sono numerosissimi i flashback che riguardano Stewie. Con questo espediente, il personaggio ha nei fatti vissuto moltissime vite, dandosi ai mestieri più diversi, nonostante sia un bimbo.
Spesso e volentieri durante la puntata dei Griffin si intrecciano due trame, quella derivata dai disastri di Peter e quella legata alle ambizioni di Stewie, prima tra tutti, quella di uccidere sua madre, con cui però nei fatti ha un rapporto ambivalente. Stewart Gilligan Griffin e Brian, nei fatti, formano una coppia vincente, più volte staccata dal resto dello show e degna di uno spin-off.
Il personaggio di Stewart Gilligan Griffin finisce per ribaltare satiricamente ogni prospettiva canonica sulle sit-com familiari a cui siamo abituati: normalmente, infatti, il bambino della famiglia rappresenta l’anima candida, il personaggio puro che offre una visione incantata delle dinamiche comiche attuate. Stewie, invece, è tutto il contrario: mostra costantemente disillusione e tratti sociopatici che danno vita a situazioni grottesche e surreali nelle quali spicca per una visione del mondo a tratti nichilista, seppure non priva di momenti in cui il bimbo si comporta, semplicemente… da bimbo.