ATTENZIONE: proseguendo nella lettura potreste imbattervi in spoiler su Petra.
C’è mancato davvero un pelo che C’è ancora domani, opera prima di Paola Cortellesi, non venisse scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar, assegnati il prossimo 10 marzo 2024. La commissione che si occupa di scegliere quale film rappresenterà il nostro paese ai più prestigiosi premi cinematografici mondiali ha dovuto scegliere tra dodici film in lizza optando alla fine per io capitano, di Matteo Garrone.
L’attrice, regista, sceneggiatrice, comica e imitatrice italiana si è dovuta accontentare (si fa per dire, e per il momento) del Nastro d’Argento come miglior film, ma non del David di Donatello per la regia. Del Biglietto d’oro come film campione d’incassi del 2023 nonché del nono posto nella classifica dei film col maggiore incasso di sempre nel nostro paese. E non è ancora finita. Il film, infatti, ha fatto il suo esordio, a fine gennaio, a Parigi ottenendo un successo strepitoso. Peraltro meritatissimo.
Così, l’attrice romana anziché andare a Los Angeles si trasferirà nuovamente in Liguria, a Genova e dintorni, per girare la terza stagione di Petra, la serie tv crime targata Sky Original tratta dai romanzi della celebre scrittrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett (1951).
Dopo la seconda stagione, anche per questa terza i vertici di Sky Italia hanno confermato il cast tecnico e, almeno nei ruoli più importanti, quello artistico. Sotto la guida attenta della regista Maria Sole Tognazzi ritroveremo ovviamente, Paola Cortellesi nei panni dell’ispettrice di polizia Petra Delicato. A farle da spalla Andrea Pennacchi in quelli del suo vice Andrea Monti. Sono anche confermati Antonio Zavatteri come commissario della Squadra Mobile e Simone Liberati nei panni del giovane cuoco ex marito di Petra.
Della nuova stagione di Petra sappiamo davvero molto poco. Gli adattamenti televisivi dei quattro prossimi episodi sono ancora una volta curati da Furio Andreotti e Giulia Calenda.
Tra gli sceneggiatori si aggiunge in pianta stabile anche Paola Cortellesi. Da quali romanzi saranno tratti al momento non è dato saperlo. Lo scopriremo probabilmente nella primavera del 2025, periodo più probabile per l’uscita di questa nuova stagione.
Poche informazioni ma alcune certezze. Soprattutto una. Sia la protagonista che la regista hanno promesso il massimo impegno affinché il prodotto sia qualitativamente superiore a quanto già visto. In due diverse, separate, interviste, infatti, entrambe hanno sottolineato di sentire una grande responsabilità verso il pubblico. E per questo quasi in obbligo a dare oltre il meglio.
Certi che le due donne al timone di Petra sapranno mantenere le promesse non vediamo l’ora di vedere le prossime puntate. Perché se le prime otto puntate hanno deliziato il pubblico pagante, con premesse del genere le prossime saranno certamente superlative.
Dalla carta alla realtà
“Quando mi hanno proposto di interpretare Petra non conoscevo il personaggio. Ho divorato i libri della sua creatrice, uno dopo l’altro, innamorandomi pagina dopo pagina di questo personaggio così semplice e al tempo stesso complesso“. Riuscendo a regalare finalmente un volto e un fisico alla più famosa investigatrice letteraria della polizia spagnola.
“Nei miei libri ho sempre cercato di evitare di descrivere fisicamente Petra. Giusto qualche cenno affinché i lettori si facessero un’idea ma lasciando proprio a loro il compito di immaginarsela secondo i loro gusti personali“, ha raccontato la scrittrice in una intervista.
Come spesso accade nella realizzazione di una trasposizione, c’è sempre il rischio di andare contro i fan della carta stampata. La Petra di Paola Cortellesi, invece, ha messo tutti d’accordo: critica e pubblico.
Ovunque sia andata in onda, Spagna, Germania, Australia e Stati Uniti, l’interpretazione dell’attrice è stata elogiata ampiamente. Soprattutto sono state tessute le sue lodi per esser riuscita a “incarnare davvero lo spirito anticonformista del personaggio“. Ma Paola Cortellesi non ha soltanto il physique du rôle.
L’attrice romana ha affermato di aver lungamente studiato il personaggio. Un po’ per dovere, un po’ per piacere. La Petra letteraria, infatti, è una donna forte, indipendente, con una inconsueta capacità di non curarsi del giudizio altrui. Col suo sarcasmo pungente lascia sempre a bocca aperta i suoi superiori che un po’ la detestano, un po’ la amano. È carismatica, libera, e soprattutto sicura di sé. Così tanto da non aver bisogno di ostentarlo.
A Paola Cortellesi è piaciuta, subito, tantissimo. Addirittura l’ha persino invidiata. Proprio per queste caratteristiche così lontane dal suo modo di essere. “Siamo agli antipodi, ma mi piacerebbe esser come lei ogni tanto”, ha detto l’attrice in una intervista. E pur non somigliandole è riuscita a rimandare sullo schermo un personaggio meraviglioso, di quelli che o si amano o si detestano, senza via di mezzo.
Una grande interpretazione
Paola Cortellesi è semplicemente perfetta. Nelle lunghe scene silenziose durante le quali cammina per le strade di Genova, il suo sguardo e gli angoli della bocca leggermente piegati all’ingiù ci regalano qualcosa di unico, portentoso, intrigante. Quasi magico.
Non è mai semplice, per un attore, portare alla vita un personaggio letterario. Lei, invece, non soltanto supera brillantemente lo scoglio di questa grande sfida ma dona a Petra una presenza autentica, vibrante, quasi perfetta. La sua interpretazione restituisce allo spettatore una fusione splendida di intelligenza, forza, humor riuscendo magistralmente a catturare l’essenza del personaggio creato dalla scrittrice spagnola.
L’abilità straordinaria dell’attrice romana è trionfante nel comunicare emozioni attraverso il non verbale. Lo sguardo, la gestualità, il silenzio conferiscono profonda autenticità al personaggio. E quando parla, quando sentenzia, è così impattante da risultare respingente, per quella sua quasi totale mancanza di empatia.
Al tempo stesso, come quella letteraria, la Petra di Paola Cortellesi non è un personaggio inflessibile, scolpito nella roccia. Si interroga sulla sua vita e su quella di chi la circonda trovando risposte scomode alle quali riesce ad adattarsi, forse anche a cambiare, senza, però, mai tradire se stessa.
Una grande spalla
Petra Delicado, con la d di Domodossola, non sarebbe tale se accanto a lei non ci fosse Fermin Garzòn, il suo fido aiutante. Petra Delicato, con la t di Torino, non sarebbe tale se accanto a lei non ci fosse Antonio Monte, interpretato da Andrea Pennacchi.
Tra Petra e Antonio non è stato amore a prima vista. Lei non lo voleva preferendo lavorare da sola e lui, essendo sottoposto, l’ha dovuta subire. Puntata dopo puntata, però, tra i due nasce qualcosa. Non è amicizia e non è nemmeno il classico innamoramento. Per lo meno, non di quelli conosciuti al genere umano. Semmai, è stima, come quella di Pina Fantozzi. Con qualcosa in più che non ha nulla di fisico né sentimentale.
Tra i due personaggi l’intimità cresce puntata dopo puntata sfociando in un’intesa raramente vista in televisione. Sono un unico elemento che ragiona con due teste diverse. Una analitica e una più istintiva che, trovata la giusta quadra, fanno faville insieme.
Questa unione non è soltanto una finzione per le telecamere. Appare evidente che tra i due attori ci sia una intesa quasi ineguagliabile. Che va al di là della normale professionalità. Entrambi hanno speso parole d’elogio nei confronti del collega, come da rituale. Ma la chimica che c’è tra loro, palpabile anche durante le interviste, ha contribuito al successo della serie. Tra Petra e Antonio l’interazione è così ben congegnata da regalare alla serie un livello di realismo capace di coinvolgere in maniera profonda gli spettatori.
Un contorno speciale
Malinconica, imbronciata. Severa, persino oscura. Aggettivi del tutto adatti alla Petra televisiva. Aggettivi che calzano a pennello anche alla cornice che fa da sfondo alle avventure dell’ispettrice di polizia: Genova.
Il capoluogo ligure è perfetto per accompagnare le indagini televisive. Perché non si limita a fungere da cartolina, da sfondo, come accade nella maggior parte delle altre fiction. Ne è co-protagonista, nel bene e nel male, nel bello e nel brutto.
Dallo sfarzo dei grandi palazzi aristocratici dell’epoca marinara alla miseria degli agglomerati in calcestruzzo sulla collina, dall’eleganza dei luoghi più frequentati e moderni alla sciatteria di certi angoli nascosti e abbandonati.
In questo la regia di Maria Sole Tognazzi risulta più che vincente perché fa risaltare una città che, invece, sembra volersi nascondere, quasi temesse di esser scoperta e invasa. La regista ha saputo cogliere l’essenza di una metropoli affascinante, misteriosa, capace di reggere il paragone con Barcellona, dove sono ambientati i gialli cartacei.
Genova occulta la sua maestosità esattamente come Petra occulta il suo fascino. Di lei ci si può innamorare esattamente come lo si può fare dell’investigatrice. Entrambe, però, non comprenderebbero tanto interesse nei loro confronti, loro che desiderano semplicemente esser lasciate in pace. Ed è proprio in questo respingimento il loro fascino più intrigante, la luce che attira e intrappola.
Come la notte
La televisione italiana è piena di poliziotti. Ognuno con le sue caratteristiche, le sue peculiarità, i suoi disagi. Nel corso dei decenni sono state sperimentate diverse forme e tanti personaggi sono adattamenti di romanzi più o meno di successo. Petra, però, è diversa. Al di là del fatto che sia un personaggio femminile, una faccenda piuttosto unica che rara.
Se di primo acchito la possiamo trovare antipatica, con quella maschera di indifferenza stampata sul volto, nel proseguimento delle puntate la situazione non migliora. Perché Petra non facilita la vita a niente e nessuno poiché si piega, mai, per piacere e compiacere. Semmai è il pubblico a doverlo fare e se non gli sta bene, allora può anche smammare.
Sboccata, intrattabile, con poca voglia di amare il prossimo (nonostante o forse proprio per questo, due matrimoni alle spalle), ci sono tutti i germi per fare di lei l’antieroina per eccellenza. Perché Petra non finge, non si nasconde. Si porge per quello che è, raccogliendo ciò che semina.
Alicia Giménez-Bartlett visitando il set una volta, ha detto: “Paola è fantastica: è bella, ma non una Barbie; è simpatica ma dura e ha una fisicità con cui riesce a rendere tutto. È la scelta che avrei fatto anche io“.
Impressionata e soddisfatta la sua creatrice non possono non esserlo i suoi fan. Perché la Petra di Paola Cortellesi ha quell’attrattiva tipica della notte, come tante sono le scene presenti nelle otto puntate. Buia come la pece o illuminata dai raggi della luna porta con sé, sempre, uno charme che difficilmente ha eguali.