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Ma quanto era bello Piccoli problemi di cuore?

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Sono Piccoli problemi di cuore, nati da un’amicizia che profuma d’amore“. Se non avete letto queste parole cantandole quasi inconsciamente nella vostra testa, male: vuol dire che siete delle persone che hanno avuto un’infanzia normale, senza paturnie, scioccanti rivelazioni e sogni ad occhi aperti. Piccoli problemi di cuore non è infatti una serie medical incentrata sulle vite di cardiochirurghi alle prese con complicate operazioni al cuore su pazienti disperati, ma la traduzione italiana di un famoso anime, tratto a sua volta da un manga shojo (rivolto a un pubblico di ragazze) chiamato Marmalade Boy. La serie in questione, come ben saprete, racconta la vita di Miki, una simpatica sedicenne la cui quotidianità viene sconvolta per sempre dall’arrivo di Yuri, un ragazzo che si trasferisce a casa sua insieme ai genitori, che hanno divorziato per mettersi rispettivamente con i genitori della ragazza (elemento molto strano questo, se ci ripensiamo a posteriori, ma di cui vi parleremo più avanti). Toccati da un’ondata di nostalgia nei confronti dei tempi andati, quando sul finire degli anni ’90 e i primi anni Duemila, i pomeriggi si passavano fissi su Italia1, proviamo quindi a ricordare quanto fosse bello guardare dei cartoni come Piccoli problemi di cuore, una serie che ci ha influenzato come poche altre hanno saputo fare e che ha contribuito a creare una generazione di persone “rimuginatrici” e altamente complessate dal punto di vista emotivo!

Allora la risposta a questo quesito è semplice: davvero troppo! Lo testimonia l’incredibile indice di share registrato ai tempi della sua prima messa in onda, che all’epoca arrivò a toccare le vette del 20%: un risultato davvero inaudito.

anime

Facciamo allora un passo indietro nel tempo e proviamo a ripensare quello che questa fantastica serie animata ci ha lasciato dopo così tanti anni.

Piccoli Problemi di cuore sa di brik di succo all’albicocca e schiacciatine mangiate sul divano, attente a non lasciare briciole per non farci sgridare. Sa di sospiri e di scoperte, di guance rosso fuoco in fiamma dopo che la tua cotta ti aveva rivolto la parola per mezzo secondo. Sa di pomeriggi passati al telefono fisso per discutere con le amichette del cuore della scuola su cosa sarebbe successo tra i protagonisti della serie, a immaginare a occhi aperti dove la storia sarebbe andata a parare, o a farsi raccontare quanto capitato, nella malaugurata occasione in cui una visita dal dentista ti aveva privato della possibilità di vedere la puntata in diretta: un mondo che oggi ci sembra lontano anni luce, ma che a suo tempo è stato la nostra quotidianità. Una quotidianità bellissima in cui l’unica cosa di cui ci importava davvero era sapere se i due protagonisti si erano finalmente scambiato un casto bacio a stampo. Sì, lo sappiamo bene, è in questo preciso momento storico che sono nate le vere fangirl! Che abbiate iniziato a vedere l’anime quando eravate adolescenti, preadolescenti o, come nel nostro caso, bruciando forse un po’ troppo le tappe, ancora prima, poco importa: siamo certi che a qualunque età vi siate approcciati a tale opera, non sarete rimasti immuni al suo fascino.

Siete innamorati/e dell’idea dell’amore? Avete avuto problemi di friendzone? Avete vissuto esperienze di triangoli amorosi e sentimenti non corrisposti? Non riuscite a fidarvi delle persone se si parla di relazioni? Bene: parte della colpa dei problemi sentimentali della vostra vita derivano quasi sicuramente dai traumi subiti guardando questo apparentemente innocuo cartone sull’amore, l’amicizia e la famiglia. Questo perché, seguendo le avventure di Miki e di tutti i suoi innumerevoli pretendenti, ci siamo fatte molto probabilmente un po’ troppo trasportare mettendoci nei suoi panni e alzando un po’ troppo i nostri standard nei confronti del sesso maschile: dopotutto, che ce ne facevamo noi di gente come Alessandro, Michael e Ginta, quanto potevamo puntare ad avere il nostro personale Yuri? Che poi, “Che nome è Ginta?” ci chiedevamo noi ingenuamente?

sigle cartoni animati

Se volessimo provare a scavare nel nostro subconscio facendo sedute di psicanalisi volte a capire come mai siamo così tanto spesso attratte da un ragazzo simpatico e gentile, ma a tratti introverso e con una nota scostante, sarcastica e provocatrice, capiremmo che, molto probabilmente, tutto deriva proprio da lui. Che dire poi della costante voce-pensiero che racconta con fare drammatico pieno di sospiri le sventure romantiche nella nostra testa? Questo perché, in tutta la sua semplicità, riprendendo stilemi che più tipici non si può delle soap opera, la storia raccontata di Piccoli problemi di cuore è da sempre risultata affascinante e in grado di creare una vera e propria dipendenza. Pur adattandosi alle esigenze dei più piccoli, infatti, la serie portava avanti degli elementi “scandalosi” che continuavano a invogliare la nostra curiosità, come complotti orditi per tenere lontani i due giovani innamorati: Dobbiamo inoltre forse ricordarvi della scioccante storia d’amore tra Mary, la migliore amica della protagonista e Nik, un giovane insegnante? Materiale che oggi sarebbe assolutamente censurato!

E, a proposito di censure: si è dibattuto a lungo su come l’adattamento italiano dell’anime sia andato a tagliare a forza di accettate molti tra gli elementi potenzialmente più problematici della serie (ben 152 minuti), ma in merito vi è ancora tanta confusione. La versione originale di Marmelade Boy infatti conteneva espliciti rimandi allo scambismo e alla possibilità di un incesto tra i due protagonisti: la trama stessa del prodotto ruotava infatti attorno alla decisione da parte dei genitori dei due protagonisti di fare uno scambio di coppie per poi andare a convivere sotto lo stesso tetto. La produzione italiana, in maniera molto furba, più che andare a censurare l’anime poiché poco adatto a un pubblico di giovanissimi, chiese direttamente il permesso alla casa di animazione nipponica Toei di poter prendere il materiale di partenza per costruire una sua personale storia. La versione italiana che abbiamo visionato da bambini, più che una censura, dovrebbe infatti costituire una sorta di variante alternativa rispetto al prodotto di partenza, una versione certo meno problematica ma non per questo meno interessante.

Questo perché al centro della narrazione vi è sempre e comunque l’amore in tutte le sue forme: dall’amicizia all’affetto romantico, dall’amore proibito a quello dolce e innocente, narrato con semplicità e tratti di humor anche nelle situazioni più tristi e complicate. Semplicemente una serie che ricorderemo per sempre con affetto e trasporto!

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