Partiamo da Dwight. Lo ritroviamo (nella 3×02) così: con indosso la divisa della marina britannica, a informare Caroline della sua situazione.
Mia amatissima moglie, Caroline
Ti scrivo con una certa trepidazione. La flotta francese è stata vista non lontano dalla nostra posizione. Sebbene sia impossibile sapere quando ci scontreremo, sappiamo che l’attacco è inevitabile. Ti prego di non preoccuparti, perchè ho fiducia che vinceremo, e che tornerò presto a casa da te, mio amore.
Chi non avesse mai visto Poldark, troverebbe in queste due righe un riassunto perfetto di Dwight Enys.
Il Dottor Enys è amore e fiducia, è sapere sempre la cosa giusta, è non smettere mai di credere, dall’alto del suo rigoroso eppure magnetico senso morale, che alla fine la giustizia sarà fatta.
Dwight è un personaggio speciale: è l’unico, in tutta Poldark, a rimanere coerente ai suoi principi morali, basati su una dicotomia di fondo: essere perfetto per tutti gli altri (come medico, amico, consigliere), anche a costo di fallire nel prendersi cura di se stesso. E questo non cambia anche quando sarà catturato dai francesi e messo in prigione assieme all’equipaggio della sua nave.
Il suo mettersi al servizio degli altri è il potere da cui trae forza anche nei momenti peggiori; la sua dedizione al lavoro l’unica arma che gli permette di restare umano (e rispettato anche in quanto tale) in quell’abominio ai valori della Rivoluzione che è la prigione di Quimper.
Dove libertà, uguaglianza e fraternità sono negate, un uomo solo non ha mai perso quei valori e li dona senza sosta ai malati intorno a lui.
Dovrebbe essere solo, indifeso, spaventato, in realtà lo troviamo come boss silenzioso, intoccabile, in quello stranissimo limbo che lo pone al di sopra degli altri prigionieri ma al di sotto delle guardie. Se si tratta dei suoi compagni di cella, lui è l’unico che può dare ordini ai suoi sorveglianti (come quando pretende l’acqua per salvare l’ancora sconosciuto Hugh Armitage da morte certa).
I principi di Dwight sono più forti delle sue paure. Anzi, a dirla tutta, sono più forti di qualsiasi altro sentimento in lui. Bisogna fare il meglio per quante più persone possibili; il resto viene dopo, compresa la propria salvezza.
Questa capacità di azzerare le emozioni lo porterà a quella lucidità folle che gli farà prendere l’unica decisione sensata nel momento topico: abbandonare a morte certa il capitano Henshawe, ferito durante la fuga, per fare in modo che Ross e i suoi compagni, venuti a liberarlo, si salvino. Mente a Ross, sapendo di mentire, gli chiederà scusa una volta in Inghilterra, ma non si pentirà.
Ancora una volta Dwight Enys ha fatto la scelta giusta ma, lungi dal salvarsi, sta per iniziare la sua più grande battaglia, quella contro se stesso.