A pochi giorni dall’uscita della seconda stagione di Pose su Netflix, programmata per il 30 ottobre, abbiamo deciso di proporvi i nostri 5 motivi validissimi per guardare la serie, se ancora non lo avete fatto.
Questo prodotto televisivo non solo è frutto della mente di Ryan Murphy (creatore di serie come Glee, American Horror Story e American Crime Story), è anche e soprattutto un prodotto molto valido, sia dal punto di vista narrativo sia da quello delle tematiche scelte e del modo in cui si è deciso di rappresentarle sul piccolo schermo. Si tratta di un’esperienza avvolgente, entusiasmante e incredibilmente d’impatto, sia visivo che emotivo.
Preparatevi dunque a immergervi con noi in questa serie bellissima. Ecco quindi 5 motivi per andare subito a vedere Pose.
1) La rappresentazione della comunità LGBTQIA+
Pose è innanzitutto una serie socialmente necessaria. Ambientata negli anni ’80, ci mostra vari aspetti della vita di New York, visti soprattutto con gli occhi della comunità LGBTQIA+. Le nostre protagoniste sono un gruppo di donne nere e transessuali, uno dei tanti gruppi della bandiera arcobaleno che purtroppo non ha mai ricevuto la giusta rappresentazione televisiva e\o cinematografica. La serie è necessaria proprio perché ci apre gli occhi su un mondo sconosciuto, poco preso in considerazione, e ce lo mostra nel modo più semplice possibile.
Le varie sfaccettature della comunità arcobaleno non sono esaltate: ne vengono rappresentate le difficoltà, i pregiudizi ma anche le azioni quotidiane, la cultura e la sinergia createsi nei loro luoghi di ritrovo, nella maniera più semplice e chiara possibile.
Oltre a essere importante perché permette a comunità molto spesso lasciate in secondo piano un’occasione di rappresentazione e visibilità, la serie è molto utile anche perché viene utilizzata come mezzo per delineare e trattare un argomento anche questo carico da sempre di molti tabù: l’AIDS. Una malattia che raggiunge il suo apice proprio negli anni in cui è ambientata Pose e la serie intelligentemente ci aiuta, attraverso le storie dei personaggi affetti dal virus, ad aprire la mente, mettendoci di fronte a tante convinzioni e pregiudizi che già dopo i primi episodi iniziano a vacillare.