D’accordo, ragazzi, cosa è successo in Preacher 4×06?
Mancano ancora quattro episodi alla fine e questa puntata ha già il sapore di una conclusione. Il precedente episodio di Preacher ci ha lasciati con un cliffhanger inaspettato ed è da lì che si riprende (qui trovate la nostra recensione). Jesse è stato portato via dal Santo, Tulip e Cassidy arrivano in Australia in perfetto stile americano (“E voi chi siete?” “Noi siamo gli americani”) e, proprio quando si sono riuniti con il loro amico, Dio scopre le sue carte: ha ingannato il predicatore e lo ha portato all’Ultimo Apostolo con l’unico scopo di ucciderlo. Tutto è andato secondo il piano divino. Jesse si sacrifica per salvare Tulip e Cassidy e si getta giù dall’aereo, cadendo al suolo proprio come lo avevamo visto fare nella 4×01. Nel frattempo Nuova Zelanda e Australia sono in procinto di far scoppiare una guerra nucleare.
Cos’altro può andare storto in Preacher? Ma soprattutto, che fine ha fatto Humperdoo?
Quello che mi è piaciuto particolarmente in questo episodio è stata la centralità che viene data al personaggio di Dio. Mark Harelik ha fatto un lavoro eccezionale per costruire il personaggio. Cosa è Dio in Preacher? Un uomo anziano che vive di ricordi. È intrappolato nelle immagini del suo passato, che continua a rivedere in televisione per crogiolarsi della sua gloria, di quando gli uomini lo amavano veramente. Di quando Abramo era disposto a sacrificare il suo stesso figlio per compiacere il suo Signore. Se a un uomo togli la grandezza che lo caratterizzava, non gli rimangono altro che i ricordi. E sono quelli che Dio continua a rivedere a ripetizione in un vecchio videoregistratore.
Adesso si è nascosto in un camper, con un accappatoio consumato, la barba bianca rovinata e polverosa, a ridipingere e sistemare le miniature del suo Grande Piano perché è l’unica cosa che gli è rimasta. Dio non ha realmente bisogno di far scoppiare l’Apocalisse, ma vuole soltanto che le persone tornino ad amarlo come prima, a donargli quell’amore incondizionato (misto al terrore reverenziale) che lo rendeva vivo.
Il nuovo Paradiso di Dio è in Australia, dove vive di ricordi.
La miccia della fine del mondo è già scoppiata e adesso è una lenta escalation verso la fine. Gli uomini sono estremamente fragili e basta una scintilla a far precipitare gli eventi. Durante il vertice tra Paradiso e Inferno assistiamo anche al curioso dibattito tra Gesù e Hitler sul reale significato del pentimento. Secondo Gesù non importa quanto siano state malvagie le azioni compiute da un uomo in vita, ma se in punto di morte il pentimento è sincero, allora la sua anima merita la salvezza. Hitler non riesce a capire questo ragionamento, che suona molto forzato anche alle nostre orecchie. I momenti tra loro due sono inaspettatamente molto comici, soprattutto per la situazione surreale in cui si trovano: Gesù e Hitler seduti a un tavolo a parlare di redenzione mentre pranzano. Preacher non è del tutto nuovo a creare questo genere di situazioni assurde (basti pensare al costume da dalmata di Dio).
Ma in Preacher il conflitto per eccelenza è rappresento da Jesse e il Santo.
Entrambi vogliono due cose diverse da Dio. Il predicatore vuole chiedergli il significato di tutta questa sofferenza, mentre il Santo non vede l’ora di piantargli una pallottola nella testa.
Il Santo è quello che ha perso più di tutti in queste vicende: sua figlia e sua moglie sono morte soltanto per farlo arrivare fino a quel momento, a dare la caccia a Jesse. Non esiste un senso a tutto questo, è semplicemente accaduto e Dio – anche se avesse potuto – non ha fatto niente per impedirlo. Il Santo dimostra la sua teoria uccidendo un’intera famiglia davanti agli occhi del predicatore, rafforzando la sua ipotesi: non esiste un senso al dolore e a Dio non interessa chi soffre.
Jesse e il Santo rappresentano in modi diversi tutta l’umanità che vuole una risposta da Dio. Perché devono soffrire? Perché devono lasciarsi dietro questa scia di sangue? La risposta è molto più semplice di quello che sembra: Dio vuole soltanto che l’umanità lo ami. E l’unico modo che conosce per impartire la lezione dell’amore è attraverso la sofferenza.
Herr Starr è invece uno di quegli uomini che cerca disperatamente il favore di Dio: vuole la sua benevolenza ed è disposto a tutto pur di ottenerla, proprio come Abramo. Ma Dio non sembra interessato: concentra tutte le sue forze su Jesse e anzi punisce severamente Starr quando lo vede fallire. Se uno ci pensa a mente fredda, tutta la sofferenza di Starr è anche quella opera del volere divino. E l’Alto Padre raggiunge l’apice della sfortuna con la mutilazione dei suoi genitali da parte di un dingo. Ormai non esiste più una parte del suo corpo che non è stata fatta a pezzi.
Ma Starr è un vero uomo di fede e tenterà sempre di rialzarsi. Sperando che nel prossimo episodio riesca a liberarsi dalle fauci del dingo.