Prisma è arrivata in silenzio, senza far troppo rumore. Dopo Skam Italia, che è riuscita a conquistare anche gli spettatori più restii verso la serialità italiana, Prisma (la puoi vedere qui) riesce nella stessa impresa, e forse la supera. Delicata, profonda e spesso dura, la serie ideata da Alice Urciuolo e Ludovico Bessegato ci presenta storie comuni, ma raccontate nel modo giusto. Sono spezzoni di vita di adolescenti che soffrono, si divertono e affrontano le sfide della loro giovane vita nel comune di Latina. Seppur rientri nel genere young adult drama, non si tratta sicuramente di una serie tv leggera.
Tutt’altro. Approcciare a Prisma vuol dire trovarsi a piangere, rabbrividire, sorridere e tifare per i protagonisti nella stessa puntata, vivendo insieme a loro momenti di pura emozione. I personaggi sono ben caratterizzati e le loro vicende riescono a coinvolgere lo spettatore, facendolo sentire parte integrante delle loro storie. La serie si distingue per la sua capacità di trattare tematiche importanti con una sensibilità rara, mantenendo sempre alta la qualità narrativa e visiva.
Cruda, diretta. Prisma non ci gira intorno
Prisma ha trovato la formula vincente, e non si tratta di chissà quale scorciatoia narrativa, ma semplicemente di raccontare una storia vera in modo autentico e coinvolgente. La serie, proprio come Skam Italia, riesce a evitare i soliti cliché, pur trattando temi comuni già visti e rivisti in altre produzioni. Affrontare certi argomenti, spesso ricorrenti e stereotipati, con una chiave di lettura non scontata e originale non è semplice, ma Ludovico Bessegato riesce a farlo con maestria. La serie offre un racconto corale sotto diversi punti di vista, che appaiono più reali che mai. Assistere ai malesseri di Andrea e Marco, al coming out di Daniele, al disagio di Carola e ai tormenti di Nina, è come partecipare attivamente alle loro storie. Ogni personaggio è trattato con una profondità e una sensibilità rara, rendendo le loro vicende estremamente vicine e realistiche per il pubblico.
Ogni puntata è un crescendo di tensioni costanti, e lo spettatore vive con ansia le esperienze dei protagonisti. In qualche modo, ci sentiamo coinvolti dalle loro storie perché riflettono parti delle nostre vite, esperienze che abbiamo vissuto o stiamo vivendo. La capacità di Prisma di farci sentire parte integrante delle vicende narrate è uno dei suoi punti di forza principali. La serie non si limita a raccontare le storie dei personaggi, ma esplora anche le loro emozioni più intime, i loro dubbi, le loro paure e le loro speranze. Questo approccio empatico e profondamente umano permette di creare un legame forte e duraturo con lo spettatore. Prisma riesce a raccontare storie comuni con una delicatezza e una profondità che raramente si trovano in altre serie tv (5 motivi per recuperare Prisma, se ancora non lo avete fatto).
Una serie adatta a tutte le età
Non è la prima volta che ci chiediamo perché certe produzioni, tipicamente giovanili, riescano a coinvolgere un pubblico di età diversificate. Con Prisma, questa dinamica appare chiara e facilmente spiegabile. In primo luogo, il tono della serie è molto serio, spesso estremamente drammatico, e si distingue nettamente da altre produzioni come Sex Education. Questa serietà attira anche il pubblico adulto, che non solo può rivivere i traumi e le emozioni dell’adolescenza, ma può anche immedesimarsi nei panni di figli e nipoti, creando un ponte generazionale attraverso le esperienze condivise. La narrazione di Prisma è densa di temi delicati e profondi, come il coming out, le prime delusioni d’amore, le ingiustizie e l’accettazione di sé. Questi argomenti, trattati con grande sensibilità e realismo, permettono ai più giovani di sentirsi meno soli nelle loro esperienze e di trovare conforto e comprensione.
Allo stesso tempo, il pubblico adulto può apprezzare la qualità della scrittura e della recitazione, così come la complessità delle trame. Gli adulti possono vedere in Prisma un’opportunità per comprendere meglio le difficoltà che i giovani affrontano oggi, stabilendo un dialogo intergenerazionale attraverso la visione condivisa della serie. La rappresentazione autentica dei problemi adolescenziali, senza filtri o edulcorazioni, rende Prisma una serie televisiva capace di toccare corde emotive profonde in spettatori di tutte le età. Prisma riesce a catturare un pubblico vasto e variegato grazie alla sua capacità di trattare temi universali con autenticità e profondità. Il suo tono serio e drammatico attira sia giovani che adulti, offrendo a ciascun gruppo uno spazio di riflessione e immedesimazione (ecco qui la recensione della seconda stagione).
Gli attori, talenti veri
Infine, una buona parte della riuscita della serie è sicuramente la capacità attoriale dei protagonisti e la loro incredibile caratterizzazione. Mattia Carrano interpreta i gemelli Andrea e Marco Risorio. Andrea è bisessuale e ha una percezione fluida della sua identità di genere. In segreto, indossa gonne e si trucca. Ha avuto una relazione con Micol e un profilo fake sui social dove si finge ragazza per chattare con Daniele, il compagno di nuoto di suo fratello. Alla fine della prima stagione, Andrea rivela la sua vera identità a Daniele, avvicinandosi ulteriormente a lui nella seconda stagione. Marco, sempre interpretato da Carrano, è timido e solitario. Nuotatore, ha avuto una breve storia con Carola, terminata a causa del suo tradimento con Daniele. Nonostante il trauma di un video intimo diffuso online, Marco e Carola si riavvicinano nella seconda stagione.
Lorenzo Zurzolo interpreta Daniele Tramet, un ragazzo di umili origini, carismatico e aspirante trapper. Comincia a chattare con quella che crede essere una ragazza, senza sapere che dietro il profilo c’è Andrea. Scoperta la verità, Daniele, seppur titubante, inizia una relazione con Andrea. Chiara Bordi interpreta Carola Sperati, una ragazza con una gamba prostetica. Dopo una relazione complicata con Daniele e un tradimento con Marco, affronta il trauma della diffusione di un video intimo, ma alla fine si riavvicina a Marco. Caterina Forza interpreta Nina Zanier, una ragazza lesbica che diventa confidente di Andrea e cerca di ricostruire una relazione con Micol, interpretata da Elena Falvella Capodaglio, l’ex di Andrea. Grazie alla loro bravura, Prisma non solo funziona, ma coinvolge come poche altre serie dello scenario italiano (chi è Mattia Carrano, l’interprete dei gemelli in Prisma?).