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5 motivi per recuperare Prisma, se ancora non lo avete fatto

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Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Prisma

Prisma è una serie scritta e diretta da Ludovico Bessegato (già noto per la regia di SKAM Italia) e Alice Urciolo, rivelazione di Prime Video del 2022. Il 21 settembre, infatti, Amazon Prime Video rilascia Prisma e ci dà modo di scoprire un nuovo interessante lavoro di Ludovico Bessegato che si mette alla prova distaccandosi da SKAM Italia e cercando un nuovo orizzonte narrativo. Intendiamoci, il pubblico di destinazione è sempre lo stesso, gli adolescenti sono sempre il centro della sua narrazione ma questa volta, con Prisma, Ludovico Bessegato decide di affrontare temi già cari ai suoi fan con un piglio diverso. Con Prisma si scende ancora più in profondità. Protagonisti sono Marco e Andrea, due gemelli identici fisicamente e quasi opposti a livello di stile di vita; o meglio, i due condividono la difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo e lo condividono anche con il resto dei personaggi che gravitano loro intorno. Prisma si presenta infatti come una serie di formazione ed è caratterizzata da temi complessi che vengono affrontati con un piglio molto chiaro e molto diretto. Ed è questo uno dei punti forti della serie. Ma senza fare altri giri di parole, ci sono almeno cinque motivi per vedere Prisma se ancora non avete avuto il tempo di farlo.

Qui trovi la nostra guida su tutto ciò che c’è da sapere riguardo Prisma 2: trama, cast e data di uscita

1. Prisma e le sue dicotomie

La dualità tra bene e male, tra maschile e femminile, tra confronto e conflitto è un tema ricorrente in Prisma che basa gran parte delle sue scelte narrative sullo scontro tra emozioni diverse o tra persone apparentemente diverse. Già dalla scelta dei due protagonisti, che sono due gemelli, notiamo una particolare attenzione nella dualità, nella complessità del doppio. Doppio che porta ad affrontare dei problemi ma che diventa una risorsa nel momento di bisogno. Sappiamo infatti, che il confronto con l’altro è sempre qualcosa che porta ad una crescita personale e che inizialmente può essere faticoso affrontarlo ma alla fine diventa una preziosa opportunità di crescere come persone. Marco e Andrea si scontrano tra loro, si scontrano con gli amici e si scontrano con i genitori ma alla fine riescono, ognuno a proprio modo, a trovare un incontro con le persone che amano e anche con quelle che non amano. Così Andrea scoprirà che non tutti sono contro di lui e che una nemica può diventare un’amica preziosa solo dandole una chance di farsi conoscere oltre le apparenze; Marco, grazie allo scontro con dei coetanei e soprattutto con il suo stesso carattere, riuscirà a conoscersi nel profondo e a capire quanto essere se stessi possa aiutare nelle cose più piccole e in quelle più grandi della vita quotidiana, tra cui l’amore. Insomma, i ragazzi di Prisma, protagonisti e non, gravitano intorno ad una continua lotta tra ciò che vorrebbero essere e ciò che realmente sono, affrontando varie dualità che li renderanno unici.

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2. Prisma e la trasformazione fisica e spirituale

Attraverso un linguaggio semplice e coinvolgente, Prisma riesce ad affrontare un tema che potenzialmente può essere davvero spinoso: quello della trasformazione. Facile fare subito riferimento al personaggio di Andrea, che affronta una continua trasformazione tra maschile e femminile attraverso espedienti tangibili (come vestiti e trucco) ma soprattutto attraverso esperienze umane (come il costante confronto con Nina o quello finale con suo padre). Meno semplice capire quanto anche il personaggio di Marco, e come lui il resto dei ragazzi che fanno parte della sua vita, abbia a che fare con una trasformazione che si lega meno alla sfera fisica ma molto più a quello spirituale e personale. Il ragazzo infatti deve fare i conti con la sua stessa timidezza e il suo stesso carattere per riuscire a comprendersi. E così anche Daniele, tipico ragazzo “ribelle” di facciata che avrà modo di comprendere molte cose di se stesso solo grazie al confronto-scontro con qualcosa che non sapeva nemmeno di desiderare. La trasformazione, in Prisma, non è solo un espediente per parlare di un tema molto vicino agli adolescenti quanto piuttosto un macro argomento che offre a Ludovico Bessegato la possibilità di inserire al suo interno vari temi e varie complessità che un adolescente può affrontare nel vivere la sua vita a livello quotidiano. Trasformazione, in quest’ottica, non significa solo cambiamento ma si lega soprattutto ad un sentimento condiviso che può coinvolgere chiunque e che provoca diverse occasioni per comprendere la nostra realtà.

Prisma Amazon Prime Video

3. Comprendere la difficoltà nell’ accettazione di sé stessi in modo diverso

Quello del cambiamento è un tema molto ricorrente soprattutto in molte serie teen. In Prisma viene sviluppato in maniera leggermente diversa e soprattutto molto diretta. Cerchiamo di capire meglio: La trasformazione di cui si parlava pocanzi, in alcuni momenti specifici, diventa cambiamento. Un cambiamento che si lega sì alla sfera fisica ma soprattutto a quella psicologica. Quando Andrea cambia i suoi vestiti non sta compiendo solo un atto fisico in quanto tale, sta affermando qualcosa di se stesso che lo porta a cambiare sotto moltissimi aspetti. Quando Daniele parla con la su “persona misteriosa” al telefono cambia completamente espressione del viso rispetto a quando frequenta i suoi amici la sera in piazza. Per quanto queste cose possano sembrare solo semplici azioni quotidiane, Prisma ci racconta come siano invece grandi evoluzioni e involuzioni che ognuno fa almeno un centinaio di volte nell’arco di una stessa giornata. Sono quasi delle altalene emotive che portano i personaggi di Prisma alla realizzazione. Anche per questo, Prisma dimostra di affrontare il cambiamento in maniera davvero differente rispetto a molte altre serie analoghe. Il linguaggio diretto con cui Prisma affronta determinati cambiamenti emotivi dei ragazzi è uno dei motivi per cui funziona. La narrazione che Bessegato adotta è caratterizzata da una forte componente empatica: parla agli adolescenti nel modo a loro più congeniale, senza fronzoli e senza troppi giri di parole. Prisma fa capire loro che il cambiamento non deve essere per forza spettacolarizzato e che può e deve essere qualcosa di quotidiano.

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4. Conoscere l’opera di Giovanna Cristina Vivinetto Dolore minimo

Interessantissima raccolta di poesie da cui nasce l’idea della serie stessa, Dolore minimo accompagna la vicenda di Andrea in prima persona e ispira tutte le altre in chiave di sottofondo. L’opera poetica viene inserita nella storia con delicatezza, tanto che quasi non ce ne rendiamo conto e sempre con delicatezza ne sentiamo un estratto nella puntata forse più importante per la svolta narrativa di Andrea e Nina. La sofferenza dell’autrice viene messa in parallelo alla difficoltà di Andrea nell’accettarsi per ciò che è; il dolore nasce proprio dalla dualità, dalla divisione forzata che l’autrice prova e che, di rimando, Andrea impara a conoscere. Nella raccolta di poesie Giovanna Cristina Vivinetto racconta in maniera molto dolce e allo stesso tempo prorompente l’accettazione di sé stessi e lo fa attraverso un linguaggio diretto che la vede esporsi in prima persona, come fosse un diario. Vivinetto si rivede in Tiresia, che può cambiare sesso una volta nella vita, e il personaggio di Andrea si rivede nell’autrice che lo ispira al cambiamento, alla trasformazione ma soprattutto alla consapevolezza.

5. Prisma mette in scena la complessità delle persone

In Prisma l’arco narrativo dei personaggi non si conclude in una stagione ma ha potenzialmente bisogno di evolversi, esattamente come la vita di tutti. Questo la rende una serie di formazione, che ha modo di dire ancora delle cose e che probabilmente avrà modo di ispirare mote persone. L’espediente che Bessegato usa in Prisma non è altro se non quello di far vivere ai personaggi la stessa quotidianità che vivrebbe chiunque. Prisma fa sì che l’umanità delle persone venga alla luce, con tutte le sue complessità e con tutte le sue contraddizioni. I personaggi di Prisma non si limitano a combattere con gli altri e con se stessi ma cercano di evolvere seguendo il flusso della realtà che li circonda e più che vivere, sopravvivono. Che poi è quello che facciamo tutti: bisogna imparare a sopravvivere per imparare a vivere e, anche grazie a Prisma, molti adolescenti e non solo hanno la possibilità di comprendere tutto ciò. Marco e Andrea, ma anche Nina e Daniele e Carola hanno bisogno di tempo per crescere e una sola stagione non può bastare per contenere tutte le emozioni che hanno bisogno di vivere per crescere. La narrazione di Bessegato, in questo senso, sembra essere molto furba, aperta a nuove idee e a nuovi orizzonti ma allo stesso tempo acquisisce molto senso e coerenza con la storia raccontata: degli adolescenti complessi e in fase di accettazione non possono arrivare ad una totale consapevolezza in poche puntate. Come tutti hanno bisogno di tempo, il tempo per cambiare.