Possiamo affermare con certezza che Prison Break (che puoi recuperare qui in streaming su Disney+) è un autentico gioiello della serialità (per molti, magari, escludendo il revival). La storia di Michael Scofield e del suo piano di evasione per salvare il fratello Lincoln Burrows ci ha appassionato per quasi 5 stagioni. Il merito non è soltanto di una sceneggiatura da cardiopalma, dotata di alti momenti drammatici e ricchi di suspence, ma anche delle interpretazioni degli attori (qui potete leggere la classifica dei 5 migliori personaggi di Prison Break).
Tra queste, non possiamo non citare quella di William Fichtner, interprete dell’agente del FBI Alexander Mahone, e quella di Robert Knepper, il crudele T-Bag. Nella serie di Paul Scheuring, questi due personaggi hanno avuto un percorso così ricco di colpi di scena da averceli fatti amare e odiare con uguale intensità.
In Prison Break, le interpretazioni di William Fichtner e di Robert Knepper sono due tra le migliori nella storia delle serie tv drama
T-Bag compare nel secondo episodio della prima stagione di Prison Break e subito il pubblico si rende conto che si tratta di un criminale pericoloso. Una vera e propria serpe nel carcere di Fox River. La sua totale assenza di inibizioni e un appetito sessuale molto pronunciato si affiancano a una spietatezza e piacere nel veder soffrire le sue vittime. Andatura dinoccolata e ondeggiante, sguardo languido e violenza a stento trattenuta, T-Bag rivela immediatamente la sua natura perversa.
Cerca di accattivarsi Michael, il protagonista di Prison Break, affinché diventi il suo nuovo giocattolo sessuale nel carcere, ma viene respinto. Ben presto scopre del piano di evasione di Michael e fa di tutto per farne parte, sfruttando al meglio le sue abilità di ricattatore. Se a Fox River i detenuti temono John Abruzzi per il suo potere e legame con il mondo malavitoso, verso T-Bag provano un disgusto a stento celato. Questo perché T-Bag è un mostro: ha ucciso e stuprato e fin da adolescente ha dimostrato una predisposizione al sadismo e alla violenza.
Robert Knepper ha più volte dichiarato che non ha mai considerato pazzo il suo personaggio in Prison Break: “T-Bag non è stupido, sa esattamente quello che fa. […] In realtà, Theodore Bagwell è un uomo affascinante e furbo.”. L’unica per cui abbia davvero provato un reale interesse e affetto è Susan Hollander, sebbene la loro relazione non avrà l’epilogo sperato dal detenuto. Cresciuto in un contesto violento e malato, T-Bag vede in Susan una salvezza, l’appiglio per una vita finalmente normale.
T-Bag non sarà mai davvero libero da sé stesso
Dopo la fuga dalla prigione, T-Bag continua a macchiarsi di crimini e violenze varie, ma qualcosa nel suo animo comincia a cambiare. Questo cambiamento risulterà evidente con la terza e quarta stagione, quando T-Bag inizierà a mostrare emozioni umane come il pentimento. Per la prima volta nella sua vita, Theodore non vorrà essere più un mostro e macchiarsi di orribili crimini. Lo vediamo sconvolto all’apprendere della morte di Bellick, vediamo il suo pentimento, la sua riluttanza a uccidere.
Non mancano ritorni alla sua vecchia identità: nel carcere di Sona (Panama) ritorna a essere il solito doppiogiochista e si schiera con il potente di turno. Perché c’è in lui una predisposizione al male, alla violenza, mai estirpata del tutto. T-Bag sarà sempre un mostro, uno dei “migliori criminali delle serie tv” come è stato definito. Ma sarà un mostro capace di provare pentimento e disperazione. Un mostro dai sentimenti umani, mai davvero libero da sé stesso.
Il merito di aver reso tutto questo così cristallino al pubblico è di Robert Knepper e della sua superba intepretazione di T-Bag. L’attore ha saputo mostrare la crudeltà e lo smarrimento del personaggio, non solo costruendo una serie di tic fisici per lui, ma anche attraverso la limpidezza del suo sguardo, a tratti infantile e perso.
Alexander Mahone – Prison Break trasforma un cuore di caucciù in un cuore di carne
In Jane Eyre, il signor Rochester si chiede se ci sarà mai il modo di “trasformare di nuovo il suo cuore di caucciù in uno di carne”. Si chiede, in pratica, se l’amore di Jane Eyre potrà riportare in vita quell’umanità che aveva sepolto a lungo. Ed è una domanda che possiamo porci anche per Alexander Mahone. Il freddo e calcolatore agente del FBI che incontriamo nella seconda stagione di Prison Break. Durante la conferenza stampa di presentazione degli 8 evasi di Fox River, Mahone illustra metodicamente chi sono i fuggitivi che intende catturare e nelle sue parole percepiamo che Michael Scofield ha trovato un avversario alla sua altezza.
Mahone, infatti, è il primo a mettere insieme i pezzi del piano di evasione di Scofield e riesce a porsi un passo avanti a lui. Ciò che il pubblico non sa, però, è che il suo personaggio non è soltanto la controparte perfetta di Michael, ma anche uno dei protagonisti più amati di Prison Break. Il freddo agente del FBI, infatti, nasconde un passato oscuro, in cui il suo senso di giustizia si è trasformato in desiderio di vendetta personale. Da protettore della legge, Mahone è diventato giustiziere e ha commesso un errore e un crimine che gli è costato tutto.
Dopo aver inseguito per anni il seriale killer Oscar Shales, Mahone riesce a catturarlo, ma invece di consegnarlo alla giustizia, lo elimina. Il suo cadavere viene seppelito nel suo giardino e per evitare di essere scoperto dalla sua famiglia, Alex se ne allontana. Rinunciando all’ultimo legame con la sua umanità, in Prison Break Mahone diventa un freddo agente, dedito al lavoro in maniera ossessiva. Il suo senso di colpa è tenuto a bada dalle medicine e droghe di cui fa uso e da cui non si separa mai.
Prison Break può contare sull’eccellente interpretazione di William Fichtner per superarsi
Su di lui, purtroppo, estende la sua ombra la Compagnia, che ricatta Alex e gli chiede un compito impossibile: catturare e uccidere Michael Scofield e Lincoln Burrows. In cambio riavrà indietro la sua vita. Così entra in gioco Mahone e l’interpretazione eccellente di William Fichtner lo rende subito quel personaggio di Prison Break che attira lo sguardo. Occhi di ghiaccio che rispecchiano la sua freddezza interiore, ma anche specchio attraverso il quale possiamo scoprire che c’è ancora un barlume di umanità in lui.
Grazie alle ottime qualità recitative di William Fichtner, infatti, Prison Break fa un ulteriore salto di qualità e riesce a superarsi. Il successo del personaggio, limitato a pochi episodi, rende Mahone un altro protagonista della serie. Dopo aver inseguito Michael, anche l’agente del FBI finisce per entrare nella sua rete di alleati: inizia tra loro una partnership involontaria, ma che cambierà le loro vite.
Mahone entra nel carcere di Sona, da cui esce solo a fatica, per poi dover subire la tragica morte dell’amato figlio Cameron, ucciso da quella stessa Compagnia che aveva servito. Da quel momento in poi il suo unico desiderio è vendicare la morte del figlio, ma in questa oscurità Mahone ritrova sé stesso e dall’alleanza con Michael e la sua banda ricava un gruppo di alleati e possibili amici. Nonostante precipiti nel buio e nel dolore, Alexander Mahone riesce a risalirne. Non sarà più l’uomo che è stato dall’inizio di Prison Break. Il suo cuore di caucciù è ancora più ferito e malandato di prima, ma è di nuovo un cuore di carne e sangue. Di nuovo umano.