Prison Break è stata una serie tv brillante per tanti motivi, uno di questi è la capacità di farci salire l’ansia a livelli estremi. Il punto di forza risiede senza dubbio nella sinergia tra sceneggiatura, regia e fotografia che riescono a trasmetterci in modi sempre originali e mai scontati lo stesso stato d’animo: la claustrofobia.
Dalle musiche, gli stacchi, le inquadrature alle ambientazioni, tutto ci fa provare quel senso di asfissia che ci ha reso dipendenti da questa serie tv, ora trasmessa da Netflix.
Prison Break non solo regala scene di azione e adrenalina che tolgono fisicamente il respiro. Lo fa anche senza sfociare nel puro, e a volte gratuito, sensazionalismo hollywoodiano tipico degli action movie (e della Casa di Carta). Ci offre un’adrenalina elegante, con un filo conduttore raffinato e coerente con il tema della serie – la prigionia – che vede al centro di tutto il cervello meraviglioso di Michael Scofield.
Vediamo quindi in crescendo le cinque variazioni sul tema: quei momenti che più di tutti offrono in un colpo solo suspense, genialità, ansia e claustrofobia.
5) Il telefono nella seconda stagione di Prison Break
Se nella prima stagione le celle e le intercapedini sono l’elemento responsabile del senso d’inquietudine, in questa stagione abbiamo il telefono e le distanze. E abbiamo anche Alexander Mahone: unico avversario all’altezza dell’ingegno di Michael. L’agente dell’FBI ripercorre virtualmente tutti i passi di Scofield che lo hanno portato ad evadere con successo e cerca con prepotenza di entrare nella sua testa. Con le puntate Caccia all’uomo (02×01) e Inseguimento (02×03), ambientate questa volta in spazi aperti, abbiamo proprio il fiatone. Non c’è solo l’inseguimento fisico, ma anche quello psicologico.
Continuano le inquadrature strette sui volti, ma adesso i protagonisti parlano molto di più al telefono, che diventa il vero protagonista. Uno dei momenti più ansiogeni di questa stagione (02×09) è proprio la chiamata nella quale Michael – calmo e pacato – svela ad Alex – in preda ad un attacco di panico – di aver scoperto il suo segreto e che sa dove ha seppellito i corpi.