Con colpevole ritardo rispetto ai miei standard e dopo aver recuperato Serie Tv vintage “must” come Friends o Lost (qui la mia esperienza di due settimane), ho capito che era giusto guardare anche Prison Break. Uno dei motivi per la quale l’ho iniziata è sicuramente l’inizio della quinta stagione che a quanto pare sta andando alla grande.
Partiamo con il dire subito che, ovviamente, la prima stagione è volata via in pochi giorni. Il classico binge-watching insomma, ma una Serie Tv come Prison Break, lo merita tutto.
La prima riflessione riguarda “l’epoca” in cui questo prodotto televisivo è nato. La prima puntata infatti è andata in onda nel lontano 2005. Ben 12 anni fa quindi, quando quest’epoca d’oro seriale non si era ancora affermata così tanto.
Eravamo solo all’inizio, soprattutto per questo genere. Ma la qualità incredibile di Prison Break è quella di rimanere moderna e attuale anche se ambientata, o meglio realizzata, così tanto tempo fa. Ma passiamo all’analisi della spettacolare prima stagione.
Ci sono alcune definizioni che di sicuro possono far comprendere a pieno l’inizio di questo incredibile prodotto.
La prima parola d’ordine è proprio “adrenalina”. Ciò che più la contraddistingue è proprio il non avere un attimo di pausa (o quasi). Anche nei dialoghi, anche nei momenti di stasi, sembra come se dovesse succedere qualcosa. Un’ansia che ci portiamo dal primo al ventiduesimo episodio.
Le prime stagioni di ogni Serie Tv di solito sono sempre più introduttive, ricche di spiegazioni e di momenti che possiamo definire semplicemente “lenti”. Con Prison Break non è così. Una piccola introduzione del perché Michael, il protagonista, si è fatto arrestare, e poi, dritti al punto.
Conosceremo personaggi nuovi, sia dal lato dei “buoni” che dei “cattivi” che nell’universo di Prison Break sono completamente capovolti. Infatti noi faremo il tifo per quelli che saranno i carcerati, mentre andremo contro alle guardie e alla corruzione che c’è all’interno di Fox River, il carcere dove i nostri protagonisti sono prigionieri.
La genialità di Michael è al centro dell’attenzione in ogni momento. Vuole salvare il fratello innocente Lincoln dalla pena di morte. Per fare questo ha organizzato un piano all’apparenza perfetto, tenendo conto di tutto.
L’altro leitmotiv della prima stagione lo troviamo nelle difficoltà che il detenuto Scofield e gli altri trovano durante il percorso. Ogni qualvolta che sono vicini a completare il piano di fuga, c’è qualcosa che va storto. A volte per colpa degli agenti, a volte per colpa di eventi sfortunati.
Due saranno i piani di evasione. Il primo fallito miseramente, con il rischio di essere beccati, il secondo andato più o meno a buon fine.
Tante difficoltà, che comunque non preoccupano quasi mai Michael che, in un modo o nell’altro, trova sempre la soluzione migliore. Una prima stagione che vede due linee narrative. L’evasione come detto da un lato, la causa di Lincoln e i malvagi agenti segreti dall’altra.
Due storie che in vari momenti della stagione si intrecciano, ma che comunque non vedono quasi mai la luce. Il vero antagonista della stagione è però una donna, che inizialmente non si vede in volto ma che successivamente risulta essere il vicepresidente, nonché sorella del presunto uomo ucciso da Lincoln.
Da non sottovalutare neanche alcuni dei rapporti tra i protagonisti. Quello di Michael con la dottoressa Sara Tancredi, o la faida che c’è tra T-Bag e Abruzzi.
Tutte sfaccettature che rendono la prima stagione priva di momenti morti. Ogni detenuto ha una storia importante, che magari in futuro verrà spiegata meglio. Ogni singolo episodio di Prison Break è pieno di azione o di movimento. Adrenalina pura per una prima stagione che ha davvero emozionato.
Avendo evitato qualsiasi tipo di spoiler, non so se questa energia e questo ritmo (qui un articolo con le Serie Tv che hanno più ritmo) manterranno per tutte e 4/5 stagione, ma ciò che posso affermare è che un inizio così forte non si vede spesso, considerando che è del 2005, la cosa mi fa ancora più impressione.
In tutto questo però, l’aspetto che mi ha emozionato di più è sicuramente quello al centro di (forse) tutta Prison Break: il rapporto di amore fraterno tra Michael e Lincoln. Due fratelli così non si vedono spesso. Lincoln che in passato aveva dato dei soldi al piccolo di casa per farlo crescere bene, Michael che per il fratello maggiore studia un piano di evasione da Fox River e si fa arrestare.