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La seconda stagione di Prison Break è una continua partita a scacchi

Prison Break
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Scofield, Mahone e la Compagnia. È questo il leitmotiv della seconda stagione di Prison Break. Dopo una prima piena di adrenalina e di evasioni fallite e riuscite (qui la recensione) ecco che finalmente i nostri protagonisti sono fuori da Fox River.

Il season finale però ci aveva mostrato i carcerati circondati dalla polizia, grazie a un cliffhanger con i fiocchi.

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A livello di ritmo, la seconda stagione si dimostra assolutamente all’altezza rispetto a quella che ha dato il via al capolavoro chiamato Prison Break.

Questa volta però il focus non è più il gruppo. In questa stagione ci concentriamo sul protagonista assoluto, Michael Scofield, e su quello che è il suo carattere. Uno dei personaggi più geniali dell’intero mondo seriale probabilmente. Ecco che allora il ragazzo deve, per ovvio di cose, avere un antagonista che gareggi alla pari, o quasi.

 

Si presenta quindi a noi Alexander Mahone, un agente dell’FBI che prende in mano in caso.

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I due si avvicinano e allontanano tantissime volte. In più di un caso infatti Michael e Lincoln rischieranno di essere presi, ma in un modo o nell’altro, riusciranno a salvarsi sempre.

La seconda è una stagione chiave per molti punti di vista. In primis proprio perché conosciamo un personaggio come Mahone, che probabilmente rimarrà nella Serie Tv per molto (è solo un presentimento). In secondo luogo Sarah e Michael si avvicinano, almeno a livello sentimentale, altro punto fondamentale, dopo una prima stagione di tira e molla.

Ultimo ma non ultimo conosciamo la vera antagonista di Prison Break, accennata in qualche modo nella stagione pilota ma mai approfondita.

La “Compagnia” infatti darà molto filo da torcere ai nostri personaggi, fin dall’inizio.

Un’organizzazione corrotta, che non ha timore di uccidere persone innocenti pur di raggiungere i propri obiettivi.
Bisogna dire però che la seconda stagione vede protagonisti molti personaggi oltre i due fratelli e Mahone.

Gli evasori di Fox River sono 8, e tutti avranno una loro storia, importante per qualche motivo. Abruzzi morirà, così come il giovane ragazzi, tutti e due fatti fuori per mano o per ordine di Mahone, l’unico che riesce a fare progressi con il caso Scofield e Fox River. Infatti lo stesso agente FBI viene contattato e ricattato dalla Compagnia, avendo l’ordine non solo di catturare Michael e Lincoln, ma di ucciderli.

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Se tutto questo non bastasse si aggiunge anche l’agente Bellick, cacciato dalla prigione e attualmente disoccupato. L’ex poliziotto è avido e furbo, tanto che riesce inizialmente a catturare i fratelli, che però riescono a fuggire.

T-bag, il più cattivo degli evasori invece, scappa e va in giro, dopo essersi fatto “ricucire” la mano.

È impressionante come il pedofilo e stupratore sia l’unico che riesca ad andare avanti nonostante le precarie condizioni.

Franklin, dopo varie vicissitudini riesce ad avere la libertà.

Sarah invece viene prima perseguitata e poi salvata da Kellerman (che avrà un contatto anche con Michael e Lincoln), l’agente della Compagnia, che aveva precedentemente ucciso la mamma e il compagno di L.J, figlio di Lincoln.

L’ambientazione ovviamente cambia, si passa dagli Stati Uniti, dove gli evasi sono ricercati a Panama, dove probabilmente avrà luogo la terza stagione, visto che la seconda si conclude con Michael, Bellick e Mahone in una prigione proprio di Panama City, denominata “Sona”.

Mahone infatti ormai non è più dalla parte dei cattivi. Ha capito che la Compagnia voleva farlo fuori e allora è stato il primo a pensarci. Alexander e Michael non saranno amici, ma comunque adesso sembrano essere dalla stessa parte.

Senza dimenticarci di Sucre, che ha un percorso molto complesso, cercherà la moglie insistentemente, ma avrà sempre qualcuno ad inseguirlo. Si allontanerà da Michael, ma probabilmente non definitivamente.

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Una stagione davvero confusionaria, ma nonostante questo decisamente brillante. Tra prima e seconda, sono davvero pochissimi i momenti di pausa, non è possibile riprendere fiato (ed è obbligatorio fare binge watching).

Se le premesse di Prison Break erano ottime dopo la stagione pilota, queste sono state davvero confermate da un’ottima seconda piena di adrenalina e dinamicità.

Con Michael, Lincoln non c’è da annoiarsi questo è sicuro, vedremo cosa ci riserveranno Sona e la terza stagione. Sembra quasi un ritorno alle origini.

Voto: 8.5

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