Westmoreland, è colui al quale l’ingegner Scofield finisce forse col voler più bene. Il detenuto è ‘forse’ il famoso D.B. Cooper, ma è comunque colui che rappresenta per molti dei futuri evasi del team Scofield una motivazione, un esempio, un punto d’unione.
Lo pseudonimo è anche nome programmatico, il falso abbraccia il vero.
È solo il ‘Paese più ad ovest‘ (West-more-land) a nascondere uno stupendo biglietto d’oro del valore di 5 mln di dollari. Lo stato dello Utah nasconde il bottino dell’impresa criminale. Un anziano e canuto uomo accarezza solitario il suo gatto, un anziano uomo, tanto pacifico quanto silenzioso, cela forse un segreto troppo grande.
Il buon Westmoreland paga il prezzo della pena detentiva per un altro conto, ma il caro Scofield scruta troppo dettagliatamente ogni cosa. Quello che è solo un sospetto per molti detenuti, diviene sempre di più certezza per pochi eletti. Il ladro del clamoroso colpo all’aereoporto non può passare inosservato, anche se il governo statunitense ha sminuito la portata della vicenda e soprattutto quella del corposo bottino.
La reticenza di una ingombrante rivelazione, non potrà essere continuamente sospesa.
Qualcosa che un inquilino di Fox River, desidera ancora di più di qualsiasi altra persona. Il biglietto ‘evadi da prigione’ ha la firma di Michael Scofield, ma il biglietto d’oro è del rapinatore Westmoreland
D.B. Cooper in arte furtiva “Charles Westmoreland” non è ancora incluso in quella traballante ‘lista partenti‘, quella famigerata lista prima stilata, poi riformulata, strappata e rieditata dal buon Scofield. Un uomo che sembra aver smarrito il fuoco della battaglia, un uomo forse troppo vecchio per chiedere alla vita un pericoloso soffio di libertà.
Se Mike con Sucre condivide lo spazio angusto e claustrofobico della cella, empatizzando e instaurando una solida amicizia, con Charles, Michael, condivide l’arguzia e capacità fuori dal comune. Lontani dalla folle sociopatia dalle pulsioni variegate di T-Bag, lontani dall’impatto criminale di John Abruzzi, lontani dalle confessioni d’amore di Sucre per la sua Mari Cruz, lontani dall’ottica di giustizia personale di Michael finalizzata nel liberare Lincoln Burrows, lontani da tutto.
Scofield-Westmoreland sono il binomio, le rette perpendicolari dell’intelligenza e della genialità, l’alchimia perfetta. Due attenti e arguti scrutatori, nonchè pianificatori eccelsi.
Il genio della pianificazione di una rapina riuscita e quasi finita nel dimenticatoio, stringe la mano all’ingegnere astuto che diviene sempre un miglior genio tattico d’evasione. In quello spazio animale e corrotto di Fox River, pianificare un’evasione è quasi proibitivo.
Il leone John Abruzzi è ferito dalla serpe T-Bag, Sucre non può più aspettare, l’agente Bellick continua a beneficiare del suo grado, C-Note ha la sua finalità, Michael non deve perdere il focus dell’obiettivo del suo malcapitato fratello. Fox River è decisamente un crocevia di disperazione, necessità, interdipendenza e convenienza, ma due uomini hanno il coraggio e la voglia di capirsi ed aiutarsi.
Il momento cruciale è ormai giunto, l’evasione è alle porte. Una fiorda mal assemblata legata da interdipendenze, fiducia, reciprocità, interesse e minacce sta per riassaporare l’ebbrezza e la dolcezza del vento della libertà. Un uomo anziano è insanguinato, la libertà per lui è, e sarà, ancora un utopia. Scofield sta per conoscere ogni cosa e Scofield promette di andare a trovare la figlia dell’ormai morente ex-ladro.
Un anziano, gentile e sincero, può finalmente spogliarsi di una maschera e rivelare al suo giovane amico Mike, ogni maledetta cosa:
“Ecco, il fatto è che sotto quel silo non c’è un milione di dollari… ci sono cinque milioni di dollari“
Scofield timbra il biglietto ‘evadi da prigione’ per i suoi amici e ricattatori, Westmoreland regala un biglietto d’oro a uomini diversi, giusti e sbagliati, che vogliono soltanto essere liberi. Charles Westmoreland è un soggetto con il quale è cosa impossibile non empatizzare.
Il buon Charles, è semplicemente quel ladro gentiluomo d’altri tempi.
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