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Se Psych (disponibile qui in streaming) fosse stata realizzata negli anni settanta, avrebbe conteso uno dei pochi titoli italiani migliori dell’originale, Attenti a quei due (The Persuaders). Danny Wilde e Shawn, irriverenti e vulcanici. Brett Sinclair e Gus, precisi e rigidi. La contrapposizione degli elementi, in questo caso dei caratteri, è sempre una mossa vincente. Aggiungendo una buona dose di ironia e di inside joke che potrei provare a tradurre con un maccheronico “sfottò/scherzo tra di noi”, Psych conquista il titolo di regina per il sotto genere mistery-comedy che sta ampliando i suoi confini e non ha nulla da invidiare al capostite mistery drama.
Psych: o anche ananas per tutte le stagioni

La leggenda dice (ma anche il creatore della serie Steve Franks, quindi sarà vero) che James Roday, che interpreta Shawn, abbia improvvisato una gag con un ananas, un oggetto di scena che si trovava nell’appartamento di Gus. James Roday se ne appropria, improvvisa una battuta e diventa l’easter egg presente in tutti gli episodi. L’ananas sarà citato/rappresentato in ogni dove, nei momenti e nelle forme più impensate, perfino in un’ombra. Testimone silenzioso delle avventure dei due detective, uno sfizio, una citazione ossessiva, come i cameo di Hitchcock. Come spesso accade, le mosse vincenti nascono per caso. Cercare l’ananas, individuarla, diventa un gioco compulsivo per chi segue la serie e attira anche altri seguaci col passa parola. Davvero un ananas per tutte le stagioni della serie.
Non chiamatemi col mio nome
Burton Guster (Dulé Hill), Gus per gli amici, mille e altri nomi per il migliore amico, nonostante tutto, Shawn. Gus è la vittima sacrificale dell’eccesso di energia verbale che contraddistingue Shawn, che lo presenta ai vari interlocutori con i più sofisticati, intricati, divertenti, esilaranti alias. La vera carica ironica di questi soprannomi, purtroppo, si perde con la traduzione per motivi puramente linguistici e non per incapacità degli adattatori. Non si limita al ludibrio pubblico ma persiste anche nel privato, non c’è bisogno di una platea per fermare Shawn dall’apostrofare l’amico con frasi tipo “Gus, non essere la virgola tra Earth, Wind & Fire”. Geniale!
Cosa resterà degli anni 80 in Psych

Oltre a essere legati dall’amicizia nata nell’infanzia, Gus e Shawn condividono la passione sfrenata per gli anni 80 e che trova libero sfogo nel primo episodio della seconda stagione, American Duos. Nell’ambito delle loro indagini hanno l’opportunità d’impersonare, a distanza di anni dal loro exploit in una recita scolastica, i loro idoli: Michael Jackson e Roland Orzabal dei Tears for Fears. La serie è costellata di continui riferimenti e citazioni agli anni 80. Ne cito una su tutte. Shawn in una delle sue consuete ricche presentazioni di Gus, lo introduce così alla sorella di Lassiter che sta girando un video per la sua tesi di laurea: “This is my partner Radio Star. I’m afraid your video will kill him” (quinta stagione, quindicesimo episodio). I Buggles ringraziano.
True Detective Lassiter

Come in ogni serie mistery che si rispetti, anche in Psych il vero detective non può mancare. Carlton Lassiter non brilla in simpatia e la sua scontrosità è continuamente sollecitata da i quasi “fake” detective Shawn e Gus. Il suo mantra ricorrente che aggiunge humour alla serie è la descrizione di cosa preferirebbe fare piuttosto che aderire ai suggerimenti di Shawn. Da “preferirei fare una doccia con un orso” a “Preferirei innamorarmi di una vegana” con buona pace delle associazioni animaliste e praticanti vegani. Il politicamente corretto non è divertente e in Psych l’umorismo, l’ironia anche surreale, è parte integrante. Un motore che fa muovere i personaggi e le storie. Non ci sono drammi neanche quando ci sono dei cadaveri. Una risata li seppellirà.