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Una brutta recensione di Quantico

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Ho iniziato a guardare Quantico pensando fosse una Serie Tv ben fatta. Una buona spy-story, capace di offrire suspense a gogo, ansia e trepidazione costante. Per non parlare dei combattimenti, avvincenti e realistici. Il risveglio da questo sogno che avevo idealizzato è stato traumatico. 

Mai, da quando la memoria mi assiste, una Serie Tv aveva intrapreso una parabola discendente in così poco tempo. Allo stesso modo, mai il declino si è dimostrato talmente irreversibile da non rivelare il benchè minimo barlume di speranza o fiducia in vista del futuro. E ancora, mai nessun altro telefilm prima di questo ha goduto così tanto nello sguazzare in mezzo al mediocre, al goffo e allo stereotipato.

Certo, esistono altri prodotti mal riusciti, ma ben pochi raggiungono il livello di ambizione di Quantico. Già, perchè, al contrario di quello che si può pensare, Quantico è una Serie Tv estremamente pretenziosa. Dietro ogni flashback mal gestito e ogni intrigo governativo mal raffigurato si nasconde il più classico dei “vorrei ma non posso”. Sotto questo aspetto è eguagliata soltanto da The Shannara Chronicles (di cui abbiamo parlato in questo articolo).

Di tutti i difetti palesati dalla Serie, quello più evidente è senza dubbio la sceneggiatura fallace.

morti

I dialoghi di Quantico sono a dir poco imbarazzanti e non è inusuale constatare la mancata corrispondenza tra parole e azione. Ad esempio, nella prima stagione, nel presente si fa riferimento a un legame tra due personaggi sviluppatosi durante l’addestramento. Si tratta di un chiarimento necessario ai fini della trama, senza che però sia realmente approfondito nell’arco temporale passato, quello relativo all’addestramento, appunto.

In egual misura, vanno considerati contraddittori praticamente tutti i provvedimenti intrapresi dal Bureau. Anzi, questi diventano addirittura surreali. Alcuni aspiranti agenti vengono espulsi dall’accademia per i motivi più futili – ancora una volta, solo perchè questo li rende funzionali alla trama – mentre vengono tollerati fatti estremamente più gravi.

In linea di massima, inoltre, la risoluzione del whodunit viene portata avanti senza un chiaro concept di base. Diversi aspiranti terroristi si passano la patata bollente, a turno, soltanto per giustificare il format a 22 episodi. Alla fine la rivelazione del colpevole non può lasciare soddisfatti. Anche perchè è difficile seguire la Serie con il necessario trasporto psicologico.

Troppo spazio è dedicato alle love story, nessuna delle quali però veramente intrigante. Sono storie d’amore costruite affinchè il pubblico più giovane possa far partire la propria ship, non c’è un dilemma morale profondo, dettato magari dal contesto in cui l’amore si sviluppa. Ne consegue che gli ostacoli che le coppie incontrano lungo il loro cammino sappiano di già visto.

Quantico finisce così per implodere nei suoi punti di forza.

Ho cominciato a guardare la Serie anche e soprattutto per la struttura narrativa. Era incoraggiante la presenza di almeno due diversi livelli temporali di base, nella speranza che mostrassero tutte le varie tappe del butterfly effect, a partire dal primo battito d’ali (nella fattispecie, come nasce e si sviluppa l’attentato che ha messo New York in ginocchio).

I flashback vengono però utilizzati malissimo. Le analogie tra presente e passato non sfruttano nemmeno l’1% delle potenzialità che un genere come quello della spy-story potrebbe sfoggiare con una simile struttura. Come già detto, il troppo spazio concesso agli amori adolescenziali non rende Quantico, di fatto, nemmeno una vera e propria spy-story. Di conseguenza, alla lunga, i flashback finiscono per stancare per quanto, essendo una peculiarità della Serie, non si possa ometterli. E infatti il format è ripreso nelle stagioni successive.

Come se non bastasse anche il cast, complessivamente molto giovane, non contribuisce a innalzare l’asticella della Serie verso l’alto. Quantico si compone di una sfilza di attori indiscutibilmente belli ma, salvo le dovute eccezioni, non altrettanto bravi. Anzi, probabilmente il volersi rifare gli occhi è l’unico motivo sensato per vederla.

La cosa che fa più rabbia è che tra i produttori figura un “Lynch”

Quantico

La figlia di David Lynch, infatti, non solo fa parte dei produttori esecutivi ma ha anche diretto alcuni episodi. Inspiegabile quanto sia coinvolta nel progetto, visto il dislivello tra questa mediocre Serie Tv e le raffinatissime opere a cui è abituata quotidianamente. Peraltro quello di Jennifer Lynch non è l’unico nome altisonante che si è legato al progetto: nella terza stagione si è aggiunta al cast Marlee Matlin, premio Oscar 1987.

Perchè le due donne abbiano deciso di legarsi a una Serie tenuta in piedi solo dai buoni ascolti resta un cruccio mal digerito. Per quanto mi riguarda Quantico è e resta una delle più brutte Serie Tv che abbia mai guardato: un prodotto talmente mal costruito che sarebbe eccessivo anche da considerare in ottica guilty pleasure.