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Quelle Brave Ragazze – La Recensione della prima puntata di una vacanza epica

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Attenzione: la recensione contiene spoiler della prima puntata di Quelle Brave Ragazze

Quando una veterana dello showbiz come Mara Maionchi ha un’idea per un progetto televisivo mai visto, possiamo immaginare che ci troveremo davanti a qualcosa di originale e inaspettato. Quando quell’idea include poi due delle più grandi icone femminili del mondo dello spettacolo italiano quali sono Orietta Berti e Sandra Milo, l’immaginazione si trasforma in certezza, perché com’è possibile fallire quando tre personaggi di questa caratura e con questo carisma si riuniscono per partire per un viaggio on the road con destinazione a sorpresa? Quelle Brave Ragazze, o come avrebbe voluto chiamarlo Mara Maionchi “Il viaggio delle vecchie“, è il racconto in sei puntate dell’avventura spagnola di tre donne straordinarie la cui età combinata ammonta a 248 anni, ma che si sono messe in gioco con una voglia di divertirsi e imparare che molti ventenni invidierebbero. Accompagnate dal giovane italo-spagnolo Alessandro Livi e armate di un tablet che servirà loro per conoscere cosa le aspetta, Orietta, Mara e Sandra si sono lasciate coinvolgere in una vacanza in giro per la Spagna in cui la presenza delle telecamere è stata presto dimenticata tanto dalle protagoniste quanto dagli spettatori, caratterizzata da una spontaneità rara per la televisione contemporanea, nonché da un divertimento talmente genuino da lasciare pochissimo spazio ai dubbi sulla riuscita del progetto.

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Durante la prima puntata di Quelle Brave Ragazze, le tre viaggiatrici scoprono la destinazione di un viaggio che le porterà a conoscersi e fare nuove esperienze, dimostrando quanto non mai che l’età è solo un numero. Partendo alla volta della capitale spagnola Mara, Orietta e Sandra si preparano non soltanto a scoprire un nuovo paese, ma soprattutto a lasciarsi andare e accettare tutto quanto verrà con grande ironia e voglia di fare.

Fin dai primi istanti di viaggio capiamo che nell’invitare Orietta Berti e Sandra Milo a prendere parte al programma, Mara Maionchi sapeva cosa aspettarsi, ma solo fino a un certo punto. La discografica italiana più diretta, colei che si è fatta amare dal pubblico televisivo per il suo essere senza filtri e per non perdere mai occasione di esprimere la sua opinione, di fianco alle sue compagne di viaggio sembra l’amica sobria e responsabile, quella a cui per tutta la durata della vacanza tocca gestire le uscite senza senso delle altre, nonché tenerle sotto controllo perché non si perdano o perché tornino a casa senza rivolgere la parola a ogni sconosciuto interessante che incontrano per strada. Guardare Mara Maionchi in imbarazzo mentre Orietta Berti intrattiene conversazioni in italiano con gente che l’italiano non sa nemmeno cosa sia, o mentre Sandra Milo si ferma a ogni palazzo di Madrid per decantarne la bellezza e la poesia, è il più forte segnale a dimostrazione del fatto che Quelle Brave Ragazze è una produzione che vuole davvero puntare sulla naturalezza e la sorpresa, nonché sul genuino divertimento delle protagoniste.

quelle brave ragazze
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Vedere tre professioniste straordinarie, che nelle loro lunghe carriere hanno raggiunto traguardi impensabili e che non hanno mai smesso di rinnovarsi e crescere, affrontare Quelle Brave Ragazze come tutti noi affronteremmo una vacanza last minute con i nostri amici è un’esperienza che riesce a straniare eppure coinvolgere lo spettatore, anche in un mondo in cui grazie ai social siamo abituati a poter sbirciare nella vita quotidiana delle celebrità quasi in ogni istante.

Ecco allora che quando Orietta Berti perde la carta d’identità ancora prima che l’aereo decolli, o quando Sandra Milo ha una crisi di panico appena arrivata a Madrid perché la casa non è di suo gradimento, o ancora quando Mara Maionchi non perde occasione per tentare di persuadere le amiche ad andare a fare una bella puntatina al casinò, la mente vola inevitabilmente a tutte quelle volte in cui anche noi ci siamo in un siamo trovati nella loro stessa posizione. Quelle Brave Ragazze porta in scena un susseguirsi di situazioni che sono familiari al pubblico, ma che diventano incredibilmente comiche e nuove nel momento in cui a viverle sono tre delle più grandi icone del mondo dello spettacolo italiano, che pur nella loro fama sono di una naturalezza rara, che restituisce alla produzione una parvenza di sincerità che ne rappresenta uno dei più grandi punti di forza.

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L’essenza stessa di Quelle Brave Ragazze è lo stravolgimento narrativo del linguaggio della terza età, che siamo abituati a sentirci dire essere una fase di “non vita”, di contemplazione senza azione, di solitudine e attesa, un punto di arrivo senza possibilità di andare avanti. Questa prospettiva viene ribaltata, mostrandoci come a ottant’anni si può ancora conoscere e scoprire, nonché fare nuove esperienze. È allora di fondamentale importanza ascoltare Orietta, Mara e Sandra mentre si raccontano delle loro avventure sentimentali e delle loro prospettive future, ma è anche una boccata d’aria fresca vederle sviluppare un rapporto d’amicizia così solidale e sincero, che le porta a potersi sentire comprese e lasciarsi andare mentre affrontano missioni che come spettatori non possiamo che definire come indimenticabili. Perché, siamo onesti, potremmo mai dimenticare Orietta Berti che interrompe il concerto di una band metal sperimentale per chiedere al cantante se conosce i Maneskin (“Sono i miei amici!”) o Fedez e Achille Lauro (“Fedessss? Achille Lauro? Io canto con loro, abbiamo fatto 5 dischi di platino”)? Davvero potremmo scordarci di Sandra Milo che si lascia trasportare dall’atmosfera del night club mettendosi a ballare come la maggior parte di noi non hanno fatto nemmeno nei loro anni di gloria? Immagini come queste, oltre a strappare più di una risata al pubblico, sono la testimonianza dell’importanza di un programma quale Quelle Brave Ragazze, che si inserisce nel filone di ricostruzione narrativa della terza età inaugurato da Cuori senza età, e ripreso da Grace and Frankie e Il Metodo Kominski.

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La prima puntata di Quelle Brave Ragazze vola, si esaurisce fin troppo presto lasciandoci orfani delle canzoni di Orietta Berti (il cui repertorio sembra poter coprire ogni evento passato, presente e futuro manifestatosi nell’universo), delle classiche uscite alla Mara Maionchi e della meravigliosa fanciullezza esistenziale di Sandra Milo. Il programma mantiene tutte le promesse di partenza, regalando un’ora di divertimento sfrenato e genuino, ma riesce persino a superarle grazie alla naturalezza della dinamica instaurata dalle tre viaggiatrici, nonché grazie all’infinito carisma che le caratterizza. Le protagoniste di Quelle Brave Ragazze non scendono a patti con niente e con nessuno, anzi, sono se stesse in ogni istante, consapevoli della propria forza e della propria gioia di vivere. La sensazione di spensieratezza che rimane dopo la visione è il lascito di una produzione che si rivela vincente su tutta la linea, perché nata da un’idea geniale è stata capace di portarla avanti con originalità e senza mai scendere a compromessi, restituendoci un esilarante resoconto di quello che sappiamo già essere stato il viaggio di una vita.

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