Zerocalcare non ha mai nascosto il suo amore per la musica, presente da sempre e in quantità massicce anche nelle graphic novel dell’amatissimo fumettista romano: Strappare Lungo i Bordi aveva confermato la cosa e, di conseguenza, Questo mondo non mi renderà cattivo non fa che ribadire il concetto con una soundtrack immersiva. Quello che ci fa vivere Zerocalcare con la selezione di canzoni è un viaggio variopinto, cupo e denso di emozioni sul viale dei ricordi più intensi.
Anche questa settimana la serie animata è stata confermata come la più vista in Italia su Netflix e la sua viralità è esponenziale. Le citazioni che girano sono infinite e la colonna sonora, curata da Giancane, ha dei pezzi ancora più interessanti del precedente Strappare lungo i bordi. Oltre a Sei in un Paese meraviglioso, di quest’ultimo, che apre il primo episodio ci sono Cure, The Clash, Oasis, Moderat, Cigarettes After Sex, Lou Reed.
Le colonne sonore di Zerocalcare: un vero e proprio personaggio
Proprio come nella scorsa serie televisiva di animazione, anche stavolta la colonna sonora riveste un ruolo importantissimo. In generale, la playlist delle sue produzioni (su carta e su schermo) non è mai un accessorio ma qualcosa che ricopre un ruolo fondamentale nel mezzo audiovisivo, poiché evoca atmosfere, provoca sensazioni, fa da contrappunto e sottolinea stati d’animo, oltre che azioni.
Nelle serie di Zerocalcare, prima in Strappare lungo i bordi e ora in Questo mondo non mi renderà cattivo, la musica è un “personaggio” a tutti gli effetti, una protagonista. L’inserimento del brano del 2018 Questo mondo non mi renderà cattivo del cantautore Path – che ha ispirato il titolo della nuova storia – è emblematico per comprendere come la colonna sonora di entrambe le serie sia stata pensata contestualmente alla loro stesura, come parte integrante della sceneggiatura, alla stregua di un personaggio.
La musica prima della scena
Zerocalcare ha affermato più volte che il suo approccio all’animazione nasce dalla volontà di far ascoltare le canzoni che lui stesso aveva in mente mentre scriveva e disegnava le storie a fumetto. In una intervista rilasciata a Sky ha ribadito tale concetto: “Così come anche quando scrivo un libro spesso la scelta di alcune scene è ispirata proprio dall’ascolto di una canzone, anche alcune scene di Strappare lungo i bordi e di Questo mondo non mi renderà cattivo sono state scritte pensando a un brano ben preciso”.
E il viaggio in cui ci ha accompagnato, insieme alla sua coscienza con la forma di armadillo e con la voce di Valerio Mastandrea, è stato un percorso incredibile. Zerocalcare ci ha sorpresi un’altra volta ancora: esiste un mondo dove è possibile realizzare serie tv che fanno ridere e fanno piangere. Un Altrove di bluvertighiana memoria abitato da felicità e nostalgia. Questo mondo non mi renderà cattivo ci ha rapito, ci ha presentato uno Zerocalcare più maturo, forse disilluso, ma tremendamente attaccato al suo passato, al suo presente e al suo futuro. E la musica è il collegamento tra questi 3 archi temporali, l’anello di congiunzione di un tempo dinamicamente statico. Tutti noi che abbiamo guardato la serie tv ci siamo sentiti a volte Zero, a volte Sarah e a volte Cesare: siamo semplicemente umani. Fallibili e fragili.
E siamo belli per questo.
Siamo quelli che sulle note di una canzone rivivono istantanee di un passato che credevamo perse, quelli che camminano sul viale dei ricordi al fianco di Zerocalcare, quelli a cui piace lasciarsi accompagnare dalla sua colonna sonora. In un mondo in cui ormai la figura dell’antieroe – sdoganata e declinata in ogni sua sfumatura – è quella dominante, il fumettista con l’accento romano ci racconta – con la sua musica e i suoi disegni – quanto sia bello essere semplicemente inadatti, senza troppe dietrologie filosofiche. E la musica di Questo mondo non mi renderà cattivo ci culla nella nostra autentica inadeguatezza, ci assolve da tutte le brutture del mondo. Rock, punk, italiana, inglese e indie: non importa il genere o la lingua.
Stiamo camminando nel magico mondo dell’artista, nella coscienza di Zero(calcare). Tutto è un turbinio di suoni: voci familiari come quella di Giancane, chitarre che sembrano sirene della polizia e invece sono quelle dei The Clash, canzoni da sagra dei Ricchi e Poveri e ballate immortali dei The Cure, per poi far calare il sipario con Spirits degli Strumbellas. E alla fine, cosa ci rimane? Uno schermo nero e i titoli di coda che scorrono in avanti, mentre noi inchiodati sul divano sorridiamo: Zerocalcare ci ha fregato pure questa volta. Ci ha raccontato che lui, i suoi amici, noi stessi, non sorridiamo quasi mai, perché troppo accartocciati a ridere o troppo tesi verso l’incazzatura. Ma ci ha anche spiegato che ogni tanto è possibile essere sereni, come dei ragazzi felici che mangiano un gelato al parco. Ed eccoci lì: i titoli di coda scorrono, i The Strumbellas cantano Spirits e noi, per una volta, siamo davvero felici.