Quicksand c’era prima che Clark e Young Royals arrivassero. C’era quando ancora Netflix disconosceva totalmente le produzioni svedesi, e c’era quando il suo esordio fu unico nel suo genere. Quicksand è infatti la prima produzione Netflix svedese, il crime che ha aperto le porte al paese facendo intravedere le sue grandi potenzialità fino a quel momento nascoste. Distribuita durante l’anno 2019, Quicksand è diventata presto una Serie Tv ambigua non soltanto da un punto di vista narrativo ma anche di impatto. Ancora adesso, ben tre anni dopo, non si riesce a capire se siamo di fronte a un prodotto ricercato oppure no. A questo quesito si potrebbe rispondere affermando che la serie svedese non è altro che un compromesso tra la nicchia e il conosciuto, tra gli applausi e l’indifferenza di chi non ha mai visto questo prodotto. Il rumore, seppur minimo, che ha prodotto Quicksand non è però qualcosa di dimenticabile per chi si è gustato le sei brevi puntate, e con ragione. Non siamo infatti di fronte a un prodotto mediocre o gustabile per sete d’intrattenimento, tutto l’opposto. Quicksand è infatti una Serie Tv degna d’esser chiamata di qualità. Una Serie Tv che utilizza il mezzo del crime per scavare a fondo di un sistema sociale che sembra fatto di lustrini e perfezione, e che invece nasconde il dramma al proprio interno. E’ il pianto rotto e silenzioso di una società che cerca di nascondere il proprio brutto inventandosi un bello che non esiste. O, almeno, non in questo caso.
Quicksand è un viaggio in cui tutto quel che luccica è in realtà fittizio. Far brillare tanto qualcosa potrebbe servire per nascondere quel che non va, ed è questo ciò che fanno i protagonisti della Serie Tv svedese. Ma purtroppo per loro, tutto questo non è così semplice.
Attraverso due sistemi temporali divisi tra il presente e passato, Quicksand racconta la realtà di un all’apparenza ricco e tranquillo quartiere svedese. La prima puntata comincia da un punto decisivo per la narrazione: Maja, la protagonista, è di fianco a un fucile con accanto i corpi morti e massacrati di tanti, troppi studenti. Siamo in un’aula di scuola, e la disperazione è la prima sensazione che apre questo drammatico e intricato racconto. Fin dal principio appare chiaro a tutti quanti che la colpevole di questo massacro sia Maja, ma un flashback ci riporta lontano nel tempo fino all’anno precedente, momento in cui la vita di Maja proseguiva nel modo più normale ed equilibrato possibile. Studentessa modello e con un gran futuro davanti, la ragazza incontra per la prima volta Sebastian, un ricco ragazzo svedese, e – immediatamente – se ne innamora. I due cominciano presto una relazione sentimentale che sembra far felici tutti: lei, così tanto innamorata, lui, il padre del ragazzo e i genitori di Maja. I due sono convinti che questa relazione possa restituire a Maja delle grandi opportunità. Frequentare Sebastian significa infatti venire a contatto con gente di un certo tipo, eventi di straordinaria importanza. In cuor loro sperano che i sentimenti che i ragazzi provano possano anche tramutarsi in opportunità, ma le cose non saranno così semplici.
Più andiamo avanti nella narrazione più infatti scopriamo il lato buio non solo di Sebastian, ma anche di tutto quello che gli sta intorno. Le risate che la coppia condivideva inizialmente presto si plasmano diventando lacrime, droga, alcol, e tormenti. Maja prova in tutti i modi ad aiutarlo, ma non sembra esserci alcun modo per farlo. Il tunnel in cui è finito Sebastian, o in cui è sempre stato, è troppo lungo e cupo. Nessuno ha mai fatto nulla per aiutarlo, tanto da fargli pensare che la sua condizione fosse in qualche modo normale. Ma niente è normale nella sua vita, ed è questo che porta la sua tristezza a diventare presto disperazione e poi follia.
Attraverso Sebastian e Maja, così, Quicksand indaga dentro un mondo patinato e apparentemente perfetto dimostrando che tutto quel che brillava era in realtà falso e inventato per spodestare i problemi e le crisi e far posto a una finta perfezione. L’élite che la serie svedese presenta è infatti immersa nella baldoria per non ascoltare il suono della propria disperazione, della propria vita surreale e totalmente priva di equilibrio. Nessuno si preoccupa dell’altro o aiuta il figlio perché agire significherebbe riconoscere il problema, accettare che quel mondo perfetto non sia davvero reale, ma soltanto inventato.
Nessuno dei personaggi di Quicksand, eccetto Maja, accetta infatti davvero la vita in quanto tale. Tutti pretendono di poter annullare la parte negativa per preservare soltanto quella positiva, arrivando così a collassare totalmente su stessi. La follia di Sebastian era stata riconosciuta soltanto da poche persone, ed erano per la maggior parte tutte quelle lontane da quel mondo patinato che la Serie Tv svedese Netflix narra. Nessuno crede davvero che possa esser stato lui a commettere il massacro a scuola, accusando Maja di essere la colpevole. Credere che sia lei è più semplice e meno compromettente, e li aiuta nel continuare a pensare che – alla fine – in loro vada tutto bene, che nulla vada corretto. Sebastian, d’altronde, si configura quasi immediatamente come un’ennesima vittima, dato che lui ha perso la vita nello stesso massacro. Ma è anche da questo drammatico evento che comprendiamo che cosa voglia raccontarci davvero Quicksand: nessuno piange per la sua morte. Al contrario, questa viene utilizzata per poter affermare ancor di più il vittimismo e l’innocenza di quel perfetto quartiere. Anche Sebastian, così, diventa una marionetta nelle mani di una società che non l’ha aiutato e che poi, una volta perso, lo ha utilizzato per affermare ancora di più la propria forza.
Nonostante Quicksand si presenti come una Serie Tv crime, non è il mistero a tenere banco. Il massacro è soltanto un mezzo attraverso il quale vengono sviscerati i malfunzionamenti di una società corrotta da se stessa per prima, una società che non può scaricare la colpa su dei terzi ma solo su di sé. Per questo motivo Quicksand diventa presto una grande sorpresa nel catalogo Netflix. Se inizialmente si ha infatti l’impressione di aver un solito crime di fronte, con il passare della prima puntata sarà chiaro non esser questa la realtà. Quicksand è un prodotto che analizza e studia il decadimento dell’etica, della morale, della perdita di vista di ciò che conta davvero. E’ il baratto tra economia e valori, tra apparenza e realtà. E’ il luccichio della finzione, la messa in scena di una società ipocrita che finge di star bene, mentre lentamente si smarrisce.