Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler de Il Conte di Montecristo
Da quando, nel 1844, Alexander Dumas pubblica il romanzo Il Conte di Montecristo, la storia di vendetta più bella della letteratura moderna ha avuto modo di attraversare molte epoche diverse. Sono circa quattordici, i film tratti dal grande libro, per non parlare degli sceneggiati televisivi e addirittura manga ispirati alla storia di Edmond Dantes. Il film più recente, del 2024, è seguito dalla miniserie che è uscita il 13 gennaio su RaiPlay (insieme ad altre novità), una produzione italo francese (tra le nuove serie italiane del 2025) da cui ci si aspetta moltissimo. Soprattutto per il cast coinvolto, che raduna talenti internazionali del calibro di Jeremy Irons (in merito).
La miniserie Il Conte di Montecristo, di cui è appena andato in onda il primo appuntamento, è diretta da Bill August e scritta a quattro mani da Greg Latter e Sandro Petraglia, che fanno incontrare il mondo francese con quello italiano, senza dimenticare una certa cadenza anglofona.
Sam Claflin è il protagonista, il nostro Edmond Dantes, Blake Ritson è il rivale Danglars, Ana Girardot è Mercedes e, come si diceva, Jeremy Irons è l’abate Faria, uno dei personaggi più interessanti dell’intera storia. Per un totale di otto puntate, Il Conte di Montecristo promette di farci rivivere una delle storie più raccontate dal cinema. E di farlo in maniera del tutto nuova.
Non tanto per una questione di narrazione, che è più o meno in linea con quello che ci aspetteremmo da una produzione Rai Fiction, quanto per una linea tradizionale sorprendentemente coerente e funzionante. Il Conte di Montecristo è una miniserie, almeno a vedere i primi due episodi, che tiene alla tradizione, che rimarca la linearità e che gioca poco con gli espedienti cinematografici. Se non fosse per il primissimo flash forward, nella primissima scena del primo episodio, non ci sono grandi salti temporali né strane inversioni di rotta.
La storia che viene raccontata pare essere più che letterale, più che aderente al libro. Sembra che la miniserie Il Conte di Montecristo non abbia troppa voglia di sperimentare. Il che non è per forza un male, anzi. Sappiamo che spesso la semplicità vince su tutto. Soprattutto quando la storia è talmente potente da sola da non avere affatto bisogno di nessuna aggiunta, dettaglio o vezzo da parte del regista o dello sceneggiatore.
La miniserie Il Conte di Montecristo racconta la storia di Edmond Dantes diventare il Conte dell’isola di Montecristo e la fa rispettando lo scrittore che ha dato vita alla storia. Affidando alla bravura di Sam Claflin gran parte del compito.
La trama è presto detta, nonché conosciuta a livello internazionale e storicamente riconosciuta come capolavoro. Edmond Dantes è sulla cima del mondo, è appena diventato il capitano della nave che ha servito fin da ragazzo, sta per sposare Mercedes ed è diretto a Parigi, per la prima volta nella sua vita. Edmond è un ragazzo con la testa sulle spalle, che ha sempre lavorato duro soprattutto per aiutare il padre e per potersi permettere di sposare la sua amata. Ma il suo compagno di ciurma, Danglars, e un altro pretendente di Mercedes, Fernando, hanno altri piani per Edmond. Entrambi gelosi per due motivi diversi, lo incastrano e lo fanno passare per traditore del Re (siamo alla fine dell’Ottocento e Napoleone è stato esiliato da poco ed è considerato un reietto). L’uomo che avrebbe dovuto fare a Dantes un onesto processo, agisce in maniera losca per coprire una sua stessa onta familiare e spedisce Dantes in prigione.
Proprio quando sta per cedere all’istinto di sopravvivenza, dopo dodici anni di prigionia, l’abate Faria fa irruzione nella vita di Dantes.
I due sono entrambi detenuti ma Faria ha trovato il modo di evadere, anche se ha sbagliato dei calcoli. Quello che gli occorre sono, infatti, i muscoli e la giovinezza di Dantes il quale, in cambio, riceve un’istruzione senza eguali.
Edmond, a questo punto, riesce a scappare per mare, con in testa una chiara idea di vendetta nei confronti di Gerard de Villefort, che lo ha fatto imprigionare. È qui che si conclude il secondo episodio della miniserie Il Conte di Montecristo, che per ora ci ha confermato ciò che ci aspettavamo da lei. Uno stile lineare, senza troppi colpi di scena né intrighi narrativi. Uno stile rassicurante, quello che ci aspettiamo di vedere sulle reti Rai. Ma anche un certo appetito di novità, un certo sentore di sorpresa. Che, forse, non arriverà a livello tematico ma che potrebbe stupirci a livello stilistico. Sam Claflin, ma anche tutto il cast internazionale, ci danno un’idea di respiro più ampio rispetto al solito.
Il protagonista, che interpreta Dantes in modo credibile e piuttosto asciutto, è molto bravo a coniugare il rispetto per il romanzo con uno stile attoriale più fresco e meno scontato. Il personaggio di Dantes, fin dal romanzo Il Conte di Montecristo, è un personaggio complesso e molto labile.
Le sue emozioni, che lo guidano dall’inizio alla fine, sono centrali e predominanti sulle sue azioni. La vendetta, che è il sentimento che ha più spazio ne Il Conte di Montecristo, è una vera e propria protagonista.
Per il momento, nei primi due episodi della miniserie Il Conte di Montecristo, questo sentimento vendicativo è solo accennato. Non le viene ancora data quell’importanza che avrà poi in seguito. Il motivo è semplicemente narrativo, i primi due episodi ci raccontano di Edmond Dantes e di Faria principalmente. Ci raccontano l’inganno e la detenzione e finiscono con la libertà. Sono, insomma, piuttosto riassuntivi della parte meno dinamica della storia de Il Conte di Montecristo. In alcuni momenti, forse un po’ troppo. Ma c’è anche da dire, in loro difesa, che per poter raccontare una storia complessa e comunque lunga come quella de Il Conte di Montecristo in otto episodi, qualche dettaglio bisogna pur tralasciarlo.
Per ora, nei primi due episodi, sono stati tralasciati dei dettagli non troppo significativi. Di cui, insomma, si poteva fare tranquillamente a meno. Quello che si perde leggermente è la motivazione di Danglars, che è invece un personaggio molto potente e pieno di emozioni complesse e molto interessanti.
Nella miniserie Il Conte di Montecristo, la sua gelosia viene giustificata solo in quanto tale, e viene indagata pochissimo, quasi come fosse un capriccio. Posto che, come dicevamo, deve esserci una vittima a sacrificare la propria storia, per chi ha letto il libro potrebbe essere deludente l’attenzione dedicata a Danglars.
Oltre e questo piccolo dettaglio, i primi due episodi de Il Conte di Montecristo, disponibile su RaiPlay da oggi, 13 gennaio 2025, sono convincenti. Non fanno nulla di più di quello che non ci si sarebbe aspettati da loro. Convincono ad andare avanti, sono ben aderenti alla storia di base e stringono quindi un forte legame con i lettori di Dumas, che potrebbero essere il loro pubblico più difficile. Il cast, che per i primi due episodi è composto soprattutto da Sam Claflin, Blake Ritsone Jeremy Irons, funziona sia a livello estetico che a livello narrativo. Insomma, Il Conte di Montecristo mette a segno il primo punto e si prepara ad ottenere un successo che il film del 2024, per esempio, non ottenne.
Una serie dilatata in più episodi, e quindi con più tempo a disposizione, potrebbe riscattare quell’insuccesso e potrebbe soprattutto ottenere un effetto mediatico molto più ampio.
Basti pensare che, ancora prima che uscissero i primi due episodi, molti ragazzi su TikTok hanno iniziato a leggere e a condividere il Il Conte di Montecristo di Dumas. Insomma, la miniserie ha sicuramente un grande potenziale e anche una grande responsabilità letteraria che ha, però, tutti gli strumenti per lasciare il segno. Per il momento, Edmond Dantes è su una spiaggia e respira finalmente libero, dopo quindici anni. E persino chi conosce già la storia, non vede l’ora di vedere il resto.