5. Il Gattopardo
Luchino Visconti, di nuovo, 1963. Un regista diverso, meno neorealista ma con quel passato così importante a spianargli la strada. Il Gattopardo è un film importante e complesso, fatto di tante cose che oggi si faticano a comprendere ma che definiscono il nostro paese e alcune dinamiche che lo compongono. Ambientato alla fine degli anni Sessanta dell’Ottocento, in una Sicilia controllata dall’aristocrazia nobiliare. Ma la piccola borghesia, anche grazie all’intervento di Garibaldi, minaccia la sua ascesa ai danni degli aristocratici. Fin troppo abituati a comandare senza rivali. Il principe Don Fabrizio di Salina e suo nipote Tancredi (che però è anche un garibaldino convinto) sono preoccupati per il loro status sociale che sta lentamente perdendo di importanza e di potere. Il mondo che Il Gattopardo ci racconta, attraverso la provincia siciliana, è provinciale ma anche molto globale, pur essendo ambientato nell’Ottocento (e ancora molto attuale, tanto da ispirare una nuova serie tv). C’è l‘eterna lotta tra ricchi e poveri o, meglio, tra ricchi e meno ricchi. È l’embrionale ascesa di una divisione classista che porterà alla rivoluzione che cambierà il mondo intero. È l’esatta spiegazione della famosissima frase “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Il cinema, la società, le persone: tutto deve cambiare perché tutto possa rimanere ben saldo nei nostri valori.