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Ramy è la storia di una vita a cui dare un senso

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Ramy è una serie tv creata e diretta dal comico Ramy Youseef, firmata da Hulu e disponibile in Italia su Starzplay. Attualmete sono disponibili due stagioni, ma la serie è stata già rinnovata per una terza stagione. Si tratta di un prodotto interessante, che sfrutta il binomio commedia-drama per regalarci un’inedita prospettiva dei Musulmani d’America. Analizzando con leggerezza e sagacia la vita di Ramy, nato e cresciuto nel New Jersey da genitori migrati negli Stati Uniti dall’Egitto.

Ramy è una serie tv innovativa, provocatoria e leggera che non molti conoscono in Italia. Ogni stagione si compone di 10 episodi dai 20 ai 40 minuti ciascuno e la seconda stagione si arricchisce della presenza di Mahershala Ali, primo attore musulmano a vincere un Oscar, il quale ha ricoperto il ruolo dello sceicco Ali Malik. La serie, infatti, vanta molti riconoscimenti all’estero tra cui un Golden Globe Award nella categoria Best Actor in a Television Series Musical or Comedy, per il protagonista Ramy Youseef. Oltre che due nomination ai Primetime Emmy Awards e la vittoria di un Peabody Award.

Alla storia principale di Ramy, con le sue molteplici disavventure, si affiancano le storie dei suoi familiari e amici. La sorella Dena, che cerca di barcamenarsi tra la necessità di sentirsi emancipata e l’educazione ricevuta, che la vede sempre un po’ meno libera del fratello Ramy. La madre Maysa, che inciampa in un modo digitale e veloce, fatto di Uber, Lyft, identità di genere e pronomi differenti. Il padre Mo, che sente sulle spalle il peso della famiglia e la difficoltà ad integrarsi senza rinunciare a una parte della sua identità, dal nome al divieto di non bere alcolici. Lo zio Naseem, che è forse la più grande rivelazione della seconda stagione, svelando il segreto che si celava dietro il suo parlare rozzo, la sua assenza di tatto o buone maniere.

Ramy ci offre un ritratto di persone spesso lasciate nell’ombra degli stereotipi e della noncuranza.

Ramy
Ramy

Le minoranze che rincorrono un sogno Americano che sembra non essere cucito su di loro. Così si srotola la sua vita fatta di contrasti, tra una preghiera e un porno di troppo. Sin dall’inizio Ramy fa di tutto per ritrovare la retta via, la cerca con impegno e dedizione, ma finisce sempre per perdersi e inciampare nei suoi pensieri intricati e in qualche impulso deleterio.

In realtà nel suo mondo la morale diventa un velo dietro cui nascondere la sua tendenza all’egocentrismo e la sua patologica irresponsabilità. Ramy, infatti, fatica ad assumersi la responsabilità per le sue azioni, nel voler fare a tutti i costi la cosa giusta si muove come un elefante in una cristalleria, mettendo sotto i piedi i sentimenti delle persone che lo circondano. Ogni sua azione, compiuta senza prestare la minima attenzione alle possibili conseguenze, finisce per ferire qualcuno che ingenuamente decide di dargli fiducia. Lui sa di sbagliare e a quel punto la sua più grande preoccupazione è quella di riparare al danno, non tanto per il dolore arrecato al prossimo di turno, ma per ripulire la sua coscienza dal peccato compiuto.

Ecco perché, puntata dopo puntata, Ramy diventa un personaggio che impariamo a detestare, nonostante in molti casi si riveli lo specchio di una generazione. Nella seconda stagione, quando si ritrova a parlare con lo sceicco, gli confida che tutti i suoi vizi derivano da un grande vuoto che sente dentro di sè. Il suo agire scriteriato non è altro che un goffo tentativo di riempire quel vuoto che scava una voragine di inadeguatezza e solitudine dentro di lui.

Ramy è un eterno Peter Pan che non riesce a trovare un senso alla sua vita. Mentre tutti trovano la loro strada, lui continua a perdere sè stesso e le persone che lo circondano.

D’altro canto, le puntate dedicate ai suoi familiari ci permettono di comprendere il mondo che si cela dietro ogni persona.

All’inizio conosciamo i personaggi attraverso il filtro narrativo di Ramy, vediamo la versione esterna di ognuno di loro e in molti casi la reazione più istintiva è quella di giudicarli, spesso in senso negativo.

Quando scavalchiamo la superficie dell’apparenza ed entriamo in punta di piedi nel mondo privato e quotidiano di ognuno di loro, comprendiamo quanto sia errato giudicare qualcuno senza conoscere la giornaliera battaglia con cui quella persona combatte. Un aspetto che ci lascia riflettere e ci fa capire che ogni persona è un universo a sè stante, ognuno con i propri segreti, le proprie insicurezze e il loro personale vuoto dell’anima.

La differenza, talvolta, sta proprio nel modo in cui ognuno decide di riempire quella voragine. Un discorso che vale ancora di più quando si è una minoranza etnica in un Paese grande e variegato come l’America, soprattuto al giorno d’oggi. Non mancano, infatti riferimenti alla politica ed è interessante vedere la differenza di pensiero tra la comunità islamica americana e la famiglia di Ramy in Egitto. I primi strenui avversari di Trump, mentre i secondi insospettabili sostenitori dello stesso.

Degna di nota è anche la puntata dedicata all’attacco alle Torri Gemelle. Un episodio che ci mostra con toccante sagacia quanto la vita di una persona, e la percezione che gli altri hanno della stessa, possa cambiare da un giorno all’altro a causa di eventi esterni che niente hanno a che fare con quella persona. Un giorno sei un bambino americano semplice, che si incammina verso la scuola con i suoi compagni di classe, il giorno dopo sei un terrorista bugiardo e pericoloso. Eppure sei sempre lo stesso bambino americano che fa i conti con i cambiamenti del suo corpo e con le insicurezze che ne derivano. Un giorno sei un americano semplice, il giorno dopo sei costretto ad appendere una bandiera a stelle e strisce sul portico di casa per dimostrare l’attaccamento al tuo paese.

Un giorno sei una persona, il giorno dopo sei un’etichetta.

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