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Reacher 3 – Recensione delle prime tre puntate della nuova stagione, in streaming su Prime Video

Alan Richtson troneggia nella strada in una scena di Reacher 3
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ATTENZIONE: proseguendo nella lettura potreste incappare in spoiler su Reacher 3.

Sono passati tredici lunghi mesi e finalmente Jack niente secondo nome Reacher, è di nuovo con noi! Con la terza stagione Reacher torna alle sue radici e ci regala qualcosa che, almeno finora, ci sembra essere la miglior stagione della serie. Dopo una seconda annata che aveva spinto il protagonista in una dinamica più corale, circondato dai suoi ex commilitoni, questo nuovo capitolo porta l’ex maggiore in congedo della Military Police nel suo elemento naturale: la solitudine, la missione, la vendetta.

Basata sul settimo libro della saga di Lee Child, La vittima designata (Persuader), la nuova stagione riprende gli elementi che hanno reso grande il personaggio e li spinge al massimo. Il risultato è un inizio di stagione che non cerca di essere qualcosa di diverso da ciò che è sempre stato, ma che proprio in questa coerenza trova la sua forza.
Le prime tre puntate sono una dichiarazione d’intenti: Reacher è tornato, più brutale e determinato che mai. E se il resto della stagione manterrà questo livello, potrebbe essere il miglior capitolo dell’intero adattamento televisivo.

Una nuova missione, un vecchio nemico in Reacher 3

Reache incontra qualcuno più grande di lui in Reacher 3
Credits: Prime Video

Dopo gli eventi della seconda stagione, ritroviamo Jack Reacher in un piccolo negozio del Maine, intento a vendere alcuni vecchi vinili. Il suo piano per una vita tranquilla dura pochissimo: assiste infatti a un tentativo di rapimento ai danni di un ragazzo e, come da copione, interviene per salvarlo.
Il ragazzo si chiama Richard Beck ed è il figlio di Zachary Beck, un uomo d’affari con un passato e un presente tutt’altro che limpidi. Reacher scopre ben presto che Beck non è solo un venditore di tappeti, come afferma, ma è al centro di un’organizzazione criminale con ramificazioni pericolose.

Ma c’è un altro motivo per cui Reacher si trova coinvolto in questa storia. La DEA lo ha reclutato per un’operazione sotto copertura con l’agente Susan Duffy (Sonya Cassidy), ma la sua vera missione è più personale: sta cercando Francis Xavier Quinn, un uomo legato a un evento tragico del suo passato.
Quinn è un nome che i lettori dei romanzi di Lee Child conoscono bene. È uno di quei villain che lasciano il segno, e la sua ricomparsa nella vita di Reacher riporta a galla ferite mai rimarginate. Il loro confronto è uno degli aspetti più intriganti della stagione e promette di essere esplosivo.

Un Reacher fedele a se stesso

Uno degli aspetti più riusciti di Reacher 3 è che il protagonista non ha subito alcuna trasformazione. Fortunatamente, ci permettiamo di aggiungere! Rimane il gigante silenzioso e letale di sempre, dotato di un codice morale granitico. Non cerca guai, ma non si tira mai indietro quando li incontra. La sua naïveté anni ’90 e il suo essere un eroe old school in un mondo moderno sono tra le caratteristiche più affascinanti del personaggio. Non è un antieroe tormentato né un vigilante in cerca di redenzione: è semplicemente un uomo che agisce secondo ciò che ritiene giusto, con la logica spietata di chi ha assistito a troppi crimini rimasti impuniti.

Anche in questo terzo capitolo, Alan Ritchson riesce perfettamente a incarnare questo spirito. Non si tratta solo di fisicità, sebbene la sua presenza scenica sia indiscutibile, ma anche del suo atteggiamento. Il suo Reacher è un uomo di poche espressioni e ancor meno parole. Ma entrambe comunicano un mondo di pensieri seguendo una logica stentorea. Come nel libro, il personaggio impersonato dall’attore statunitense, già interprete di Raffaello in Tartarughe Ninja, è un uomo di fatti.

Azione spettacolare e tensione costante

Se c’è una cosa su cui Reacher 3 non delude, è l’azione. La serie ha sempre puntato molto sulla fisicità del protagonista e sulle scene di combattimento, rapide e letali, coreografate molto bene. Questo inizio di stagione conferma e, in più, porta tutto a un nuovo livello. Superiore.
La serie ha sempre giocato sul fatto che Reacher è un gigante rispetto alla maggior parte degli avversari. Questa volta, però, si trova di fronte a un colosso ancora più grande di lui: Paulie (Olivier Richters), che lo supera in altezza e in larghezza.
Fin dal loro primo incontro i due si guardano in cagnesco. Devono stabilire chi sia il maschio Alpha. E dal loro primo incontro la tensione tra i due è crescente fino a un primo scontro, ironico e brutale al tempo stesso.

Fortunatamente non è soltanto una questione di forza bruta. Le scene d’azione, che potrebbero apparire ripetitive, in realtà sono dirette con intelligenza e ritmo e lasciano allo spettatore piena soddisfazione. Sono ben distribuite nel corso delle puntate in modo da non assuefarlo e nemmeno appesantire troppo la trama.
Oltre ai combattimenti corpo a corpo e le sparatorie la serie finora gestisce bene anche la tensione psicologica. Reacher si muove in un ambiente ostile, circondato da persone che potrebbero scoprire la sua vera identità da un momento all’altro. Questo elemento da thriller spionistico aggiunge ulteriore profondità alla storia, rendendo ogni episodio un costante gioco del gatto e del topo.

Nuovi e vecchi volti in Reacher 3

Il famoso braccio di ferro bavarese
Credits: Prime Video

Uno degli aspetti più riusciti di queste prime tre puntate è il cast di supporto che entra in gioco nella trama senza troppi preamboli né eccessive precauzioni. Sonya Cassidy nei panni dell’agente speciale Susan Duffy è una delle migliori aggiunte alla serie. Il suo personaggio è forte, intelligente e carismatico, e la sua interazione con Reacher aggiunge una nuova dinamica alla storia. L’agente della DEA è accompagnata da due colleghi: uno anziano (Roberto Montesinos) ormai prossimo alla pensione e uno giovane, il classico novellino (Daniel David Stewart). Il trio, nelle scene senza Reacher, regala momenti spassosi grazie a dialoghi scritti davvero molto bene, ironici ma senza esagerare.

Anche Anthony Michael Hall sorprende nel ruolo di Zachary Beck. Il suo personaggio non è il classico villain monodimensionale, ma un uomo con delle interessanti sfaccettature, soprattutto nei confronti del figlio Richard. Questo lo rende più interessante e meno prevedibile, stereotipato, rispetto agli antagonisti delle stagioni precedenti.

Ricompare, ovviamente, Maria Sten nel ruolo di Frances Neagley, ormai un punto fermo della serie (e in attesa del suo spin off). Sebbene Reacher sia un solitario, Neagley è una delle poche persone di cui si fida veramente. La loro relazione continua a essere uno degli elementi più solidi dello show, e sarà interessante vedere come interagiranno in un contesto nuovo.

In attesa di vedere in azione il super cattivo, Quinn, ci permettiamo di dare un paio di menzioni. La prima va ad Angel (Manuel Rodriguez-Saenz), simpatica canaglia arrivista, troppo intelligente e chiacchierona, il cui scrocchiare d’ossa ci ha fatto venire la pelle d’oca. La seconda alle due cameriere che accudiscono la villa dei Beck. La prima perché sgrida Reacher che si permette di entrare in cucina senza pulirsi le scarpe. La seconda perché parla francese e rievoca al protagonista teneri ricordi della madre parigina.

Il miglior Reacher di sempre?

Le prime tre puntate di Reacher 3 hanno messo tantissima carne al fuoco, regalando un mix esplosivo di azione, tensione e momenti di puro intrattenimento. La serie ha trovato il perfetto equilibrio tra spettacolarità e approfondimento del personaggio, riportandolo al centro della scena nella sua forma più pura e iconica.
Se il livello rimarrà questo, potremmo trovarci di fronte alla miglior stagione di Reacher fino a oggi. Il protagonista è più determinato che mai, la narrazione è serrata e il contesto in cui si muove è denso di pericoli e colpi di scena. Ogni episodio aggiunge nuovi elementi intriganti e lascia con la voglia di vedere cosa accadrà dopo.

L’adattamento targato Prime Video continua a dimostrare di sapere esattamente cosa vuole offrire: un’azione adrenalinica, una storia coinvolgente e un eroe che non ha bisogno di cambiare per essere incredibilmente efficace. Se queste prime puntate sono solo l’inizio, il meglio deve ancora arrivare.
Reacher è tornato. E non potremmo esserne più felici.

Dovete assolutamente guardare Reacher, la serie che ha dominato le visualizzazioni di Prime Video negli ultimi anni