TvTime nasce come app indispensabile per ogni cinefilo e maniaco delle serie tv. Dopo una veloce iscrizione è possibile cominciare a inserire nel proprio profilo ogni film e ogni serie vista, episodio dopo episodio, stagione dopo stagione. In questo modo, non solo viene data la possibilità di tenere il conto dell’ultima puntata vista, ma anche restare aggiornati con le nuove uscite, oltre ovviamente ad avere sott’occhio delle statistiche che ci riguardano (per esempio il numero esatto di ore che abbiamo passato davanti allo schermo). Se l’uso dell’app si limitasse a questo probabilmente sarebbe molto funzionale, ma non poi così indispensabile. Per renderla più interessante e in un certo senso anche affascinante, alle caratteristiche già elencate si aggiunge quindi una parte un po’ più social, in cui è possibile commentare e recensire le serie viste, interagendo con altri utenti che possono fare altrettanto, in uno scambio libero e continuo di opinioni e idee.
E su questo aspetto tutto cambia: la veloce iscrizione non è più così veloce, perché il vero cultore di TvTime sceglie con cura come presentarsi. Per quanto riguarda nickname e immagine profilo, nella quasi totalità dei casi, la scelta cadrà su una foto in cui è immediatamente riconoscibile la serie tv preferita, neanche fosse il biglietto da visita necessario a darsi un tono. In una drammatica mancanza di originalità si perde rapidamente il conto di quanti nickname siano formati da nome di battesimo + Lannister o di quanti primi piani siano mai stati scattati a Hugh Laurie. Il secondo step prevede il completamento del profilo segnalando film e serie da consigliare e qui di solito c’è un ex equo fra serie di indubbia e conclamata qualità (Westworld e Breaking Bad quasi onnipresenti) e serie di cui nessuno ha mai sentito parlare, ma sulle quali il proprietario del profilo è pronto a garantire a qualunque costo. Il terzo e ultimo step è il più complesso e prevede l’aggiunta di tutti i film e le serie che si sono visti. Questo al solo scopo di raggiungere la quantità di ore passate davanti allo schermo il più esorbitante possibile, nella silente convinzione che più alto sarà quel numero più la propria opinione si avvicinerà alla verità assoluta.
E qui sorge spontanea una domanda: per raggiungere il numero necessario per venire investiti della carica di esperti, vale tutto? Ma proprio tutto, tutto? Anche Celebrity Hunted o Al passo con i Kardashian?
La questione è piuttosto controversa perché ammettiamolo, generalmente di fronte ai reality si storce il naso. Se possiamo accettare i talent show, in quanto esibizione meritocratica di un talento (Masterchef e X Factor li abbiamo guardati tutti almeno una volta), appassionarsi a matrimoni con estranei o assurdi appuntamenti al buio in cui il protagonista è travestito da animale esotico, non sembra un contenuto abbastanza nobile. Il dubbio quindi è lecito: aggiungerli al profilo di TvTime in modo da aumentare il famoso monte ore o lasciare perdere, illudendo i follower di seguire solo contenuti altamente culturali, con il rischio però di non sembrare abbastanza dedito alla causa? In altre parole i reality show valgono come una serie tv o aggiungerli equivale a barare?
Beh probabilmente la verità è che il fatto non sussiste. TvTime nasce come un app utile al monitoraggio di ciò che ci piace guardare e se ci piacciono le vicissitudini di ricche signore orientali che sparlano l’una alle spalle dell’altra che male c’è? A ben vedere se ne facessero una serie tv ci sarebbero delle buone possibilità di successo, non le abbiamo forse seguite per anni le casalinghe disperate di Wisteria Lane? Siamo abituati a pensare che il puro intrattenimento non abbia niente da insegnarci, ma se siamo disposti a guardare la reazione alle avversità della vita di personaggi completamente inventati, ma interpretati da professionisti, perché non dovremmo essere disposti a guardare come se la cavano persone comuni in situazioni nient’affatto comuni? Lontani dal voler tessere le lodi del reality show, concedersi qualche puntata di un qualcosa di un pochino trash, magari un’esibizione neomelodica nel Castello delle Cerimonie, non potrebbe essere considerato semplicemente un guilty pleasure? In fondo ci sta: i reality sono come una scatola di cioccolatini, basta non eccedere e non fanno male.
Alla luce di tutto questo, aggiungere i reality show al profilo TvTime non è barare, è essere onesti perché probabilmente a chiunque è capitato almeno una volta di andare al supermercato immaginando di staccare dei buoni come in Pazzi per la spesa, con tutti i clienti intorno a fare il tifo. E diciamocelo, non c’è niente di male.
Quindi se il senso di TvTime è quello di rimanere aggiornati su ciò che appassiona oltre a confrontarsi e commentare con altri utenti interessati agli stessi argomenti, allora è giusto che anche chi ama i reality trovi uno spazio legittimo all’interno della community.
Tutto sta nel riconoscere ciò che si sta guardando. I reality sono un format relativamente recente, che alle case di produzione conviene moltissimo perché implica costi piuttosto contenuti. Inizialmente si pensava destinato a morire in breve tempo, ma è stato capace di reinventarsi continuamente in nuove forme, dai makeover esagerati alla cattività forzata, fino al dating più assurdo. Persone comuni e celebrità cominciano a mescolarsi e confondersi, le sfide e le situazioni proposte da ingegnosi autori spingono i protagonisti a reazioni e azioni sempre più plateali, in un gigantesco calderone che mette insieme tutto l’intrattenimento possibile: i tradimenti, i colpi di scena, i sogni realizzati, le vittorie, le liti, le sconfitte, le esagerazioni e le lacrime. Insomma è risaputo che realtà e reality non sono concetti sovrapponibili, ma è altrettanto noto che l’intrattenimento preveda uno stato di leggera spensieratezza e per raggiungerlo è valida una puntata di Friends tanto quanto una di Pechino Express.
Se è vero che per criticare una cosa è necessario almeno conoscerla, è possibile anche affermare che per essere considerati dei veri esperti di contenuti televisivi e cinematografici sia necessario essere sufficientemente aperti mentalmente da guardare un po’ di tutto, quanto meno per farsene un’idea. Questo in realtà darebbe un nuovo valore al profilo TvTime di chi accanto a Westworld ha il coraggio di segnare The Circle, perché significa essere capaci di guardare qualsiasi prodotto televisivo con occhio critico e non solo criticare a prescindere.