Nella cuspide di Netflix in cui si schiera la parte di pubblico che l’ha guardata e quella che invece non l’ha mai sentita nominare, si ergono Rebelde e i suoi protagonisti. Esaltati (o forse no) e sicuramente curiosi dell’ottava e ultima stagione di Élite (qui parliamo della stagione 7), casca a pennello una critica minimal di questo remake, o meglio sequel, di Rebelde Way. Si tratta infatti di un celebre show argentino, poi diventato una telenovela di successo in Messico dal 2004 al 2006. Giusto per rimanere in tema analogie, salta subito all’occhio il nome dell’arena in cui si muovono i personaggi che, guarda caso, è l’Elite Way School. Questo è un istituto per i figli dei più benestanti di Città del Messico che possiedono un innato talento per le arti dello spettacolo, in particolare canto e ballo.
Ma come ogni teen drama ispanico che si rispetti, conosciamo degli studenti per lo più stereotipati
Non ci resta dunque che conoscerli meglio. Partiamo subito con la popstar emergente e influencer Jana, famosa già prima di entrare a scuola e il figlio del ricco imprenditore Luka Colucci nonché cugino di Mia, protagonista di Rebelde Way. Continuiamo con Estebán, lo studente con difficoltà economiche favorito dalla tipica e prodiga borsa di studio come il buon vecchio Samuel. Dixon, il rapper che ha un passato oscuro e fa da legante per il gruppo covando nobili sentimenti per una di loro.
M.J, fiamma di Dixon, proviene invece da una famiglia molto religiosa che vorrebbe la figlia altrove ed Andi, la più introversa e dark del gruppo ma profondamente fragile. Infine, nella fazione opposta, tanto da formare il precario duo XY, menzioniamo Sebas ed Emília. Lui è l’ex fidanzato di Jana, narcisista, pupillo degli insegnanti nonché membro della Loggia. Lei è la solita tipa altezzosa che finge una relazione con il compagno per nascondere il suo sentimento per Andi che invece la ama davvero.
Ed è dall’excursus sulle due band di Rebelde che emerge la prima problematica
Si tratta infatti di un vasto gruppo di ragazzi per lo più bidimensionali, di cui si conoscono soltanto i rispettivi talenti e qualche inciucio sentimentale. Emergono ovviamente le loro pulsioni, i dolori adolescenziali, le ambizioni e i connotati caratteriali, sono però volti a creare delle sagome già troppo riconoscibili nel panorama simile. Anche in Rebelde si affrontano infatti tematiche sociali forti e già ampiamente districate come l’orientamento sessuale e la tossicodipendenza giovanile. Entrambe sono infatti rappresentate con completezza da Luka ed Andi, tuttavia nessun peculiare taglio viene dato loro.
Da questo appare evidente come il plot non segua nulla di visionario o originale rispetto a prodotti dello stesso giro. Anche qui infatti si innesta al dramma adolescenziale quella leggera tensione da thriller alle volte artificiosa e forzata. L’elemento di novità nonché fiore all’occhiello di Rebelde dovrebbe però essere il tema musicale, che ovviamente sembra essere l’obiettivo di entrambe le stagioni. Tuttavia sia nella Battles of Bands della prima stagione che nel Mep della seconda, questa viene in realtà strumentalizzata come cornice di azione dei personaggi e pretesto per la narrazione. Questi giovani artisti, tuttavia, hanno sicuramente delle intrinseche qualità che vengono approfondite con più forza nella competizione tra singoli della seconda battuta.
Ciò nonostante, risulta abbastanza inverosimile che abbiamo già connaturati degli strumenti teorici e pratici notevoli. Tanto da non esaltare più di tanto l’importanza della formazione o dare dimostrazione del sacrificio estremo che spesso si cela dietro esibizioni o provini. Sembra infatti che necessitino soltanto di esigue ore di esercizio, spesso svolto con svogliatezza e distrazioni sentimentali. Il rischio è dunque di dipingersi come piccole stars per lo più piene di sé e non disposte ad una vera crescita professionale e personale.
Parecchio ridicolo è inoltre il momento in cui fa la sua comparsa la Loggia
Si tratta di una fantomatica e antica società segreta decisa a sabotare la prima competizione di gruppo degli studenti. Non vi ricordano forse quei gruppi mascherati di veterani delle confraternite americane che si scatena contro le matricole?! Soltanto che qui si fa addirittura riferimento a entità pericolose che possono mettere in pericolo i ragazzi. Soltanto in seguito scopriremo che dietro tutto si nascondeva Sebas e altri adepti con l’unico obiettivo di ottenere una vittoria truccata. Ed è qui che diventiamo subito consapevoli di quanto fosse un plot twist fuori contesto e parossistico.
Così come diventa iperbolica la trama sullo spaccio nell’economia dell’atmosfera naturalmente distesa che avrebbe dovuto accompagnare Redelde. Questo cavillo riguarda Luka, che da buon figlio di papà non poteva che essere il responsabile ma non solo. Penserà bene di legarsi anche ad Okane, cantante che ha perso la sua fama guarda caso dopo una dipendenza da droghe. Ad un livello simile si posiziona inoltre Andi. La ragazza infatti, incapace di gestire la forte pressione imposta loro da Gus e in crisi per l’amore furtivo vissuto con Emília, cade anche nella dipendenza dalle sostanze passatale da Luka. Dovevamo essere infatti molto distanti da Euphoria (qui parliamo di una sua star) o da Highheart Break (qui ne parliamo)! E se si fosse cavalcata l’onda di un racconto “altro”, il risultato sarebbe stato migliore sicuramente.
Che poi Rebelde ci abbia o meno coinvolti è una considerazione soggettiva
Sicuramente le aspettative iniziali vengono tradite in ogni caso! Infatti, sono mantenuti i tipici contenuti latin melò che se funzionavano nell’opera originale, in Rebelde appaiono invece un po’ stonati. A proposito di questo, i diversi brani interpretati, seppur se ne contino alcuni che si distinguono in termini di testo, musica e performance, non sempre riescono ad avere la presa che dovrebbero. Emergono sicuramente Dixon ed M.J come cantanti mentre Andi ed Estebán come musicisti. Invece la stessa Jana, già influente tra i giovani, risulta in realtà poco empatica ed espressiva così come il suo ex Sebas, che ha solo la nomina di essere il migliore della scuola.
Anche gli insegnanti e le figure professionali della scuola sembrano non avere nessun impatto nella vita degli artisti e sulla bilancia della connotazione dei personaggi. Sembrano figure di contorno che potrebbero trovarsi in qualsiasi altra accademia che conosciamo bene. Emergerà nella seconda stagione Gus Bauman. Questi, essendo un famoso produttore discografico, incarna tutti i peggiori difetti della sua specie e diventa una figura a tratti distruttiva per i ragazzi. In quell’universo c’è molta concorrenza e sicuramente rivalità, è risaputo. Tuttavia, crearla già tra talenti emergenti in un posto sicuro come dovrebbe essere la scuola, risulta disfunzionale e pesante per loro e per il racconto.
Punti a favore sono infine le scelte di montaggio e la fotografia patinata per esaltare le diverse performances
Tra queste si annovera principalmente quella finale per la Battle e la maggior parte di quelle individuali per il Mep. Tuttavia, se pensiamo a qualche inverosimile scena come quella della registrazione del loro videoclip, possiamo affermare come queste appaiano spesso artificiose e distaccate dalle fondamenta della serie che ha una natura distinta dal musical. Infine, cosa ne penseranno del remake i padri fondatori? La strategia di mantenere addirittura un legame con la protagonista tramite Luka Colucci la dice lunga sulla speranza di Santiago Limón di navigare in acque sicure.
Sicuramente l’opera madre è riuscita a raccontare in maniera più genuina e appassionata cosa significasse fare musica per giovani meno caricati e caratterizzati da personalità più strutturate. Era semplicemente lontana dagli sfarzi insensati della Gen Z (ecco un articolo sull’argomento). Questa è infatti ammorbata dall’ossessione dei social, della fama facile e del potere senza sacrificio. L’esperimento di Rebelde resta comunque pedestre rispetto a diversi altri che hanno voluto cavalcare l’onda del successo del passato, fallendo senza fare tra l’altro troppo rumore.
Male, ma basta che se ne parli, si è soliti declamare! In questo caso, siamo invece in una condizione che si discosta da ciò e che è destinata alla critica, o peggio all’oblio. Il titolo ci voleva portare nelle vite di giovani adulti, desiderosi di voler realizzare i propri sogni ad ogni costo e con le loro forze. Quello che ne abbiamo ottenuto è stato però una parata carnascialesca di qualche lontana e poco nota realtà.