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6ixtyNin9 – La Recensione della nuova eccentrica Serie Tv crime thailandese di Netflix

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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su 6ixtyNin9 – The Series, la nuova serie thailandese disponibile su Netflix!!

Stravagante lo è, forse anche un po’ troppo. Eccentrica, bizzarra, in qualche tratto persino incomprensibile, la nuova serie crime sbarcata su Netflix (in una delle settimane più dure per le cancellazioni dal catalogo) è l’opera del regista thailandese Pen-Ek Ratanaruang. I sei episodi sono un remake dell’omonimo film – dello stesso regista – del 1999. Al centro della trama c’era una ragazza in un appartamento che riceve inaspettatamente un pacco che le cambia per sempre la vita. Tra le novità di questa settimana, 6ixtyNin9 – The Series ricalca quasi alla perfezione il film da cui è tratta. Cambiano gli interpreti, mutano inevitabilmente i tempi e i contesti, ma la storia segue le stesse vicissitudini e le stesse dinamiche del film, approfondite nel dettaglio con una narrazione più lunga e sviscerata. Toom (Davika Hoorne), la protagonista della serie, è una donna che vive sola in un appartamento di Bangkok. La scena iniziale ce la presenta seduta al tavolino di un bar con lo sguardo perso nel vuoto e pensieri insondabili che le attraversano la mente. Arriva al lavoro giusto in tempo per la riunione della mattina, ascolta il discorso da remoto del capo dell’azienda e scopre che quella mattina, a causa della stretta causata dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica, dodici persone del suo ufficio verranno licenziate. Il metodo di selezione non ha nulla a che fare con la meritocrazia o gli obiettivi raggiunti nel corso del tempo: la targhetta esposta in bella vista per “l’impiegato dell’anno” non ha alcuna valenza, sarà la sorte a decidere chi continuerà a lavorare in azienda e chi invece racimolerà la sua roba e tornerà a casa.

6ixtyNin9

Il caso e la fortuna animano tutto il gioco distruttivo di 6ixtyNin9.

Caso cieco, fortuna sbilenca. Ad ogni modo, a riempire il cartone con la propria roba e a tornare a casa è proprio Toom, che accusa la botta e cade in uno stato di sconfortante rassegnazione. Mentre è alla cassa del supermercato, riflette su come la sua vita – e i suoi acquisti quotidiani – stia per cambiare radicalmente dopo la notizia del licenziamento e una serie di pensieri neri – tra cui l’idea di togliersi la vita con un colpo di pistola in testa – le attraversano lo sguardo. Tornata a casa però, la ragazza finisce in un casino ben più grande per un fortuito scambio di appartamento. Fuori la porta, le viene recapitato un pacco dal contenuto inatteso: un milione di baht, una cifra che una persona appena finita senza lavoro non può non considerare un dono del cielo. Ma il confine tra fortuna e sfortuna è molto labile e Toom lo scopre immediatamente a proprie spese. Prima ancora di decidere cosa fare del contenuto del pacco, due tipi loschi bussano alla porta di casa, intenzionati a recuperare la grana e a recapitarla al giusto destinatario. Toom però non cede volentieri, i due scagnozzi le si intrufolano dentro casa, fanno un po’ di casino e alla fine trovano il pacco che la ragazza aveva negato di aver ricevuto. Da qui in avanti, tutta la vita di Toom si trasforma in una incomprensibile e irrefrenabile spirale di morte e distruzione. Un massacro costante, consumato tutto tra il pianerottolo dell’appartamento 6/9 e l’interno della casa.

Tra telefoni che squillano in continuazione e sangue che schizza, il ritmo della serie subisce un’accelerata e la narrazione si fa più fitta.

Il pacco misterioso trovato sulla soglia di casa intreccia la vita di Toom con quella di strani soggetti in tuta muay thai, un rapper in fissa con i soprannomi americani, un tenente in cerca di gloria, una fidanzata gelosa, boss della droga e loschi figuri delle alte sfere. 6ixtyNin9 è un pasticcio dominato dal caos. E dal caso. Il regista ricalca la trama del suo film, che ebbe alla fine degli anni Novanta un discreto successo in patria e tanti riconoscimenti anche oltre confine. Le tendenze da cui prende vita la serie sono quelle di fine secolo, che vedevano i crime contaminati dal gusto per il pulp e dall’attrazione per il surreale. Ci sono scena bizzarre in 6ixtyNin9, scene che all’inizio si fa fatica persino ad inquadrare nel contesto per quanto scollegate dalla realtà. L’improbabile aldilà in cui le anime vengono smistate come fosse un normale e affollato centro di collocamento, appare nei primi episodi solo come escamotage per tenere il conto dei morti. Poi però le sequenze girate nell’ufficio del Principale diventano sempre più frequenti – e lunghe -, tanto da divenire un elemento non più ignorabile della trama. Il ritorno alla vita di alcuni personaggi esaspera la piega surreale che prende la serie e non è così efficace ai fini della trama.

6ixtyNin9

6ixtyNin9 si trasforma in un prodotto eccessivamente lungo per una visione impegnata e troppo stravagante per una dramma vero e proprio. La serie si presenta come una dark comedy piena di sangue e splatter, in cui i momenti di suspense sono di puro intrattenimento, come pure le scene di sesso, prolungate per questioni di fanservice più che per esigenze narrative vere e proprie. La sensazione è che molti elementi siano inseriti un po’ così nella trama, per puro divertissement. È il senso dell’esperimento di Pen-Ek Ratanaruang, che vuole consegnare all’era delle piattaforme un prodotto ormai superato e relegato nei gusti di fine secolo. L’idea del regista è quella di rivitalizzare la sua opera calandola nel contesto contemporaneo, con i dovuti riferimenti alla pandemia, all’attuale crisi economico-finanziaria che attanaglia gli Stati e alla particolare situazione politica della Thailandia, un Paese scosso da più di un sommovimento e sempre sull’orlo dell’implosione. Raccontare i tempi che viviamo è lo scopo di 6ixtyNin9, che però pretende di farlo ricalcando un’opera di oltre vent’anni fa. Nel cast, oltre alla già citata Davika Hoorne nei panni della protagonista – che, nel film del 1999, era interpretata da Lalita Panyopas -, ci sono anche Patara EksangkulTrisanu SoranunPloi Horwang e Teerapat Lohanan (My Bromance). Se sulla soglia della vostra piattaforma di streaming venisse depositato un pacco contenente la trama di 6ixtyNin9, lo aprireste più che per curiosità che per reale interesse. Ma una volta guardato il contenuto, conservereste tutto il pacco?