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A Nonsense Christmas with Sabrina Carpenter – La Recensione: uno special che urla Gen Z

A nonsense Christmas with Sabrina Carpenter
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Premessa numero 1: sono una grande amante del Natale. È una festa di cui mi piace proprio tutto, dalle luci agli auguri anche a te e famiglia, dal menù sempre uguale da 30 anni alle commedie romantiche high e low budget tutte identiche tra loro. Quello natalizio è un mondo fatto di lustrini e canzoni, di regali e della voglia di scartarli tutti insieme anche se non si è più bambini. È un mondo che dà spazio alla magia e alla fantasia, che unisce reale e fittizio come nessun altro. E – diciamolo – è anche un mondo che permette un bel po’ di sano trash, quello che piace a noi. Ma nel mare magnum dell’intrattenimento c’è una cosa che unisce atmosfera natalizia, lustrini, canzoni e trash come nessun’altra: gli special natalizi. E allora benvenuti nella recensione dell’ultimo che Netflix ci ha gentilmente donato, A Nonsense Christmas with Sabrina Carpenter.

Premessa numero 2: conosco qualche canzone di Sabrina Carpenter, ma non posso dire di essere una sua vera fan. Alcune mie amiche lo sono parecchio, e quando ne parlo con loro mi sento una nonna anche se hanno 2 o 3 anni meno di me. In realtà le canzoni che ho ascoltato mi sono sempre piaciute, ma non sono mai riuscita ad apprezzarle come fa la Gen Z. Eppure anche per questo ho pensato che A Nonsense Christmas with Sabrina Carpenter io proprio non potevo perdermelo: quale modo migliore per me, millennial con una forte tendenza ad amare tutto ciò che è trash, per cominciare ad avvicinarmi a Sabrina Carpenter se non con il suo special natalizio? Ecco, missione in buona parte compiuta, ma forse è il caso di andare con ordine.

A Nonsense Christmas with Sabrina Carpenter: la “trama”

Identificare per lo special natalizio di una delle cantanti più seguite del momento una vera e propria trama è un’operazione forse difficile, ma più probabilmente totalmente sbagliata. Tutto sommato, se si chiama A Nonsense Christmas, un motivo ci sarà. In realtà ce n’è più di uno. Il primo e principale è sicuramente legato a uno dei brani più conosciuti e ascoltati della cantante, Nonsense, datato 2022. Un brano dal quale nello stesso anno Sabrina Carpenter ha tirato fuori un remix natalizio, per l’appunto A Nonsense Christmas: stessa canzone ma con sound più natalizio e un testo rivisitato a tema Feste, giochi di parole e doppi sensi. Ecco, già nel 2022 avrei dovuto capire che Sabrina Carpenter il potenziale per piacermi ce l’ha tutto. E senza dubbio ha anche la coerenza.

Sabrina Carpenter nel suo special natalizio di Netflix A Nonsense Christmas with Sabrina Carpenter
credits: Netflix

Lo stile che la cantante ha dimostrato di avere con la hit natalizia (ma in realtà anche con tutte le altre) è decisamente ben trasposto nello special del quale è la regina indiscussa. Uno special che è – per l’appunto – Nonsense. Mettere in scena un racconto lineare non era tra gli intenti: più che una storia coerente con un inizio e una fine, A Nonsense Christmas with Sabrina Carpenter è un insieme di sketch e di canzoni, di momenti legati alla cantante, ai suoi ricordi, al suo modo di essere. Dialoghi e monologhi si alternano agli ovviamente presentissimi momenti musicali tanto in solitaria quanto in buona compagnia di alcuni dei numerosi ospiti che allo show hanno preso parte. Ospiti che, devo ammetterlo, in parte non conoscevo, mea culpa. Ve l’ho già detto che sono una millennial alle prese con un prodotto figlio della Gen Z, cosa posso dirvi di più?

Comunque sia, vi faccio qualche nome.

Si va dalla Queen del country pop Shania Twain alle attualissime Chappell Roan, Tyla e Kali Uchis. E ancora dall’attore Sean Astin alla modella Cara Delevingne, passando per la comica Jillian Bell. Potrei continuare, ma qualche sorpresa dovrò pur lasciarvela. C’è chi con Sabrina Carpenter canta, chi le suggerisce un’outro per la sua Nonsense, chi partecipa a uno sketch a tema Feste. Qualcuno addirittura vestito da Babbo Natale, perché non si può certo fare uno special natalizio senza Santa Claus. I temi di questi sketch sono vari ed eventuali: i ricordi d’infanzia, quando Sabrina preferiva le torte al cioccolato all’apertura dei regali, la difficoltà di trovare il regalo giusto per un cognato (ti capisco Sabrina, il regalo a mio cognato mi mette sempre in crisi), una storia d’amore con Babbo Natale.

Ultimo ma non per importanza? Una rivisitazione di A Christmas Carol con i fantasmi del ghosting passato, presente e futuro. Ecco, uno dei temi più caldi delle relazioni dei giovani d’oggi (rieccomi, che nonna) narrato utilizzando un classico in salsa natalizia: io la chiamerei l’apoteosi del nonsense. Un nonsense che però, tutto sommato, funziona. A Nonsense Christmas with Sabrina Carpenter è un pot-pourri di elementi e stili che sembrano non avere niente a che fare l’uno con l’altro, ma che trovano il loro fil rouge proprio nell’essere così, incoerenti come sono. Sabrina Carpenter è amichevole ma anche irriverente, è ironica e contemporaneamente estremamente sexy. In alcuni momenti è solo una di queste cose, in altri è tutto insieme, ma è sempre un concentrato di energia. Canta canzoni vecchie e nuove, originali e rivisitate, sue e di altri. Insomma, succede praticamente di tutto.

Sabrina Carpenter e il suo Babbo Natale in A Nonsense Christmas with Sabrina Carpenter
credits: Netflix

Lo dice la stessa protagonista, Netflix farebbe qualunque cosa e pagherebbe qualunque cifra per avere uno show di successo.

E ha totalmente ragione, anche se lo dice con tutta l’ironia e la leggerezza che caratterizzano il suo show. Perché è proprio questo che A Nonsense Christmas with Sabrina Carpenter è: uno show leggero, semplice nel suo essere perfettamente costruito. È uno special natalizio che non vuole fare molto più che intrattenere, piacere, far passare agli spettatori (soprattutto a quelli della Gen Z che più di tutti possono capirlo) 50 minuti di pura spensieratezza. Con me ci è riuscita? Abbastanza, perché non è che io abbia capito proprio tutto tutto. Ci sarebbe riuscita di più se fossi nata nel 2002? Decisamente sì.

Eppure anche descriverlo come uno show generazionale forse sarebbe troppo. In fondo, perché doverlo descrivere per forza? Perché dovergli necessariamente dare un senso quando lui – palesemente – un senso non ce l’ha? E allora non mi resta che concludere come Sabrina comincia, con quel mix tra vecchio e nuovo, tradizionale e irriverente che a lei tanto piace: a tutti voi, cari lettori, Have yourself a Merry Nonsense Christmas.