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A Quiet Place – Giorno 1: la recensione del prequel che conferma il successo del franchise horror

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su A Quiet Place – Giorno 1 e sui precedenti film del franchise

Diciamocelo chiaramente: A Quiet Place – Giorno 1 un po’ ci preoccupava. Sarà che quando una saga inizia ad accumulare capitoli c’è sempre il rischio di fallire. Sarà che il cambio di prospettiva faceva pensare a un possibile snaturamento dell’opera. Invece il terzo capitolo del franchise di A Quiet Place non ha fatto altro che confermare l’ottimo stato di salute della saga. Dopo due film in diretta connessione e conseguenza, stavolta cambia tutto. Siamo davanti a un prequel, che per certi versi rovescia la prospettiva e si concentra su una storia completamente diversa.

Qui assistiamo al giorno in cui il mondo imparò a restare in silenzio. L’attacco delle creature è vissuto tramite l’occhio di Sam, una malata terminale che si trova in città e durante la catastrofe incontra Eric, un giovane smarrito e disperso, che si unirà a Sam nella fuga dalle creature. I due insieme vivono un viaggio ricco di tensione e di emozione, che culmina nella salvezza, molto diversa, per entrambi. A Quiet Place – Giorno 1 è un film che ci ha convinto moltissimo, specialmente con l’incedere del racconto. Andiamo a snocciolare ciò che abbiamo visto, puntando i riflettori sugli aspetti più riusciti della pellicola.

A Quiet Place – Giorno 1 cambia l’anima del racconto

Il primo elemento che balza immediatamente all’occhio è l’evidente cambio di cornice rispetto ai due precedenti film del franchise. Dal post-apocalittico passiamo al disaster movie, con un cambio di registro che pesa, ovviamente, su ciò che va in scena. Questo era sicuramente un primo elemento d’incertezza, perché A Quiet Place finora aveva funzionato proprio in virtù del suo particolare aspetto estetico.

L’assetto da disaster movie toglie un po’ di enfasi a quella privazione sensoriale che è il cuore dei primi due film. Non c’è un abuso, per fortuna, degli stilemi del genere, con l’attacco delle creature che è rapido e abbastanza vago. Il mirino rimane sulle conseguenze che l’arrivo degli alieni comporta. In questo senso, dunque, A Quiet Place – Giorno 1 compie un ottimo lavoro nel rimanere coerente coi due precedenti capitoli, pur cambiando completamente registro e mostrando un’anima rinnovata.

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Sam e il suo inseparabile gatto

Il cambio di cornice porta anche a un cambio di prospettiva

È chiaro che un cambio così netto di cornice abbia delle ripercussioni importanti sulla prospettiva del racconto. Rispetto ai film precedenti, al centro di A Quiet Place – Giorno 1 non c’è tanto il silenzio, quanto il rumore. Questa è sicuramente una conseguenza fisiologica della scelta di rappresentare un disaster movie che, come detto, attenua quella privazione sensoriale propria del franchise. La bravura del film sta, però, nel fare di questa necessità una grande occasione, conservando, ancora una volta, quella coerenza con la prospettiva di ciò che abbiamo visto in precedenza.

Il rumore, infatti, è semplicemente l’altro lato della stessa medaglia del silenzio. Cambia il punto di vista da cui si vede la questione, ma non cambia la questione in sé. La privazione sensoriale resta il vero valore aggiunto del film (qui trovate altri film quasi privi di dialoghi) e per estensione del franchise, ma stavolta la prospettiva è fissata sul rumore. Rispetto ai suoi due predecessori, A Quiet Place – Giorno 1 è un film più chiassoso, ma come gli altri punta lo sguardo sul silenzio, stavolta però non sulla sua amplificazione, bensì sulla sua necessità.

Dalla cornice al contenuto: il grande cuore di A Quiet Place – Giorno 1

Dopo aver parlato abbastanza diffusamente di elementi esterni, come la cornice del racconto e la prospettiva adottata, passiamo invece a considerare più nel dettaglio cosa abbiamo visto nel film. A Quiet Place – Giorno 1 si realizza con l’incedere del racconto. Nella prima parte domina la tensione, col preludio, l’attacco delle creature e l’inizio della fuga. In questa fase si apprezza moltissimo la costruzione della tensione narrativa, a discapito però di un coinvolgimento emotivo che manca. La transizione avviene, però, quando Sam incontra Eric, personaggio che fa letteralmente sbocciare la protagonista principale.

Nella seconda parte del film, infatti, lo spessore emotivo aumenta a dismisura. Ci leghiamo a Sam tramite i suoi ricordi e la sua voglia di tornare a vivere, proprio quando il mondo sta per smettere di farlo. Tra i due scatta un’alchimia incredibile, che abbatte tutte le difese di Sam, che si lascia andare al suo desiderio più profondo: tornare a sentire la vita scorrere in lei. Come detto, nel finale entrambi i protagonisti arrivano a una salvezza. Fisica quella di Eric, con l’approdo sulla nave. Esistenziale quella di Sam, che finalmente torna a sentirsi viva dopo la malattia e, avendo ascoltato nuovamente quel rumore di fondo della sua esistenza che tanto le era mancato, si fa prendere dalle creature, ormai in pace con se stessa.

L’arco narrativo vissuto da Sam è estremamente interessante ed emozionante. A Quiet Place – Giorno 1 riesce a raggiungere il giusto equilibrio tra tensione e coinvolgimento emotivo, regalando una storia avvincente e toccante allo stesso tempo. Piccola menzione per la quota trash del film, ovvero il gatto che incredibilmente non fa un miagolio e che si dimostra capace di resistere a praticamente ogni cosa. A parte questo piccolissimo, e diciamo pure insignificante, dettaglio, A Quiet Place – Giorno 1 è un film davvero ben raccontato.

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Joseph Quinn e Lupita Nyong’o hanno funzionato davvero tantissimo insieme

Un cast azzeccato

Da considerare, nell’estendere gli elogi di A Quiet Place – Giorno 1, anche le ottime scelte di cast. Questo era un altro nodo importante da sciogliere, perché nei primi due film si sono avvicendati grandi nomi come Emily Blunt, John Krasinski (a tal proposito, ricordiamoci sempre perché amiamo il suo iconico Jim Halpert) e il recente premio Oscar Cillian Murphy. Anche qui gli attori di punta non mancavano, vista la presenza di Lupita Nyong’o e Joseph Quinn, ma comunque i due dovevano dimostrarsi all’altezza dei predecessori. Bhe, l’hanno fatto alla grande.

Lupita Nyong’o è semplicemente sublime nel regalarci un personaggio complesso come quello di Sam. In poco più di un’ora e mezza entriamo in profonda connessione con la donna, tra i suoi tormenti e la sua estrema voglia di risentire la vita. Grande merito va all’attrice, capace di rendere alla perfezione le sfumature emotive del personaggio. Prova superata anche per Joseph Quinn, alla sua prima grande prova dopo il successo ottenuto nei panni di Eddie Munson in Stranger Things (potete leggere qui alcune curiosità sull’attore). Soprattutto, però, i due attori hanno funzionato insieme, rappresentando uno dei fondamentali ingredienti della riuscita di A Quiet Place – Giorno 1.

A Quiet Place – Giorno 1 rende onore a un franchise che sta andando alla grande

Questo è poi, alla fine, l’elemento cruciale nel valutare il film. A Quiet Place – Giorno 1 è un ottimo lavoro e funziona sia come prodotto a sé, che nella più ampia cornice del franchise. Proprio questa doppia valenza è il miglior risultato per una pellicola che aveva il compito di rinnovare un franchise che finora stava funzionando alla grande. A Quiet Place – Giorno 1 ci riesce, regalandoci una storia davvero intensa ed emozionante.

Negli ultimi anni il genere horror sta funzionando tantissimo, merito anche di opere ambiziose come questa. A Quiet Place – Giorno 1 ci è piaciuto tantissimo, sia in assoluto che in connessione coi precedenti episodi. Speriamo di tornare presto in questo mondo restato a lungo in silenzio, che tanto ci sta appassionando sul grande schermo.