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A Thousand Blows: boxe e voglia di rivalsa nella Londra vittoriana – La Recensione della nuova Serie Tv Disney+

Una scena tratta da a thousand blows
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su A Thousand Blows, la serie tv di Steven Knight disponibile su Disney+!!

La Giamaica, nel ventre turgido dell’Inghilterra vittoriana, era una delle tante colonie da prosciugare e spolpare fino all’osso. Una chiazza sull’atlante geografico, un’isola baciata dal sole su cui gli inglesi misero le mani (anzi, i piedi) già a partire dalla metà del XVII secolo. Con la solita sfacciataggine colonialista, la cosparsero del crisma sacro dell’impero e la legarono per sempre alla propria storia. Un’isola che conquista e annette un’isola. Due Paesi diversi che si trovarono a coesistere forzatamente. Che cosa c’entri tutta questa premessa storica con A Thousand Blows, la nuova serie tv di Steven Knight disponibile su Disney+, è presto detto: Hezekiah Moscow (Malachi Kirby), il protagonista della storia, è un immigrato giamaicano che sbarca sulle coste di Sua Maestà per fare fortuna come addestratore di leoni.

Dalla Giamaica all’Inghilterra, da un’isola all’altra, il lungo tragitto della speranza che abbatte le distanze e che ci dice, in fondo, quanto la storia dell’umanità sia fondamentalmente una storia di anime assetate alla ricerca di un pozzo in cui dissetarsi. Anime angosciate, tormentate, sobillate da un’inquietudine smaniosa, incapace di concedere requie. Hezekiah Moscow è un personaggio scritto sul canovaccio del disincanto, legato a quella disillusione progressiva che sporca i sogni più sicuri e li trasforma in rivincite febbricitanti. È lo sguardo sulle chimere scintillanti dell’Europa ricca e piena di possibilità, il posto dove anche il più umile può aspirare a diventare un domatore di leoni. Equipaggiato con le migliori speranze, Hezekiah le imbarca tutte nel suo viaggio lunghissimo dalla Giamaica all’Inghilterra, nell’illusione di inseguire una bolla.

Ezekiah arriva a Londra in una delle prime scene di A Thousand Blows
ROBERT VIGLASKY/DISNEY

Ma, si sa, le bolle hanno vita breve. Basta uno spigolo, una sporgenza, un soffio di vento per farle esplodere e liberare tutto quello che c’è dentro: niente.

La Londra vittoriana non è quella dei racconti d’oltreoceano. È un calderone ribollente e tossico in cui il darwinismo inizia a prendere piede in maniera prepotente. I forti soppiantano i deboli. I deboli sono destinati all’estinzione. È un esistenzialismo lugubre e menzognero, perché spesso persino i vincitori si riscoprono vinti. È la Londra vittoriana, la Londra di Dickens, di Grandi Speranze. Quella annegata nel grigiore dell’Inghilterra da Steven Kinght, che in Peaky Blinders ha raccontato i medesimi istinti, i medesimi sobborghi dell’anima, lo stesso appiccicoso sudiciume (a proposito, ecco tutto quello che sappiamo sul film in arrivo).

A Thousand Blows racconta una storia vera. O meglio, più che una storia vera racconta di personaggi realmente esistiti. Li mette insieme un po’ per caso e un po’ di forza e prova a raccontare un po’ tutto: gli sforzi di due immigrati alla ricerca di fortuna nel vecchio continente, i traffici loschi di un boss della piccola criminalità londinese, gli albori del pugilato, l’amicizia, il rancore, l’amore e lo sport. L’East End soprattutto, quello sporco e affollato, congestionato da anime in pena che trafficano per sopravvivere. È il terreno perfetto per far germogliare semi come Mary Carr (Erin Doherty,The Crown), la giovane e caparbia leader delle Forty Elephants, una banda di donne criminali dedita ai furti e ai colpi da strada. È la parte oscura della città in cui si nasconde Lao (Jason Tobin), un immigrato cinese che gestisce una piccola pensione e cova sogni di vendetta.

Sugar Goodson ed Ezekiah sul ring in una delle scene della serie con Steve Knight
ROBERT VIGLASKY/DISNEY

Ed è l’impero di Sugar Goodson (Stephen Graham), il re dei combattimenti clandestini e protettore di ladruncoli e ubriaconi.

Questi personaggi si mescolano con il substrato sociale circostante, lo abitano e si illudono di dominarlo per non essere dominati. Ezekiah e Alec (Francis Lovehall) ci vengono catapultati per scelta, alla ricerca di un’occasione, affamati di futuro e belle speranze. Ma Londra non ci mette poi molto a deluderli. Derubati, marginalizzati e trattati come bestie da addomesticare, Ezekiah e Alec capiscono subito che, per sopravvivere nell’Inghilterra vittoriana, ci vogliono coraggio e fiuto. E allora provano a cavalcare la fortuna sperando che questa possa arridergli di rimando. Due immigrati giamaicani nell’East End, senza l’ombra di uno scellino in tasca, possono fare fortuna solo dando tutto sul ring.

A Thousand Blows spinge perciò i due protagonisti a combattere fino alla vittoria e a insidiare il primato di Sugar Goodson.

La serie diventa all’improvviso concitata. Incontri, confronti serrati, allenamenti e dimostrazioni di forza danno un’energia improvvisa agli episodi. A Thousand Blows si accende poco alla volta, congestionando nella parte centrale il cuore della storia. Mary Carr, Sugar ed Ezekiah nella realtà non sono personaggi collegati, ma A Thousand Blows li lega tra loro e li lascia interagire, immaginando uno scenario più che plausibile per l’Inghilterra di fine Ottocento. Ci sono molti spunti interessanti nello show rilasciato da Disney+ (ecco le altre novità di febbraio). La boxe sembra essere il fulcro attorno a cui ruota tutta la storia. Ed è così, almeno in parte. Ezekiah arriva a Londra con tutt’altri progetti in testa.

Mary Carr e Sugar Goodson in A Thousand Blows
ROBERT VIGLASKY/DISNEY

Combattere diventa una necessità, un modo per sbarcare il lunario e sopravvivere in una città assurda e truffaldina, ma anche la maniera di attestare con forza la propria presenza sul territorio. Per scrollarsi di dosso pregiudizi e malignità e mostrare al mondo i muscoli. Il pugilato di Ezekiah non è solo forza e strapotere fisico, ma anche scaltrezza, prontezza di riflessi e capacità di anticipazione. È il nuovo che soppianta il vecchio, che manda in crisi i lottatori vecchio stampo come Sugar e costituisce una minaccia per chi è abituato ancora a schemi tradizionali. A Thousand Blows ha molti punti di contatto con l’epoca contemporanea, un’epoca in cui si fa fatica ad accettare il diverso, che sia per il suo colore della pelle, per il modo in cui combatte, per la generazione che rappresenta.

La serie di Steven Knight unisce criminalità, sport, dramma storico e relazioni amorose, mantenendo sempre un ritmo piuttosto vivace e spiccando il volo poco alla volta.

In realtà però, la boxe, i traffici segreti delle Forthy Elephants, gli incontri, il volto criminale della città, sono solo pretesti per raccontare la rabbia di personaggi frustrati e delusi dal mondo. Personaggi come Sugar Goodson, interpretato da un ottimo (come sempre) Stephen Graham. La sua rabbia attraversa in maniera silenziosa tutta la serie, accennando ad una personalità devastata e tormentata, pronta a mostrare i pugni per soffocare le paure più laceranti. A Thousand Blows è una bella serie e, a giudicare dai nomi coinvolti nel progetto, attirerà sicuramente l’attenzione degli amanti di Knight e del genere. Ma è solo un piccolo assaggio (in alcuni punti un po’ troppo prolisso) di una storia destinata a svilupparsi veramente solo con una seconda stagione, peraltro già annunciata.

La puntata finale (che lascia un po’ a bocca asciutta) è perciò solo un ponte tra il prologo e la storia vera e propria, che – immaginiamo – avrà modo di seguire i suoi sviluppi solo con l’uscita di nuovi episodi.