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Absentia 1×02 – L’importanza di ricordare il passato

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Attenzione: questo articolo contiene spoiler sulla 1×02 di Absentia

Partiamo da dove la scorsa puntata ci aveva lasciato, dai ricordi di Emily e dal suo possibile coinvolgimento nell’omicidio di Semerov. Ma come nella prima puntata, anche in questa il tempo cronologico e mentale hanno un ruolo fondamentale. Se in Comeback abbiamo visto un ritorno a una realtà trasformata, in Reset c’è un solo riferimento al passato, nel flashback in cui Emily ricorda una scena della prigionia.

Reset però, trova il suo significato nella sua chiusura. Iniziamo da qui, dalla morte di Harlow. Ancora una volta l’elemento che collega tutto è l’acqua. Harlow è morto in una vasca piena d’acqua, più grande e spaziosa di quella in cui Emily è stata tenuta durante il suo rapimento e la causa della morte è molto probabilmente dovuta ad annegamento. Tutto sembra tornare a posto nell’ordine delle cose in Absentia. Ma chi l’ha ucciso?


Per un attimo abbiamo potuto credere che potesse essere lui il temuto antagonista della serie, eppure adesso non ci rimane alcun indizio, anche quei pochi che credevamo essere certezze dal primo episodio non esistono più, sono annegate con Conrad Harlow.

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Emily dall’altra parte continua a essere l’ago della bilancia. In un modo o nell’altro tutto riconduce a lei, anche la morte del suo apparentemente unico nemico. È andata a trovarlo, l’ha guardato negli occhi e ha riconosciuto la sua presenza, come individuo fisico davanti a lei e come volto dietro la maschera che ormai la perseguita ovunque. Persino nelle azioni più quotidiane, come guidare. Quella maschera, indossata da chiunque, dentro e fuori dalla macchina sottolineano l’impossibilità di Emily di tornare alla realtà concreta, quella fuori dalla vasca.

Absentia anche in questo secondo episodio conferma la volontà di voler utilizzare i sensi come mezzo di conoscenza e scoperta del mondo interno di Emily. Riusciamo a percepire l’ansia, il panico, la frustrazione, in qualunque momento e ovunque. Non solo attraverso la recitazione di Stana Katic, ma anche grazie all’utilizzo delle sfumature cromatiche, dal bianco della neve usato per descrivere una situazione inizialmente rassicurante e inedita, fino ai colori scuri, legati al verde e all’ambra, che fanno da sfondo al flashback del cibo nella ciotola e all’ambientazione della vasca d’acqua in cui muore Harlow. L’importanza della scena continua quindi a essere costruita dai dettagli con cui i protagonisti si trovano a contatto.

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Siamo di nuovo al punto di partenza, abbiamo più elementi e dati del caso Semerov, ma nel mentre sparisce Regina Talbot, si scopre la presenza di un agente corrotto all’interno dell’FBI e Emily Byrne si ritrova possibile colpevole di due omicidi.

Non sappiamo se sia stata lei, gli indizi che confondono e sconvolgono la trama di Absentia sono prevalentemente due: Emily è appena tornata in vita, non può aver avuto la forza e la lucidità di uccidere Harlow, considerato anche l’episodio della guida, ha quindi attacchi di panico frequenti che avrebbero reso impossibile un omicidio. Allo stesso modo abbiamo visto Emily picchiare a sangue un uomo nella prima puntata.

Le domande che vengono spontanee dopo aver visto questa puntata sono tante, ma una su tutte ha molta più rilevanza. Chi è Emily? Quale delle tante personalità che ha mostrato può essere la sua?

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Come ha detto Conrad Harlow nel loro incontro, la verità è tutta nella testa di Emily, peccato che non ricordi nulla. A questo punto si può dire la stessa cosa di Absentia, è veramente tutto nella testa di Emily, i tanti misteri si sbloccheranno nel tempo, basta solo essere attenti ai dettagli.

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