ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulle nove puntate di Agatha All Along
“Down, down, down the road…”. Se anche voi, come chi scrive, non riuscite a togliervi di testa questo ritornello, allora siete reduci dalla visione di Agatha All Along. E allora siete nel posto giusto per tirare le somme sull’ultima fatica del comparto televisivo Marvel. Ci sono diverse cose da dire sulla serie tv visibile, ora interamente, su Disney+. Alcune positive, altre meno, però in generale c’è da registrare un buon cambio di passo della Casa delle Idee, che dopo l’incoraggiante Echo ci offre un’altra visione interessante e convincente. Non eccezionale, ma sicuramente superiore ad alcuni degli ultimi pastrocchi televisivi firmati Marvel, come Secret Invasion o She-Hulk (se volete rivivere queste serie tv, trovate qui la recensione dell’ultimo episodio della prima, e qui un’analisi di cosa non ha funzionato nella seconda) .
Agatha All Along è invece una serie che innanzitutto ha una propria anima. È ben radicata all’interno dell’MCU, soprattutto, come vedremo, in relazione a WandaVision, ma possiede anche una sua forte identità , riconducibile più che altro all’elemento stregonesco posto al centro del racconto. Si presenta come una visione accattivante, energica, in alcuni passaggi anche decisamente appassionante. Una buona serie tv, dunque, che fa ben sperare nel futuro, perché è una prima certificazione del cambio di passo approntato da Marvel Television. Entriamo a fondo, dunque, della recensione di ciò che abbiamo visto nei nove episodi che compongono Agatha All Along.
Da WandaVision ad Agatha All Along
Ne avevamo già avuto l’impressione dopo le primissime puntate (di cui qui potete recuperare la recensione). Andando avanti, si è sempre fatta più palese la consapevolezza che, per vedere Agatha All Along, fosse decisamente necessario aver visto prima WandaVision. Questa è una postilla doverosa, perché la visione della prima serie tv dell’MCU rappresenta una sorta di condizione d’esistenza di quest’ultimo lavoro Marvel. Per inquadrare bene la narrazione, e soprattutto per afferrarne l’essenza, occorre sapere cosa è accaduto a Westview e tutta la parabola di Wanda Maximoff. Non guasterebbe anche la visione di Doctor Strange nel multiverso della follia, dove è sancito il destino di Wanda, ma qui si può anche sorvolare e semplicemente informarsi.
WandaVision è invece essenziale per comprendere a fondo Agatha All Along. E questo è un primo elemento distintivo della serie di Disney+, che quindi trova la sua ragion d’essere nella macro-cornice dell’MCU. Però, e il però qui è particolarmente significativo, c’è dell’altro. Agatha All Along possiede anche come dicevamo una sua identità ben precisa. È dotata di un’anima peculiare, privilegio spesso negato ad altre serie tv dell’MCU. Dunque, nonostante il suo legame stretto con WandaVision, si connatura con precisione, sfruttando soprattutto il proprio maggior tratto distintivo: la stregoneria.
“Down the witches road”
Mentre la serie tv si attacca fortemente a WandaVision, allo stesso tempo si defila dai dettami dell’MCU con un’operazione davvero interessante. Viene scelto un tema centrale molto profondo. Tipico di un gran numero di narrazioni, e con una sua tradizione molto ampia. Da qui si delineano la trama e la cornice, imbevute entrambe con forza di questo elemento caratterizzante. Stiamo parlando, chiaramente, della stregoneria, tratto unico (Doctor Strange assume tutto un altro tono e si basa su altri riferimenti) all’interno dell’MCU.
Questo elemento contraddistingue tutto il comparto sia narrativo che soprattutto estetico. Agatha All Along abbonda di rimandi a questo tema, dai costumi di Malefica e della malvagia Strega dell’Ovest ai riferimenti a Salem, fino ai strepitosi titoli di coda che ci mostrano una carrellata da momenti iconici della stregoneria sul piccolo schermo. Anche la stessa narrazione si plasma intorno a questo elemento, premendo su temi come la congrega, il potere e il rituale che fanno chiaramente parte della tradizione del genere. Agatha All Along introduce, in sostanza, un elemento del tutto innovativo nell’MCU, più in linea con tutta una serie di narrazioni, anche seriali, molto care al gran pubblico. Un’operazione intelligente, volta sia a offrire agli spettatori un punto di vista nuovo, che a dotare la serie tv della giusta identità per definirsi.
La trama corale e i grandi protagonisti
L’attenzione posta alla tradizione della stregoneria conduce Agatha All Along verso la realizzazione di una trama corale, entro cui si ergono poi alcune figure principali. Prima di parlare di quest’ultime, però, spendiamo due parole sui cosiddetti “personaggi secondari”: Uno dei tratti più interessanti della narrazione sta proprio nell’importanza data alle varie protagoniste che accompagnano Agatha lungo la strada. Tutte vengono sufficientemente delineate da poter permettere agli spettatori di empatizzare con loro. Ogni protagonista ha, grazie anche all’escamotage narrativo delle prove, un suo momento (quello di Lilia è per distacco il migliore), e così si allestisce l’ottima trama corale che contrassegna Agatha All Along.
A dominare la scena sono, comprensibilmente, Agatha e il misterioso adolescente che si scopre poi essere Billy Maximoff. E ci aggiungiamo anche Rio Vidal, per due ragioni: la spettacolare rivelazione circa la sua vera identità e la magnetica presenza della sempre formidabile Aubrey Plaza. Plauso anche per Kathryn Hahn, che incarna alla perfezione un personaggio a dir poco ambivalente come quello di Agatha Harkness. Nonostante la sua sbandierata cattiveria e il suo irriducibile cinismo, non possiamo fare a meno anche di vedere, o di illuderci di vedere, un lato umano nella strega, i cui peccati vengono rivelati in blocco nell’ultimo episodio.
Agatha rappresenta il cuore della narrazione. Un cuore oscuro e misterioso, che ben si allinea al tono generale della narrazione. Più avanti approfondiremo meglio il suo legame con Billy, per ora vogliamo sottolineare come Agatha All Along sia riuscita, con grande sapienza, a far convivere un’ottima trama corale con un’adeguata realizzazione dei personaggi principali. Un risultato non da poco, considerando anche il trascorso di Marvel Television in tal senso.
Agatha-Billy-Wanda
Rimaniamo sui personaggi. Come anticipato, approfondiamo ora i legami tra due dei principali personaggi e la grande assente, da cui però l’intero racconto scaturisce. Teniamo fuori Rio, perché sinceramente il rapporto tra lei e Agatha ci è sembrato il meno interessante tra quelli principali. Ben più spessore ha il rapporto che s’instaura tra la strega e Billy, segnato da alcune illusioni. Quella di Agatha, di rivedere suo figlio nell’adolescente. Ma anche quella di Billy di percepire inconsciamente un surrogato materno. Convinzioni in realtà fallaci, che però creano effettivamente un legame nel finale, anche se non quello che ci aspettavamo.
E poi c’è Wanda. La presenza nascosta in tutta la serie tv. Il finale di Agatha All Along è particolarmente evocativo per costruire un ponte tra Billy e sua madre. I due posseggono dei poteri simili, molto spaventosi. Entrambi hanno dato vita (più o meno involontariamente) a un vero e proprio mondo, pagando poi lo scotto delle proprie azioni. Il lato oscuro delle loro capacità viene fuori, in WandaVision come in Agatha All Along, nel modo più crudo possibile, mostrandoci tutto il loro segmento davanti all’imperversare impazzito dei propri poteri. Billy, a ben vedere, somiglia moltissimo a sua madre e il finale di Agatha All Along somiglia tanto a un passaggio di consegne. Da Scarlet Witch a Wiccan, con Agatha a un altro vertice di questo triangolo a dirigere, e osservare, il cambio della guardia.
La costruzione narrativa di Agatha All Along
L’ultimo elemento che vogliamo analizzare, e anche elogiare, in questa recensione di Agatha All Along è la costruzione narrativa della serie tv. La trama procede seguendo due direzioni ben precise: quella dei misteri e quella delle prove. Le puntate, soprattutto quelle di mezzo, posseggono una netta trama verticale, che ruota intorno alla prova presentata dalla strada delle streghe. Al contempo, però, va avanti anche la trama orizzontale, che ruota intorno invece ai vari misteri presentati.
Prima l’identità dell’adolescente. Poi quella di Rio e la ricerca di Tommy. Il culmine è sicuramente la rivelazione finale, ovvero la creazione per mano di Billy della Strada delle streghe, la truffa ideata da Agatha per rubare il potere alle altre streghe. Questi misteri sono costruiti molto bene (quello dell’identità del ragazzo è forse il più prevedibile, ma la rivelazione di Billy è comunque trionfale), e tengono alti sia l’interesse che la tensione. L’equilibrio tra trama orizzontale e verticale è ben mantenuto, ed è proprio così che viene realizzata una narrazione in generale di ottimo livello.
Il nostro giudizio finale su Agatha All Along
Eccoci, dunque, al momento di tirare le somme. Nel corso di questa recensione abbiamo sottolineato soprattutto gli aspetti positivi della serie. Non mancano alcune debolezze, come alcune interazioni troppo caricaturali o la frenesia nel raccontare il passato di Agatha. Tuttavia, è molto apprezzabile lo sforzo compiuto dalla Marvel per sollevare il livello delle proprie produzioni televisive. Vogliamo, dunque, sottolinearlo, e soffermarci soprattutto sugli elementi positivi che hanno contrassegnato Agatha All Along.
In generale, comunque, siamo davanti a una serie tv più che godibile. Ben costruita, ben narrata e adeguatamente approfondita, Agatha All Along è ad oggi sicuramente un bell’indizio incoraggiante in vista del futuro, con la Marvel davanti a un anno ricco di prove, soprattutto sul versante televisivo. A inizio 2025 assisteremo al grande ritorno di Daredevil, che ci dirà molto dello stato di salute di Marvel Television. Nell’attesa, dunque, possiamo goderci questa interessantissima serie tv, e cantare un’ultima volta tutti insieme “The Ballad of the Witcher’ Road”.