Vai al contenuto
Home » Recensioni

La Recensione delle prime due puntate di Alfredino – Una Storia Italiana

Alfredino Rampi - Una Storia Italiana
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Alfredino – Una Storia Italiana è ufficialmente sbarcata su Sky Original il 21 giugno con la sue due prime puntate. Noi di Hall Of Series avevamo già avuto la possibilità di guardare in anteprima i quattro episodi della serie presenziando anche alla conferenza stampa (qui troverete le nostre prime impressioni) riuscendo subito ad apprezzare la generosità della storia. Perché, come avrete potuto vedere ieri, ciò che abbiamo di fronte è un prodotto che non può che essere giudicato in questo modo grazie alla sua volontà di restituire tutta quella delicatezza che nei giorni reali della tragedia è andata perduta.

Le prime due puntate ci presentano la storia di Alfredino e della sua famiglia, ma la leggerezza farà subito spazio alla drammaticità della storia. Il dramma, la caduta di Alfredino nel pozzo, si consuma praticamente dopo qualche minuto dall’inizio portandoci immediatamente all’interno di quello spazio aperto che, come mai prima d’ora, sembra più chiuso di uno scantinato. Immediatamente ci si sente sopraffatti dal dolore di una madre che apre lo sguardo a ogni soccorso che arriva vedendo in lui la possibilità di riabbracciare il figlio. Ciò che subito balza ai nostri occhi è proprio questo: sappiamo quale sia il vero finale della storia, ma quando Franca spera, speriamo anche noi. Questa empatia che riesce a conquistare la serie è dovuta al forte realismo di cui si serve. Durante le prime due puntate di Alfredino – Una Storia Italiana, infatti, tutto si caratterizza con un realismo estremo, anche di natura burocratica.

Alfredino Rampi - Una Storia Italiana

Questo realismo, come dicevamo anche burocratico, balza subito ai nostri occhi. Le luci di soccorso, la disorganizzazione, il modo con cui le forze dell’ordine vengono chiamate: tutto si nutre di un realismo che vuole mettersi al centro della storia per ricostruire con cura i dettagli di quelle sessanta ore raccontando tutto quello che è stato fatto da diversi punti di vista. Fin da subito, infatti, conosciamo la storia attraverso diversi gli occhi: quelli dei genitori, dei vigili del fuoco, degli speleologi che fin da subito si mostrano disponibili, del giornalista che vuole raccontare una bella storia di salvataggio, dell’Italia che scopre un fatto di cronaca che ancora non saprà essere uno dei più drammatici per il paese. Veniamo catapultati nell’81 ritrovandoci a vivere un’Italia ingenua, sprovvista, che ancora non conosce tutto quello che bisogna fare per salvare un bambino da un pozzo.

Il nostro, da questo punto di vista, è ancora un paese innocente che non ha dovuto vedere il triste epilogo di questa storia. Per questo i primi due episodi – ve lo anticipiamo – hanno una natura totalmente opposta rispetto agli ultimi che vedremo: sperano, improvvisano dei metodi, cercano di non arrendersi. La famiglia Rampi, nonostante il dramma che sta vivendo, non è ancora esasperata perché riesce a vedere il la luce in fondo al tunnel. Le promesse sono molte durante i primi episodi di Alfredino – Una Storia Italiana, e non ingannano solo la famiglia, ma anche noi.

La storia di cui stiamo parlando, nonostante il focus sulla famigli Rampi, non vuole escludere nessuno. Ha un occhio di riguardo anche di fronte ai fatti storici dei primi anni dell’81, un dettaglio che aiuta chi ha vissuto quel momento a rassembrare i cocci, a ricordare che ogni cosa fu spazzata via per dare pieno sostegno e spazio a questo tragico evento. Fu proprio Emilio Fede a descrivere perfettamente ciò di cui stiamo parlando con queste parole:

«Ammesso che ce ne fossero le condizioni, se quel giorno fosse avvenuto un colpo di Stato, la gente avrebbe risposto: “Va bene, però lasciami vedere che succede a Vermicino”»

Emilio Fede
Alfredino Rampi - Una Storia Italiana

Questa citazione così estrema riesce a diventare reale anche per chi non ha vissuto quel momento. La sua realizzazione è concreta, visibile fin dai primi due episodi che abbiamo visto che mettono in scena l’interruttore di un’Italia che comincia a spegnersi.

Le premesse per le ultime due puntate di Alfredino – Una Storia Italiana ci sono tutte. Il finale con cui la serie ci lascia per tornare il 28 giugno apre le porte per il saluto definitivo della serie, un saluto che sappiamo di dover fare ma che non sappiamo come. Perché guardare questo prodotto, così realistico, ci fa chiedere come Marco Pontecorvo – il regista della serie – deciderà di mettere fine alla storia, quale sarà l’obiettivo reale.

Questa domanda, a cui noi sappiamo dare una risposta, troverà la sua massima risoluzione non appena gli ultimi due episodi saranno disponibili. Se voleste iniziare a farvi un’idea dovrete ricordare e rielaborare ciò che avete visto il 21 giugno: un racconto delicato che non si caratterizza per il dolore, ma per la voglia di non smettere mai di cercare. Saranno proprio la determinazione e la dignità della sofferenza a contraddistinguere questo nuovo prodotto Sky, un prodotto che riesce perfettamente nel suo intento, rispettoso di questa tragica storia e di tutti quelli che l’hanno vissuta facendo del loro meglio, un meglio che forse – come sapremo e scopriremo – poteva essere ancora maggiore. Ma questa è un’altra storia.

LEGGI ANCHE – Domina – Il potere a Roma ha il volto di una donna: la recensione della nuova serie Sky