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Arriva su Sky America Latina, un thriller tra realtà e follia – La Recensione

America Latina
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America Latina, l’ultimo film dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, approda anche sulle piattaforme. Dopo essere stato presentato alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia a settembre 2021 ed essere arrivato nelle sale italiane lo scorso gennaio, è finalmente su Sky a partire dall’8 maggio. Sarà possibile per gli abbonati fruire di un thriller spiazzante, a tratti volutamente fastidioso, che in più di un’occasione stimola nello spettatore una riflessione su cosa sia reale e cosa invece solo frutto della fantasia.

Una vita in apparenza normale

Ma partiamo dal principio. Massimo, magistralmente interpretato da Elio Germano, è un dentista che sembra avere una vita piuttosto invidiabile. Vive insieme a sua moglie Alessandra e alle figlie Laura e Ilenia in un’enorme casa nei pressi di Latina, ha un matrimonio felice e un paio di veri amici su cui contare. Le dinamiche familiari sono fra le più classiche, con il padre che si ingelosisce quando la figlia adolescente comincia ad avere le prime relazioni sentimentali. Ma mentre il rapporto genitore-figlie che ha Massimo con Laura e Ilenia è basato su una buona base d’amore, quello che lega Massimo a suo padre è molto più conflittuale, per non dire di esplicito disprezzo. Una relazione che fa molto soffrire il protagonista, ma che non fa che conferire realismo alla sua famiglia. Insomma, nessuno può avere davvero una vita perfetta.

Ma non dobbiamo attendere molto per capire che questo ritratto di vita quasi del tutto idilliaco fa acqua da tutte le parti. Un giorno Massimo scende in cantina e lì trova una sorpresa che nessuno – né lui né noi – si sarebbe mai aspettato: una bambina imbavagliata e legata a un pilastro. Massimo è scosso, non ha idea di come sia potuta arrivare nello scantinato di casa. Prova a parlarle e a chiederle informazioni ma lei, chiaramente traumatizzata e impaurita, non fa che urlare. Senza sapere chi sia il colpevole di questo sequestro, Massimo cerca di tornare alla sua vita normale e contemporaneamente di scoprire come quella ragazzina sia finita a casa sua. Ma quando si fa una scoperta del genere niente può più essere come prima: sia Massimo che noi spettatori cominciamo a vedere e provare cose inaspettate, fino a renderci conto di quale sia la traumatica realtà dei fatti.

America Latina mantiene alta l’attenzione (e la tensione)

Parliamoci chiaro: America Latina non è un film che si può guardare distrattamente fra una chiacchiera e l’altra con gli amici. Va fruito con costanza, perché il rischio di perdersi passaggi importanti è dietro l’angolo. È un thriller che potremmo far ricadere fra le pellicole psicologiche, un prodotto che ci porta alla scoperta della storia insieme al suo protagonista, e ciò comporta che esattamente come lui a volte non crediamo a quello che stiamo vedendo. Cerchiamo di capire cosa stia succedendo, ma anche quando ci sembra ancora che tutto sia normale ci sono elementi strani, come se i fratelli D’Innocenzo avessero disseminato fin da subito indizi sul fatto che le nostre sicurezze verranno prima o poi disattese in blocco. Durante i novanta minuti di film la tensione cresce in modo progressivo e sono sempre più numerosi gli elementi che ci fanno pensare che non possiamo fidarci nemmeno di ciò che ci sembra più scontato.

Il punto di vista di Massimo è quello che ci guida per tutto il tempo: lo seguiamo a lavoro, in salotto con la sua famiglia, in visita a suo padre e chiaramente anche nel momento dell’assurda scoperta. Siamo con Massimo sempre e pur guardandolo da fuori siamo anche un po’ nella sua testa, ne percepiamo le angosce, le paure, i dubbi. A un certo punto insieme a lui cominciamo a intravedere le stranezze, i buchi di una vita che potrebbe sembrare in apparenza perfetta. Ed è proprio in questi momenti che il film dà il meglio di sé.

La maestria dei fratelli D’Innocenzo in America Latina non si vede solo nella costruzione della storia, ma anche nel modo in cui il racconto arriva ai nostri occhi e alle nostre orecchie. Riusciamo infatti a vedere e a sentire la tensione che aumenta, la confusione si fa strada nella mente di Massimo e anche nella nostra grazie a musiche ed effetti sonori che ci portano a essere addirittura infastiditi da ciò che il film ci propone. Arriviamo praticamente al punto in cui le stesse dinamiche familiari che all’inizio ci sembravano quanto di più normale possibile diventano inquietanti. Non si tratta dunque della semplice visione di un film, ma di una fruizione sensoriale più ampia, che aumenta d’intensità fino all’epilogo.

America Latina

Realtà o pazzia?

Arriva un momento in cui in America Latina tutto comincia sembrarci diverso rispetto a come lo percepivamo all’inizio. Potrebbe arrivare – a me almeno è successo – anche il momento in cui ci chiediamo se abbiamo davvero capito qualcosa di tutto ciò che abbiamo visto. Ma i nodi vengono tutti al pettine alla fine di quella che è un’esperienza ai limiti della comprensione, nella quale i confini fra ciò che è realtà e ciò che invece è follia tendono a essere sempre più labili.

America Latina è un film da vedere, un viaggio oltre le apparenze alla ricerca di una verità scomoda. Imperdibile per gli amanti del thriller, è la conferma – dopo La terra dell’abbastanza e Favolacce – del fatto che la strada intrapresa dai fratelli D’Innocenzo è quella giusta. L’opera ci porta a dubitare delle nostre impressioni, delle nostre certezze, conducendoci in un luogo in cui nulla è come sembra, neanche la percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo in cui viviamo. Un mondo che potrebbe non essere quello che siamo abituati a vedere.

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