Attenzione: sono presenti spoiler su American Gods 2×08 – Moon Shadow
Lo scontro è finalmente arrivato e si è lasciato dietro il vuoto di una casa, finora sede della rivolta e adesso, come agli inizi, dimora unica di morte.
American Gods 2×08 si preannunciava come la fine delle attese, la conclusione stoica alle battaglie interne e alla guerra esterna. Quello che è sembrato però è che non sia stata una fine ma la rappresentazione di un estenuante inseguimento all’ignoto.
Nell’ombra dell’umana paura i nuovi dei hanno risvegliato gli istinti primordiali dei mortali. Hanno fatto leva sull’emozione che più di tutte alimenta l’immaginazione, i mostri e l’arrendevolezza. La paura che dall’inizio dei tempi ha generato paranoie, ancore di salvezza e gli stessi dei, ora sta decidendo una guerra.
Technical Boy è rinato da se stesso, da un upgrade che il suo creatore ha messo a punto forte delle ispirazioni del passato. Con lui anche le più profonde paure di Mr. Zi hanno preso il sopravvento e l’America è in ginocchio.
Contemporaneamente New Media e Mr. World manipolano i mezzi di comunicazione per creare una prigione sempre più oscura, sempre più stretta per Shadow, Wednesday e Salim. Ora tutti sono parte della lotta e non rimane che cercare una via di fuga.
Per Shadow è quella di tornare indietro, alla sua infanzia, a sua madre e al modo in cui ha conosciuto Odino. Era ignaro ed è stata la sua ignoranza a farlo combattere per scoprire la verità. Adesso conosce in parte la sua storia, attraverso la fede ha eliminato la minaccia della polizia e attraverso la fede è riuscito a diventare un altro. Ora che può tutto, ora che non ha più Odino a fargli da guida, Shadow non combatterà più se stesso e la sua natura.
Shadow ha distrutto l’albero che Odino aveva fatto crescere per lui a Cairo e lì ha visto la sua storia, ne è rimasto confuso, ma ha saputo credere.
E la fede deriva dalle rune, dai simboli che continua a vedere come guide luminose nel suo percorso. Mette insieme i pezzi ricomponendo l’intricato puzzle della sua vita.
Non farti trovare
La madre lo mette in guardia e da queste parole Shadow è quasi consapevole di ciò che è chiamato a fare per salvare se stesso e chi si trova in quella casa. La stessa luce che è stata protagonista nella puntata dedicata a Shadow torna prepotentemente anche in questa. Come a delineare il collegamento tra ciò che è stato e ciò che deve ancora accadere. Ѐ proprio il suo personaggio a liberare tutti dalla prigione dei nuovi dei e sarà lui a decidere il destino della guerra nella prossima stagione.
Dall’altra parte si apre un altro parallelismo con il passato, l’incontro tanto atteso tra Laura e Shadow avviene. Così, senza alcuna premessa. Era forse l’unione più attesa e si compie quasi nell’indifferenza, come se entrambi i personaggi sapessero di non appartenersi più.
Mad è morto e la notizia della sua morte ha scosso Laura che adesso lo porta via, in silenzio. Perché al di là di tutto il loro legame è diventato sempre più chiaro e intenso, logorando entrambi.
Il primo vero scontro si è concluso, Odino è rimasto fuori, è andato via prima ancora che potessero vedersi i primi bagliori della lotta.
Ripone in Shadow la fiducia della salvezza, ma questo implica che oltre allo scontro finale vero e proprio deve necessariamente compiersi anche quello tra il nuovo Shadow e lo stesso Odino.
Tirando le somme, questa seconda stagione ha indubbiamente lasciato un po’ di amaro in bocca. Anche ignorando un eventuale paragone con la prima, la trama è risultata delle volte sconnessa anche se accompagnata sempre da effetti speciali e colori scenici straordinari. Le basi per una terza stagione illuminante ci sono tutte.