ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla 3×03 di American Gods
Uno dei punti forti di questa terza stagione sta, senza ombra di dubbio, nel sapersi dare un buon ritmo di narrazione scegliendo sapientemente cosa mostrare e quando. Per guidare al meglio lo sguardo dello spettatore, questa puntata di American Gods torna un attimo sui suoi passi per farci scoprire cosa sia successo a Laura Moon.
Shadow, nel frattempo, sente sempre più il richiamo di Bilquis e lascia momentaneamente il paesino di Lakeside per andarla a cercare, mentre Odino – mosso come spesso accade da più di un sentimento – sembra avere un solo obiettivo: liberare la sua amata Demetra.
Le cose che accadono in questo episodio, però, non sono che il trampolino di lancio per momentanee alleanze e rivelazioni importanti: è così che si scrive un episodio, calibrando bene le informazioni da dare senza trasformare il tutto in un filler fine a se stesso. Andiamo però con ordine.
Come è stato già detto nell’articolo di anteprima, è evidente come American Gods voglia tagliare le storie secondarie e concentrarsi più sul percorso di Shadow Moon: questo non vuol dire però abbandonare completamente tutte le sottotrame presenti. La storia di Laura Moon, nella serie diversa da quella invece presente nei libri, è sicuramente una delle parti più apprezzate dal pubblico e che ha affascinato moltissimo nelle scorse stagioni.
Nessuno ha davvero creduto che un personaggio così importante sarebbe stato fatto fuori nella prima puntata della stagione: un po’ perché l’abbiamo intravisto in più scene del trailer, un po’ perché Laura non si è mai fatta fermare da nulla, neanche dalla morte.
In un inizio molto divertente e stranamente plausibile la donna non si ritrova più sulla Terra. Dopo aver donato la moneta fortunata a Mad Sweeney – piccolo oggetto che, ricordiamo, ha avuto anche l’ardire di cadere non nella mano del leprecauno, rendendo il suo sacrificio inutile – Laura si ritrova a dover condividere un vagone vecchio e fatiscente della metro con tanta altra gente diffidente per raggiungere un luogo ultraterreno misterioso. Che fine ha fatto il piacevole oblio che la morte avrebbe dovuto portare con sé?
L’impazienza del suo personaggio la porta ovviamente a curiosare ovunque e sovvertire le regole del posto che le viene confidato essere una sorta di Purgatorio: c’è forse qualcosa di più kafkiano e geniale di un luogo di penitenza in cui bisogna avere a che fare tutto il tempo con un’infinita e inutile burocrazia, una serie di impiegati incompetenti e una scostante massa di gente sempre attorno?
L’unico modo per andare avanti, però, sta nel rivedere parti della propria vita: è così che Laura pensa di sapere già a cosa sta andando incontro e prova a velocizzare il processo. Sì, è stata lei a convincere suo padre da bambina a tradire la madre e innescare così l’infelice epilogo del matrimonio dei suoi genitori. Se non fosse che, come sempre accade, questa verità non è altro che una costruzione creata a posteriori dalla ragazza: il nastro si riavvolge e sulla scena è palese come Laura fosse semplicemente una bambina ingenua, incapace di manipolare così un adulto che, invece, ha fatto tutto solo. Questo meccanismo di pulizia dei sensi di colpa e delle distorsioni cambierà qualcosa in Laura? E avrà davvero senso cambiare se il destino della donna è quello di rimanere morta? Dovremo pazientare e sperare per il meglio.
Mentre buona parte dell’episodio di American Gods si concentra quindi sull’ultraterreno, Shadow è ormai dentro fino al collo nella concretissima Lakeside dove continuano le ricerche della povera ragazza scomparsa.
Dopo essere stato scagionato da ogni colpa nell’episodio precedente, il nostro protagonista non poteva rimanere con le mani in mano ma ha aiutato nelle ricerche finora senza risultati. Cosa sarà successo alla ragazza? E perché c’è il sentore che qualsiasi sia l’esito di questa scomparsa non sarà molto lontano dal mondo degli dei che Shadow sta cercando di lasciarsi alle spalle?
Ricordiamo infatti che lui ha deciso che la guerra tra nuove e vecchie divinità non lo interessa davvero, motivo che lo ha spinto ad allontanarsi da tutti e nascondersi nel Wisconsin. Quello che si vuole e quello che poi deve succedere, però, sono quasi sempre cose diverse: come resistere al richiamo degli dei se ti compaiono davanti assumendo sempre forme diverse? Per tutta la puntata Shadow non fa che vedere il volto di Bilquis: nelle copertine dei giornali, mentre interpreta donne importanti della storia americana, nei suoi sogni. È fondamentale quindi trovare la dea – che, ricordiamo, non se la stava passando benissimo – e cercare di capire cosa sta succedendo.
Nel cliffhanger del finale però è chiaro che qualcosa è successo alla nostra dea preferita: quando Shadow arriva a casa sua non trova certo una scena prevedibile e rassicurante. Non c’è traccia della sua amica, come fosse sparita nel nulla. Al suo posto, però, il nostro protagonista trova il fastidiosissimo Technical Boy, confuso e atterrito, mentre il resto della stanza sembra essere stato messo a soqquadro. Avrà questo nuovo dio ucciso davvero Bilquis? E dov’è finita la nostra amatissima Regina di Sheba?
Mentre queste prime trame ci hanno tenuto con il fiato sospeso, il personaggio di Odino questa settimana ha preferito la calma, cosa strana vista la continua frequentazione con Marilyn Manson.
L’obiettivo dell’ Allfather è uno solo: trovare Demetra, la dea greca delle messi e dei raccolti. Nella scorsa puntata è riuscito a rubare l’indirizzo del luogo in cui si trova la donna, un istituto mentale apparentemente innocuo che ospita questa dea pacifica, amorevole e tranquilla. Quando però Odino prova a portarla via con sé, definendola sua moglie, scopre che questo luogo è in realtà una sorta di gabbia dorata da cui la dea non può – e forse non vuole – uscire.
Quando mai Mr. Wednesday si è mai fatto fermare da un semplice ostacolo? Qui però le motivazioni del personaggio non sembrano essere perfettamente chiare. Nella voglia di richiamare a se Demetra c’è sì l’ambizione importante di avere un alleato potente come lei al suo fianco, ma quando si ritrova a dover spiegare i suoi sentimenti all’aiutante Cordelia – una piccola aggiunta piacevole che sostituisce Shadow Moon come sua spalla – Odino lascia trasparire un sincero sentimento di ammirazione e amore. Questo lato del personaggio, meno portato all’azione e più alla riflessione, viene piacevolmente scoperto in questa nuova stagione: complice è sicuramente l’immensa capacità attoriale di Ian McShane che sa rendersi affascinante anche sotto le mentite spoglie di marito preoccupato.
La stagione continua così la sua costruzione solida e costante orientata verso la naturale evoluzione della storia: anche una puntata apparentemente inconcludente come questa ci permette in realtà non solo di conoscere meglio e in modo più approfondito i nostri personaggi, ma ci prepara anche a rivelazioni importanti. Nella settimana che ci separa dalla nuova puntata di American Gods non ci resta dunque altro da fare se non cercare di immaginare cosa ne sarà di Laura o Bilquis, i due personaggi femminili più intriganti della serie.