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And Just Like That – La recensione dell’ottavo episodio: il caotico fluire della vita

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Ci sono momenti in cui la vita ti attraversa come il flusso ininterrotto del fiume. Ci sono momenti in cui lasciarti travolgere, trasportare e cullare da quel fluire nebuloso e grigio è quasi rassicurante. Ma in quel fiume ci sono rocce, alghe, imprevisti. Quando quella corsa statica incontra davanti a sè un ostacolo, in quel preciso momento bisogna prendere una decisione: abbandonarsi nuovamente alla corrente, o cercare di prendere ancora una volta il controllo del nostro destino. And Just Like That… Carrie, Miranda e Charlotte sono finalmente pronte per emergere dall’acqua furente e mettersi al comando delle loro vite.

Così New York ha la potenza di quel fiume sulle nostre protagoniste e possiamo finalmente dire che sono tornate in tutto il loro scintillio.

Carrie è in bilico sul bivio di ciò che era e ciò che è. Un po’ come Lily, che si guarda allo specchio e tenta di riconoscere la sua immagine, per farla combaciare con la sua identità. Quante volte ci è capitato di guardare il nostro rilflesso e trovare delle discrasie tra la folla di pensieri ed emozioni che si accalcano al centro del nostro petto, e l’involucro esterno di questo guazzabuglio di energie.

In And Just Like That l’età è solo un numero che talvolta ha lo scopo di dividere una fase del nostro fulire da un’altra.

And Just Like That
And Just Like That

Ma se, anche per un solo istante, riusciamo finalmente a far emergere quel groviglio di noi stessi dalla superficie. Beh, a quel punto le rughe diventano come inchiostro sulla pelle, per raccontare una storia, la nostra. Il numero dei nostri anni diventa un agglomerato di esperienze. L’involucro diventa lo specchio dell’identità ed è incredibilmente cool.

Perchè non importa quanto grande sia il nostro armadio, non possiamo restare chiusi lì per sempre. Bisogna trovare il coraggio di fare quel passo decisivo che ci porta a spalancare le porte di noi stessi ed essere finalmente chi siamo, perchè abbiamo il potere di farlo e la capacità di avventurarci in noi stessi.

Con questa stessa forza di volontà e di amore, Miranda compie finalmente un gesto d’amore verso se stessa, verso Steve e, in fine, verso Che.

Le loro mani si stringono nuovamente per poi lasciar andare l’amore. D’altonde, lasciar andar via qualuno o qualcosa è il più grande regalo d’amore. E, nonostante questo possa sembrare lontano da una logica fiabesca, il romanzo di Steve e Miranda trova il suo suggello più importante su quel divano carico di distanze.

Anche dietro il freddo vetro di uno schermo è possibile sentire il dolore di Steve e quello di Miranda, seppur mescolato con l’eccitazione del nuovo, con l’improvviso e inaspettato palpitare del cuore. Perchè la vita riserva nuove sorprese ogni volta che si ha l’ardire di svoltare l’angolo.

Così succede anche a Carrie, in questa sua nuova vita che passa da Sex and the City a And Just Like That.

and just like that
Carrie – And Just Like That

Perchè il cambiamento non è mai immediato, passa per una transizione non sempre piacevole. Quando si cambia fa male, il mutare forma della nostra interiorità, la difficoltà di trovare l’equilibrio nel trambusto dei sentimenti. Per poi appagarsi di una rinnovata quotidianità, come la calma piatta e colorata dopo la tempesta.

E nel sentirsi la strega del piano di sopra, Carrie capisce in fine di essere solo una versione diversa di se stessa. Magari non la Carrie con i capelli al vento e la sigaretta noncurante stretta tra le dita nude. Ma tenere le emozioni in una teca e non indossarle è uno spreco di tempo e di risorse. A cosa serve la vita se non si ha il coraggio di viverla?

A cosa serve svegliarsi al mattino se non si accetta di prendere in mano una sfida e finalmente vivere. Vivere appieno, con le complicazioni che questo comporta, con la comprensione che il tempo passa per tutti, talvolta spegne i fuochi e talvolta ne accende dei nuovi. Ma, in qualche modo, non bisogna mai essere al buio.

E forse la forza più grande di And Just Like That si sprigiona proprio negli ultimi due episodi (qui tovate la recensione del settimo episodio). Finalmente il racconto del quotidiano si interseca con la godibilità della leggerezza e, come ai vecchi tempi, ci ritroviamo alla fine della puntata a pensare a noi stessi, alle nostre relazioni e a chi vogliamo essere giorno dopo giorno.

Allo stesso modo, Charlotte porta in scena una versione più matura di se stessa.

Finalmente capace di sedersi di fronte alla sua famiglia e intavolare una conversazione priva di veli e censure. Si scrolla di dosso la perfezione dietro cui maschera se stessa, ed è pronta ad assorbire l’altro. Con lei, inoltre, emerge una versione più positiva e meno pessimistica dell’amore. Un amore che riesce a mantenersi in equilibrio sugli anni senza rinunciare alla passione e alla felicità di condividere insieme la vita. Perchè se è vero che i sentimenti sono anche edonismo, spontaneità e apertura al nuovo, è anche vero che talvolta si è abbastanza fortunati da far crescere l’amore come una pianta d’ulivo, sempre più forte negli anni e sempre piena di vita.

Perchè, a questo punto, una sola cosa è certa: And Just Like That parla di vita, del suo scivolare caotico ma pur sempre magnifico.

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