Che dire, che se non convince il genere dalle tonalità melodrammatiche, romantiche o storiche, è difficile gradire il risultato di un dezi turco! Tuttavia, spesso è proprio quando si approccia a un prodotto che pensiamo non ci possa conquistare che si innesca un certo interesse presente proiettato poi nelle scelte future. È stata la recentissima uscita su Netflix di Another Self 2 a farmi infatti recuperare la prima stagione di questo dezi solo all’apparenza poco differente da altri simili. Di fatto, tanti sono i segreti che ci rivelerà e mai scontata la curiosità che risveglierà in noi.
Il regista Erdem Tepegöz ha realizzato un’idea quantomeno particolare
Quest’ultimo ha infatti ideato una serie tv su quelli che sono i punti cardine della cultura turca e delle altre etnie coinvolte nella storia del suo Paese, come quella greca, armena e nomade. Lo show si racconta attraverso flashback a inizio episodio che risalgono a parecchi anni prima, e che hanno come protagonisti gli antenati di ciascuno dei personaggi principali. In Another Self 2 questo format viene riconfermato. Tuttavia, si presenta in maniera ancora più geniale e psichicamente molto più profonda. Questo poiché le storie interiormente più superficiali di ognuno sono già state ampiamente sviscerate in prima battuta.
Ci troviamo di fronte a una serie drammatica dai contenuti in prevalenza romantici, senza farci mai mancare però brevi ma avvolgenti vortici d’allegria. Quest’ultima caratterizza infatti l’atteggiamento di un popolo che ha sofferto tanto nei secoli, ma che ha reagito sempre con resilienza collettiva, balli tipici e canzoni ereditate da padre a figlio. A essere tramandata però non può essere soltanto la musica tradizionale. Andiamo a scoprire allora dove vuole portarci Another Self 2! Attraverso le storie separate ed inevitabilmente intrecciate delle tre splendide protagoniste, tali da renderla la Valeria (qui un approfondimento dedicato alla serie) turca che mancava.
Senza Ada, Sevgi e Leyla non potrebbe esistere Another Self 2
Ma dove eravamo rimaste qualche tempo fa? Ada aveva ripreso a frequentare Toprak, concedendogli una possibilità dopo il divorzio con Selim in un periodo per lei sereno tra lavoro e collaborazione con Zaman. Sevgi aveva appena sposato l’innamoratissimo Fiko, ma stava vivendo una fase di cinismo e turbamento in attesa di fare la PET per scoprire lo stato del suo cancro dopo le ennesime cure. Leyla si ritrova adesso un marito in prigione a causa della sua fallimentare fuga, il figlio Sarp e un’altra piccolina in grembo. Tutto a posto e niente in ordine, verrebbe da dire a primo impatto.
Tuttavia, c’è sempre un filo conduttore che unisce le vite delle nostre protagonista e di tutte le persone che ruotano attorno alle loro vite. Il comune denominatore è personificato dalla figura del saggio e acuto Zaman. Questi si scoprirà essere stato un ex uomo di medicina che aveva lasciato la professione dopo la morte della moglie durante il parto dell’unico loro figlio Djar. Il suo affascinante ma quasi imperscrutabile carisma riesce a vincere la diffidenza iniziale di chi non ha mai approcciato al suo tipo di pratica. Ad avvalorarla è il fatto che il campo energetico che riesce a creare per chi naviga in acque oscure non implica nessun utilizzo di arte esoterica o magia. Questo rasenta una forma di trance controllata e lontana da qualsiasi classico incontro tra membri di sette mosse da opinabili intenzioni.
In principio era anche Ada, da donna di scienza, a non riporre fiducia in Zaman
Con il tempo e le esperienze personali, però, Ada capirà che può esserci un valido legame tra la guarigione medica e l’effetto curativo dato dalla scoperta dell’eredità del proprio passato. In Another Self 2 lei sarà la più vicina a Zaman, al quale sottoporrà la questione relativa alla sua possibile e futura creazione di una famiglia tutta sua. Il suo cuore, nonostante fosse una persona tanto razionale, ligia al dovere, perspicace e imperscrutabile, è adesso a pezzi. Ha permesso a chi l’ha amata di maltrattarlo senza capire bene il motivo e riuscire dunque a perdonarsi. Si è sempre ritrovata infatti in mezzo a qualche triangolo amoroso, coltivando un senso di colpa e un malessere che non hanno fatto altro che ostacolarla nel lavoro e nella vita di tutti giorni.
Sottoponendosi anche questa volta alla terapia vedrà così emergere dal campo energetico l’altra figlia del padre, iniziando ad affrontare la sua presenza ovunque essa sia. Il senso di tradimento che da sempre la accompagna è uguale a quello della madre, con cui non si è potuta scusare in tempo per averla sempre incolpata. Chissà cosa riserverà dunque il suo orologio biologico in futuro. Qual è la sua reale idea di famiglia? Intanto, come se non bastasse, decide di non dare più al suo amato Toprak la possibilità di ferirla mettendola sempre al secondo posto, nonostante la passione travolgente che li legava. Sceglie così di rimanere fuori dalle storie d’amore per un po’. Si era infatti resa conto che da donna indipendente quale era, aveva sempre e comunque cercato nella sua vita una compagnia maschile a cui aggrapparsi.
Tuttavia, non sarà d’accordo con lei il giovane e scoppiettante Djar
Il ragazzo entrerà nella vita di Ada come suo paziente, portandole sicuramente confusione ma forse anche chiarezza su cosa significasse davvero ricevere amore. Durante questo ennesimo coinvolgimento sentimentale da parte dell’inaspettatamente volubile donna, in ospedale inizieranno a non apprezzare la sua privata complicità con Zaman. Ebbene, nonostante gli sforzi, non riuscirà a dimostrare l’efficacia di unire quest’ultima alla medicina (qui un articolo sui migliori medical drama di sempre) e perderà nuovamente il lavoro, pubblicando però un prestante articolo a riguardo.
Passando la palla a Sevgi, purtroppo, vengono toccate le corde più tragiche di Another Self 2. Il pesante magone si ripropone nello spettatore perché la sua invadente malattia contrasta con la sua spontanea dolcezza, la forte sensibilità e la visibile solarità . Stavolta però, dopo un periodo radioso in cui il cancro sembrava essersi estinto, eccolo tornato, pronto a contaminare anche l’umore sempre alto di Sevgi e la sua vita matrimoniale con Fiko.
Comincia infatti a diventare insofferente nei suoi confronti per ogni cosa, e a essere distaccata anche dalle migliori amiche. Con la madre invece ha ancora un conto in sospeso per non averle rivelato la vera identità del padre e per esserle stata troppo addosso nonostante la sua età . Fiko deciderà così di darle spazio, andandosene per un po’ via di casa in attesa dei risultati della PET. Sarà in questo caso che Segvi prenderà una decisione tanto magnanima e audace da sconvolgere tutti.
Verrà infatti rivelato, con una gelida analessi, che il morbo le ha creato una metastasi
Arrivata a questo punto Segvi, esausta e affranta, chiederà di interrompere ogni cura. Farà finta di niente con le persone che la amano, deciderà di iniziare a vivere il suo rimanente tempo al meglio, senza dover sopportare anche il dolore degli altri. Così inizierà a spuntare le classiche e agghiaccianti ultime cose da fare. Senza eguali è il momento in cui Ada leggerà il referto e guarderà negli occhi Sevgi, con Leyla alle spalle che ha gli occhi rivolti ad entrambe.
È palpabile in questo caso quello che è il loro legame, cementato da una sostanza senza tempo né sangue. Non sarebbe credibile parlare di semplice amicizia, perché il loro amore va oltre ogni parola, condivisione e condizione. Decideranno così di rispettare il suo volere, andando addirittura fino in Armenia a visitare la tomba del vero padre. Qui Segvi si imbatterà incredibilmente in un incontro con il nonno, che la accoglierà a braccia aperte dopo una vita e le donerà un infuso di erbe e di… speranza.
Leyla resta una reginetta di bellezza anche nel combattuto fronte di Another Self 2
Questo nonostante la vergogna per il marito, il senso di abbandono da parte dei genitori e una gravidanza capitata nel momento più sbagliato. Parliamo di una donna sicura di sé, entusiasta ogni giorno della sua vita ed empatica, ma vittima di un sentimento quasi opprimente per il suo stesso marito. Dopo aver sacrificato così parte della sua indipendenza per lui, decide di ricominciare da capo proponendo a Fiko di aprire insieme un ristorante. Lo fa soprattutto per riavvicinare i genitori e per punire con la giusta misura il marito. Da un incontro con Zaman, emergerà infatti come il padre, nei confronti del quale lei si era ritenuta sempre sbagliata, aveva ucciso erroneamente un bambino quando era nell’esercito. E nessun’altra eredità (a proposito di eredità , vi raccontiamo di quella di Lost) è più deleteria di questa.
Pertanto, connettendosi con il suo dolore, libererà lui e se stessa da questo immane peso. Soltanto così avrebbe potuto riconquistare il suo bene e la sua fiducia. In seguito, con l’aiuto delle sue immancabili amiche, darà alla luce la piccola Mavi. Grazie all’aiuto di Selim, ristrutturerà anche il rudere destinato a diventare “La taverna di Eleni”. Nel frattempo, Sevgi farà uscire anticipatamente Erdem dalla prigione e Leyla comincerà subito a pretendere da lui aiuto e sacrificio concreti nei confronti della famiglia.
Esaltante per lei sarà il giorno dell’inaugurazione del suo ristorante
La donna avrà gli occhi pieni di luce vedendo il padre andare d’accordo con il marito e tutte le persone del cuore lì ad acclamarla. Nonostante ciò, l’amaro doveva comunque segnare il loro destino. Sarà infatti in quella occasione che Ada leggerà il referto di Sevgi.
È il finale di stagione, però, che ci dimostra come l’animo di questa gente non riesca a soccombere dopo i duri colpi ricevuti. La propensione all’ottimismo nonostante le delusioni, le colpe, i fallimenti e i rancori sono radicati dentro di loro. Leyla e gli altri scopriranno, in una parete della taverna, un meraviglioso affresco. Questo raffigura una madre con suo figlio, come simbolo di buona sorte e prosperità . Ada invece verrà assunta per un nuovo lavoro all’estero, nonostante le critiche sulle sue nuove tendenze professionali. Sarà proprio lei a proporre a entrambe le amiche-sorelle di andare con lei tenendole allo scuro della meta fino alla fine! Decidono così di partire, accompagnate da tutto l’amore e il supporto dei loro cari, che conoscono bene i demoni con cui da lottano ogni giorno.
A questo punto è interessante scoprire gli insegnamenti di Another Self 2
“Quando iniziamo a guarire?” è il saggio specialistico che ha scritto Ada e che le ha conferito il nuovo lavoro e, le auguriamo, una nuova vita. A questa domanda lei dà già una risposta, prima di salutarci. Pertanto, non avremmo potuto aspettarci altro da una performante e bellissima Tuba Büyüküstün, voce narrante della serie e fulcro della narrazione. La donna capirà con i pezzi di vita finora vissuti che il dolore che ci portiamo dentro, gli errori che commettiamo, le mancanze intrinseche e le frustrazioni immotivate non risalgono soltanto ai nostri antenati e ai loro sogni infranti.
Ada ha capito, infatti, che l’influenza delle colpe e delle punizioni immeritate subite dai più alti vertici del nostro albero genealogico è reale e incisiva dal punto di vista clinico. Tuttavia a questa non può escludersi la terra da cui si proviene, la storia che l’ha segnata e gli uomini che l’hanno abitata. Sono ancora la cultura, il folklore e le persone del presente che riusciranno a guarirti. O, almeno, ci proveranno con tutte le loro forze.
Sono le amiche di sempre con cui fai un viaggio cantando in auto a squarciagola
Sono loro, quelle che ti preparano con immenso amore la cena, come Fiko. Quelle madri che donano affetto alle figlie nonostante non siano più delle bambina come Muko. Quei padri che chiedono scusa ai figli per non aver avuto il coraggio di essere presenti nelle loro vite come Zaman. Le nostre radici sono la nostra ricchezza più grande, sono i sogni dei nostri antenati a renderci quello che siamo oggi. Il passato però rimane una scatola nera da cui bisogna comunque staccarsi e andare avanti come ci vuole insegnare Ada alla fine di Another Self 2.
Ed è proprio questo titolo che rappresenta il sottile e duplice significato di tutto il racconto. Ognuno di noi infatti vive sulle spoglie di un altro sé che è davvero esistito e ci ha tramandato qualcosa in termini di bene e male. È proprio dopo aver conosciuto l’antenato a noi connesso che dobbiamo staccarcene e riformulare il nostro percorso nel presente. Bisogna imparare dagli errori e creare così un’altra versione di noi stessi. Migliore e sempre orientata alla vita.
Ma quali strumenti hanno usato gli sceneggiatori Tiryaki ed Evren Åžit?
Entrambi hanno sicuramente cercato di usare un linguaggio semplice nel quotidiano, riservando anche momenti più poetici e aulici. Questi li abbiamo ritrovati durante le riflessioni più penetranti, nei discorsi di Zaman fuori e dentro la terapia e nella maggior parte del voice over di Ada. Anche questo filosofeggiare è un marchio di fabbrica dei prodotti turchi, di cui Another Self 2 ha sicuramente alzato l’asticella.
All’argomento va menzionata anche la puntuale e pragmatica dinamicità dei personaggi che hanno subito un’effettiva evoluzione dalla prima alla seconda stagione. Indubbiamente, per le diverse vicissitudini di ognuno e per l’economia futura della storia, era necessaria una loro crescita in termini di maturità e approccio agli eventi. Tuttavia, renderla così fluida e coerente non era per nulla scontato.
Anche il montaggio di Another Self 2 sembra in apparenza prevedibile
Eppure, il modello che vede i flashback storici all’inizio degli episodi e per i nodi cruciali accresce la temperatura e la complessità del flusso. La fotografia, in conclusione, non può che essere il punto forte di questo prodotto. Questa è avvantaggiato sicuramente dalle location, ma è esaltata dalla giusta calibrazione di luci e ombre, dalle riprese strategiche e dai contrasti studiati. Ayvalik viene presentato sin dall’inizio come il posto perfetto in cui vivere e diventa anch’esso protagonista insieme alle tre donne.
Inizialmente celebrato da Sevgi come luogo della sua convalescenza, è diventato vero e proprio rifugio anche per Ada e Leyla. Luogo di introspezione, di scoperta, di nuovi amori, di lacrime di gioia e di dolore. È uno spazio connotato da un paesaggio mozzafiato (ecco un articolo sulle serie tv ambientate in scenari pazzeschi) composto da uno splendido mare e speroni rocciosi. Ma anche da una cittadina di pietra chiara e fiori, lucine colorate e stradine sconnesse dove mangiare e bere in compagnia. Non è un caso che anche qui fossero stati girati altri prodotti locali come My Father and my Son e Vatanim Sensin.
Sembrava dunque “la casa” perfetta in cui proseguire l’emozionante avventura
Nonostante tutto, il fantastico trio ha appunto deciso di cambiare aria. Non possiamo negare che questa scelta ci infonda quella inconscia curiosità di ciò che avverrà dopo. Perché è ormai ovvio che altri intrecci seguiranno ad Another Self 2. Mentre loro sono in viaggio, a noi non resta che aspettare sul divano di casa il loro prossimo approdo, nonostante il consiglio più saggio sarebbe quello di distrarci senza pensarci troppo. In fin dei conti, è stata lanciata soltanto da qualche giorno e concentrarci sull’attesa potrebbe essere logorante.
Detto questo, so per certo che la maggior parte di voi avrà già invaso i vari motori di ricerca per sapere dove si trova lo Zaman più vicino! Ma in conclusione, sarà tutto vero o falso? Beh, vi consiglio di non filtrare il bello di cui avete fatto parte in queste otto tappe mediante spiegazioni che probabilmente non avrete mai. L’arte, qualsiasi essa sia, non è fatta di angoli, ma di linee sinuose che penetrano solo nell’animo di chi ripone in lei la propria fede.