ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla serie di Prime Video Antonia
Ve ne avevamo parlato bene dopo la visione in anteprima dei primi tre episodi, e non possiamo che confermare il giudizio positivo. Antonia è un titolo estremamente interessante, l’ennesimo esperimento di Prime Video che rappresenta un’interessante alternativa nel contesto narrativo italiano. Nata da un’idea di Chiara Martegiani, e globalmente ispirata al suo trascorso personale, la serie firmata Amazon mette in scena la crisi di una giovane donna, la cui diagnosi di endometriosi le offre un nuovo punto di vista sul passato e al contempo le apre un baratro sul futuro.
Un tema delicato, trattato con la giusta dose di ironia. Antonia è una vera e propria dramedy (potete approfondire il genere scoprendo altri titoli), un miscuglio che raramente si è visto nella serialità italiana. Siamo davanti a un progetto ambizioso, che nella sua semplicità offre tantissimi spunti d’interesse. In sole sei puntate, veniamo catapultati nel caotico e altalenante mondo di Antonia, vivendo insieme a lei questa travolgente crisi che la sta investendo. Si tratta di un’esperienza davvero significativa, di cui ora parleremo più approfonditamente.
Dentro la vita di Antonia
La narrazione ruota interamente intorno alla protagonista. Antonia è una donna che ha da poco superato i trenta anni. Ha una relazione, un lavoro, una sua vita che però non sta andando in una direzione ben precisa. La bomba esplode nel giorno del compleanno della protagonista, che prima litiga col suo compagno Manfredi (Valerio Mastrandrea), e poi finisce all’ospedale dopo un malore accusato in autobus. La diagnosi cala netta su Antonia come una falce: la protagonista è affetta da endometriosi.
Questa scoperta fa deflagrare completamente la crisi di Antonia, comunque già in essere. La ragazza, riguardandosi alle spalle, dà un senso finalmente a tutto il dolore fisico che ha provato, ma rimane imbrigliata in questa nuova situazione. L’endometriosi la costringe ad agire, per cui Antonia deve fare i conti col proprio futuro, e da qui i dubbi. Su Manfredi, sul proprio lavoro, sulla propria migliore amica. Su se stessa. La protagonista mette sulla graticola tutta la propria esistenza, cerca di rincorrere un ordine, ma puntualmente affoga nel caos.
Lo spettatore rimane per tutto il tempo appiccicato a questo stress emotivo. La prospettiva dominante è sempre quella di Antonia, i suoi stati d’animo travolgono chi osserva e uno dei più grandi pregi della serie di Prime Video è proprio l’empatia che si crea tra protagonista e spettatori. Considerando il delicato tema trattato, era fondamentale che il pubblico potesse immergersi nel vissuto di Antonia e questa sovrapposizione riesce molto bene.
Il dramma e l’ironia
Uno degli aspetti più interessanti della serie di Prime Video è proprio nel registro usato. In fase di presentazione, Chiara Martegiani ha parlato della scelta di utilizzare un tono ironico per raccontare una storia di crisi. Una scelta vincente, perché il timbro utilizzato in Antonia è davvero unico e azzeccato. Siamo di fronte a un personaggio molto complesso, che da una vita deve tenere per sé il proprio dolore, perché invisibile e incompreso. L’endometriosi è la rappresentazione fisica del dolore di Antonia, ma è anche una raffigurazione metaforica. Si tratta di un male nascosto, celato, verso cui gli altri provano addirittura diffidenza. È un dolore incompreso, che finisce per plasmare il carattere spigoloso di Antonia.
La scelta di trattare un tema delicato, attuale e necessario come l’endometriosi è sicuramente importante. La scelta di trattarlo però in questo modo è particolarmente azzeccata. La chiave ironica rende la narrazione più incalzante, ma non intacca minimante il comparto drammatico che è ovviamente costitutivo del racconto. In questo, dunque, Antonia è un’ottima dramedy, perché si muove in assoluto equilibrio tra questi poli così distanti, eppure così funzionali quando mescolati per bene.
La storia di Antonia e la storia di Chiara
Come anticipato in fase d’introduzione, Antonia nasce da un’idea di Chiara Martegiani, che ha attinto a piene mani dalla sua biografia per raccontare questa storia. L’attrice, infatti, ha iniziato a lavorare alla serie per raccontare il momento di crisi che ha avuto superati i trent’anni. Proprio in fase di scrittura ha ricevuto la diagnosi dell’endometriosi e da qui, dunque, il soggetto della serie di Prime Video. Si percepisce questo legame indissolubile che lega Chiara Martegiani al suo personaggio. L’attrice ha riversato se stessa in Antonia e una serie così incentrata sul protagonista risulta credibile solo se questo protagonista è costruito alla perfezione. Questo è sicuramente il caso.
Intorno ad Antonia gravitano poi altri personaggi. Da segnalare sicuramente Manfredi, interpretato dal sempre immenso Valerio Mastrandrea. Il compagno della protagonista è un uomo capace di lasciare i propri spazi alla persona di amata, è un “riparatore” di professione che mette in mostra un modello positivo di uomo. In Antonia si riflette moltissimo anche Michele (Emanuele Linfatti), presenza normalizzante nella caotica vita della protagonista. A completare il quadro ci sono Radiosa e Marco e la bizzarra Gertrud, compagni di viaggio importanti per Antonia.
Diventare una gallina
Le sei puntate di Antonia sono frenetiche, quasi una vertigine. Eppure sono molto profonde. Lo stile narrativo scelto lascia dei potenti graffi sul tessuto emotivo dello spettatore, che non può non riflettere sugli spunti disseminati dal racconto. Nella serie si cura molto anche il “nonsense”, simboleggiato principalmente da questa misteriosa gallina che ciclicamente si palesa all’attenzione di Antonia. Il senso, però, nella produzione Prime Video c’è ed è molto importante. Antonia è una storia di formazione in età adulta, la dimostrazione che la crisi e la malattia sono momenti spiazzanti, ma vanno affrontati. Siamo abituati a vedere dei personaggi giovanissimi alle prese col baratro del futuro, ma questo senso di smarrimento si può verificare a ogni età. Più si va avanti, chiaramente, e più le pressioni sociali aumentano, ma il rimedio migliore è sempre rimanere se stessi.
Il pollo e la gallina costituiscono la metafora di crescita, che è al centro di Antonia. Non esiste, però, una legge naturale, una regola che determina questa crescita. Ognuno diventa gallina a modo suo, vivendo la propria crisi e determinando il proprio futuro. Compie questa metamorfosi quando è pronto. La protagonista della serie attraversa questa consapevolezza e lo fa con un carico da novanta come l’endometriosi, espressione a sua volta dell’invisibilità del dolore. L’endometriosi non si vede, ma fa male. Così come le crisi che tutti vivono a un certo punto della loro vita. Antonia racconta una storia necessaria, con un tono divertente, ma che sa farsi deciso quando serve. Ottimo lavoro, dunque, per una delle serie italiane più interessanti dell’ultimo periodo, visibile chiaramente sulla piattaforma di Prime Video.