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Apple Cider Vinegar – La Recensione: la cura? Solo un like in più

Apple Cider Vinegar
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ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS della miniserie Apple Cider Vinegar.

“Let’s start from when you first… lied about having brain cancer”.

Intrugli dimagranti. Olio di cocco la mattina appena svegli. Sedute infinite di pilates. Influencer che dicono come, quando e perché vivere in modo sano e corretto. Già, al modico prezzo di 99.99 dollari al mese. Che vuoi che sia in fondo, spendere un po’ in cambio della vita eterna. Con un abbonamento mensile ti si aprono le porte della tua nuova, tonica e sanissima esistenza. Con quello trimestrale, ti trasformerai nella versione 3.0 di te stessa. In fondo, The Substance (qui trovate la nostra recensione) non è poi un film tanto horror a ben vedere. Fa persino meno paura del mondo in cui viviamo oggi, soprattutto di quello digitale che si nutre di aspettative e promesse un reel su alla volta. Dopo Inventing Anna (disponibile sul catalogo Netflix) e la lucida follia di The Dropout, Apple Cider Vinegar parla di un’altra truffatrice in cerca di fama e gloria.

Nel caso di Belle Gibson però la bugia, se possibile, è decisamente più crudele e insensibile toccando argomenti per cui è difficile perdonare.

La storia vera “basata su una bugia”, come ogni intro di episodio ci tiene particolarmente a ricordare, racconta della pericolosità dei social, del loro preoccupante utilizzo e dell’influenza che generano sulle vite di milioni di persone in tutto il mondo. Può un completo estraneo esercitare potere sulla mente e persino il corpo di un pubblico digitale? Evidentemente si e Apple Cider Vinegar non fa altro che metterlo in luce prendendo come esempio due casi drastici. Le vicende di Belle Gibson e Milla non sono, tuttavia, avvenimenti isolati, ma solo l’esasperazione di ciò che i cosiddetti influencer sono in grado di fare attraverso semplici video e frasi motivazionali ben piazzate.

Dall’esterno ci sembra tutto parecchio assurdo, eppure non è affatto così. Osservando con mente lucida il mondo dei social, ci renderemo ben presto conto di come tutti quanti, chi più chi meno, viene inevitabilmente influenzato almeno una volta nella vita. Che sia per iscriversi in palestra, per scaricare un’app, per acquistare un oggetto di cui non abbiamo assolutamente bisogno.

Apple Cider Vinegar è solo la punta di un iceberg di emoticon, like e following.

Belle Gibson, durante la premiazione in una puntata di Apple Cider Vinegar
Kaitlyn Dever as Belle Gibson in ‘Apple Cider Vinegar.’

Belle Gibson (interpretata dalla futura Abby in The Last of Us 2) è una ragazza australiana dal passato difficile, che sta lottando contro un cancro al cervello. Nel 2013 decide di apire un vlog in cui parla del suo percorso e della sua guarigione, creando, contestualmente, un’app di ricette e benessere. Il problema è che The Whole Plantry, questo il nome dell’app, si basa esclusivamente su una bugia. Belle non è mai guarita da un tumore perché, in primo luogo, non l’ha mai avuto. Dopo anni a mentire al suo pubblico e arricchendosi in barba alle tante donazioni promesse, Belle viene finalmente messa all’angolo. Le bugie sono troppe e il castello crolla sulla sua principessa. Che è anche il drago famelico della sua stessa storia.

La storia di Belle si intreccia con quella di altre tre donne, in particolare con quella di Milla Blake (l’ Alycia Debnam-Carey della miniserie “Ascolta i fiori dimenticati”). Milla, anche lei giovanissima, viene diagnosticata con un tumore maligno alla pelle che ha attaccato il braccio e che rischia di espandersi se questo non verrò amputato. La ragazza, però, rifiuta categoricamente di sottomettersi all’intervento consigliato dai medici e di optare, invece, per cure 100% naturali e omeopatiche. Se sia per vanità o perché ci crede davvero, Milla inizia quindi a interessarsi sempre più alla medicina alternativa, proponendola sul suo vlog come la scelta più giusta e sana per guarire dal cancro.

Belle e Milla sono due facce della stessa medaglia.

Una mente e l’altra dice la verità, eppure entrambe le wellness guru influenzano profondamente le scelte dei propri follower in fatto di salute. Tra il pubblico troviamo per esempio Lucy, terzo personaggio femminile che rappresenta l’unica voce sincera all’interno della narrazione. La donna, affetta da tumore al seno, rappresenta il mondo reale, la malattia nella sua forma più cruda e veritiera. Se le storie delle due influencer sono avvolte da un filtro instagrammabile e super saturo, quella di Lucy è una istantanea delle vita. Nessun filtro, nessuna didascalia, solo colori naturali che si alternano a scale di grigio per rappresentare quella stessa alternanza di stati d’animo che vivono dentro il personaggio. La gioia, la paura, la rabbia, la rassegnazione e, infine, la speranza.

La miniserie si chiude su note decisamente dolceamare. Belle viene punita, Milla muore. Solo la storia di Lucy, affidatasi dal principio alla medicina tradizionale, si apre alla possibilità di una guarigione. La sua vicenda unisce corpo e mente, rappresentano l’equilibrio giusto e necessario tra scienza e fede, tra medicina e spiritualità, tra chemioterapia e viaggio tra i santoni in Perù.

Apple Cider Vinegar
Alycia Debnam-Carey è Milla Blake in Apple Cider Vinegar BEN KING / Netflix

Sia Milla che Lucy affrontano qualcosa di tragico, in maniera diversa. Dove la prima decide di trovare una strada alternativa, pagandone però duramente il prezzo, la seconda decide di rimanere sul sentiero tracciato. Quello che vuole fare Apple Cider Vinegar, però, non è propriamente demonizzare le cure naturalistiche, ma piuttosto evidenziare come ogni scelta relativa alla salute debba rimanere una scelta personale. Milla, invece, trasforma la sua personalissima decisione in quella universalmente giusta e corretta, spingendo tantissimi sconosciuti a darle ascolto.

Belle, d’altro canto, racconta di una tragedia di cui non sa nulla.

La sua truffa, è pericolosa, crudele, spietata e francamente da psicopatici. Nel corso delle sei puntate della miniserie, assistiamo al continuo processo di inganno e autoconvincimento da parte della protagonista. Il suo unico obiettivo è quello di arricchirsi sulla salute degli altri, arrivando addirittura a mentire su campagne e campagne di donazioni. La malattia è, probabilmente, uno dei grandi tabù della nostra società. Non se ne parla quasi mai perché a nessuno piace ricordare di non essere eterno. Siamo così convinti che la morte sia qualcosa di astratto e lontano da noi da rifiutare un concetto così semplice, per quanto terribile, come un tumore. Si fa fatica persino a chiamarlo per noi.

Apple Cider Vinegar parla anche del nostro rifiuto nell’accettare la nostra caducità.

Lo stesso rifiuto che ci spinge a non soffermarci sulle notizie tragiche in televisione. Le guerre e gli stermini sono concetti che non ci appartengono, perché non ci toccano da vicino. Sono tragedie si, ma tragedie alla giusta distanza. I funerali sono eventi da cui tenersi alla larga, le condoglianze un modo carino per porre fine alla conversazione. Il cancro è il grande lupo cattivo delle favole. Però esiste ed è una cosa serie, su cui non bisogna scherzare, tantomeno arricchirsi. Di fronte alla bugia di Belle, il popolo del web insorge indignato, toccato nella sua finta moralità borghese. L’illusione della vita eterna smuove le masse che rincorrono diete, trattamenti, botox e prodotti, così come in passato il popolino si accalcava attorno agli speziali.

Chi è davvero più deprecabile allora? Chi vende l’eternità in uno smoothie o chi è disposto a tutto pur di crederci?