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Ascolta i fiori dimenticati 1×04 – La Recensione: il garofano giallo o della rabbia

Ascolta i fiori dimenticati
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I fiori – a differenza dei santi – non camminano nel fuoco, non comandano alle montagne, non moltiplicano i pani. Ma come i santi guariscono dal dolore.

Quanto può essere devastante guardare negli occhi una persona amata e rendersi conto di non conoscerla per niente, di avere costruito un’immagine mentale perfetta e incorruttibile per poi vederla frantumarsi in mille pezzi difficili da rimettere a posto. La rabbia si mescola inevitabilmente alla delusione e al risentimento, soprattutto se, quella persona ha finito per ricoprire il ruolo di Sole della nostra piccola galassia. Il lutto è una perdita. Fisica nella maggior parte dei casi, ma non sempre. Il lutto è quando quel Sole che ci ha illuminato con i suoi caldi raggi finisce improvvisamente di esistere. Si spegne, lasciandoci piccoli pianeti soli nella vastità del buio e delle fredde stelle. Come ho detto, però, un lutto non è necessariamente fisico. Può anche trattarsi della fine di un’amicizia, di un amore o di un vuoto incolmabile che si crea con la famiglia.

Un lutto fisico ha dato inizio alla storia di Alice Hart. Un lutto emotivo è quello che colpisce la bambina ormai diventata donna. Sbattendo con violenza la porta, Alice volta le spalle alla casa che aveva silenziosamente giurato di proteggerla e tenerla al sicuro. Ma la sicurezza non esiste se manca la fiducia. Se quella stessa casa è una costruzione fatta di bugie, segreti e ossessione. Ormai ventiquattrenne, Alice fugge da Thornfield, dopo aver scoperto le bugie della nonna June, e si ritrova, forse guidata dal destino, in una piccola cittadina dell’outback australiano chiamata Agnes Bluff.

ATTENZIONE! La recensione che segue contiene SPOILER, se non avete ancora visto il quarto episodio di Ascolta i fiori dimenticati, vi consigliamo di non proseguire.

Ascolta i fiori dimenticati
Sigourney Weaver (640×361)

La famiglia, nel bene o nel male, è il nostro primo modo di relazionarci al mondo e, come tale, è anche il giardino personale in cui ogni fiore impara a crescere e sbocciare. Non sempre, però, il giardino è il luogo idilliaco che avevamo sognato. A volte la terra è troppo arida perché possa crescervi qualcosa, altre volte siamo fiori troppo diversi da quelli che ci circondano, oppure, siamo costantemente colpiti da insetti molesti che non vogliono lasciarci in pace. Nel bene o nel male, dunque, la famiglia ci forma e plasma piantando i semi delle persone che diventeremo un giorno e del modo in cui queste persone guarderanno alla vita.

Alice nasce e cresce in un giardino spoglio, dove l’amore è una faccenda complicata che va a braccetto con il dolore e la vergogna. A Thornfield, sua nuova casa, la bambina trova senza dubbio molte anime affini, che sanno bene cosa significhi soffrire per amore e che cosa voglia dire, anche, sopportare in silenzio. Ma in mezzo a tutti quei fiori così simili a lei, Alice si accorge ben presto che esistono anche delle spine. Nello specifico, quelle della nonna June che l’ha allontanata dal ragazzo che amava e che progettava di sposare, mandandolo via lontano. Tradita e amareggiata, Alice fugge in cerca dell’ennesimo giardino in cui rifugiarsi, sperando che stavolta sia la volta buona.

Il viaggio della ragazza la porta in un paesino sperduto nel deserto il cui nome potrebbe forse essere auspicio per un lieto fine. O per la disgrazia definitiva. Alice incontra, infatti, un uomo. Uno sconosciuto bello e alto, con il quale si instaura un legame silenzioso ma potente. Il ricordo dell’affascinante sconosciuto viene, però, momentaneamente messo da parte quando Alice fa la conoscenza di un veterinario dolce e gentile. Insomma, il ragazzo della porta accanto che farebbe felice qualunque genitore. Noi stessi vorremo urlare ad Alice di non cadere negli stessi errori della madre Agnes, di scegliere cautamente a quale sorriso rivolgere le proprie attenzioni. Perché le scintille condivise con lo straniero potrebbero non essere fatto quelle di un tiepido focolare ma divampare in un incendio distruttivo.

Forse, come la madre, anche Alice diverrà una Selkie pronta a svestire le proprie pelli per un uomo. Il passato ritorna con le sembianze di un altro o può trattarsi di una maledizione spezzata?

Ascolta i fiori dimenticati

In Ascolta i fiori dimenticati il passato di Alice non insegue solo la nostra protagonista ma anche la nonna June. La donna, forse perché distrutta sinceramente dal dolore, forse perché impaurita o forse perché lei stessa pedina inconsapevole della tela delle Parche, ha scelto la strada della menzogna. Menzogne, tuttavia, che dopo anni cadono come un castello di carte spezzando il cuore di tutte le persone a lei più care. June mente su Oggi, rispedendolo in Bulgaria, e mente su Charlie, fratello minore di Alice e dato per morto alla nascita. Sono tutte erbacce che crescono incontrollate finendo per inquinare il bel giardino costruito insieme a Twig. In fin dei conti è proprio Twig a farci ancor più tenerezza. La fiducia cieca nei confronti di June si scontra con la cruda verità, distruggendo un rapporto di decenni in un frazione di secondi. Basta una singola telefonata per far dubitare Twig su una vita intera. E il dubbio è il germoglio più ostile di tutti. L’ossessione di June Hart è un fumo nero del passato che inquina anche il presente.

Perdono e ammenda diventano quindi parole chiavi in questo quarto episodio di Ascolta i fiori dimenticati.

Ascolta i fiori dimenticati
Alice, June e Twig (640×360)

Le colpe dei padri devono ricadere sui figli? Sono questi ultimi costretti, per uno strano scherzo del destino, a percorrere la stessa strada o possono deviare dal percorso?

Anche se, potremmo anche domandarci, quali colpe può avere un bambino appena nato che non ha mai conosciuto i peccati del padre? In fondo, non è stato Charlie a picchiare la madre o la sorella, a terrorizzarle entrambe tenendole isolate dal mondo e impedendo loro di avere qualunque tipo di rapporti. Non è stato Charlie ad appiccare un fuoco, a uccidere, ad agire spinto dalla furia. Come non sono tutti gli uomini a dover essere puniti per i peccati di alcuni. Charlie è un fiore cresciuto lontano dal proprio giardino ma che sempre desidera visitarlo. Ha cercato disperatamente l’affetto di una sorella che non sa neppure che esiste e le attenzioni di una nonna, il cui cuore è ormai diventato troppo freddo e duro.

Per tutti questi motivi, in Ascolta i fiori dimenticati anche Charlie è una vittima, esattamente come Alice. Entrambi fiori recisi un giardino senza amore, costretti a crescere lontani l’uno dall’altra senza sole e acqua. Quando, invece, insieme avrebbero potuto dare un nome al loro dolore e aiutarsi a superare il lutto insieme.