Dipingo i fiori così che non moriranno.
Ci sono strade, nella nostra vita, che sembriamo percorrere nonostante i numerosi cartelli ci dicano di invertire immediatamente la direzione. Noi, invece, come falene attirate dalla luce continuiamo a essere attratti da cosa o, peggio ancora, chi ci fa stare male. Contro qualsiasi buon senso e amor proprio. Perché? È l’annosa domanda che fa ghiotto qualsiasi psicologo. Perché sentire quelle fantomatiche farfalle nello stomaco non vuol dire aver trovato la persona giusta. Da un punto di vista psicologico le “farfalle nello stomaco” sono un meccanismo tipico dei disturbi d’ansia, il cui scopo dovrebbe essere quello di attivarsi in situazioni di pericolo o disagio. Proprio per questo motivo capitano spesso in presenza di persone sconosciute o in situazioni potenzialmente stressanti. Non sono quindi, come impropriamente e fanciullescamente viene creduto, il segnale dell’avere trovato l’anima gemella, semmai l’esatto opposto. Pensateci un secondo. Davvero preferiste stare in compagnia di una persona che vi tiene costantemente sulle spine e con la bocca dello stomaco serrata piuttosto che con una che vi trasmetta tranquillità e calma? Come abbiamo già detto, ci sono strade che percorriamo perché, a volte, esiste un filo invisibile che ci tiene ancorati a esse.
Così Alice pur sapendo benissimo che razza di uomo fosse il padre, non sembra accorgersi per nulla di che tipo di uomo si è avvicinato a lei. Ad Agnes Bluff, la ragazza ha deciso di iniziare una nuova vita con un lavoro, una casa, degli amici e un amore nuovo. Ma l’agognata rinascita di Alice, decisa a risorgere dalle proprie ceneri come una fenice, non sembra così perfetta come potrebbe apparire. A Thornfield, nel frattempo, June affronta finalmente le conseguenze dei segreti taciuti troppo a lungo mentre scopriamo qualcosa di più sul passato di Candy e Twig è decisa a riunire i fratelli divisi.
ATTENZIONE! La recensione che segue contiene SPOILER, se non avete ancora visto il quinto episodio di Ascolta i fiori dimenticati, vi consigliamo di non proseguire.
La terza fase del lutto è la meno facile da comprendere e realizzare. Il dolore, la rabbia e persino l’accettazione sono passaggi complessi ma terribilmente chiari. Il patteggiamento, invece, in quanto contrattazione tra due parti significa che chi rimane stringe un accordo silenzioso con chi non c’è più. È quel momento in cui, dopo aver pianto e urlato di tristezza e rabbia, ci si rende per la prima volta conto davvero dell’assenza di chi ci ha detto addio. Un’assenza ancora incolmabile che realizziamo con sconcertante stupore. In questo episodio, il patteggiamento riguarda tutte le donne di Ascolta i fiori dimenticati. Da June che deve trattare con i propri demoni ad Alice alle prese con la sua nuova vita.
Il mondo di June sta crollando. Come un giardino che viene pian piano estirpato di tutti i suoi bei fiori e lasciato a marcire. Nella sua ossessione incontrollata, June ha nutrito il proprio giardino di segreti e vergogna, ferendo quante più persone possibili. Sigourney Weaver ammanta questo personaggio di una curiosa ambiguità tale da farci intenerire per il suo burbero affetto ma ci fa anche domandare su quanto le sue scuse siano sincere. Charlie, il bambino lasciato indietro, è la vera vittima di tutta questa storia. Ingiustamente punito per tutto il male che il genitore mai conosciuto ha causato.
“You are not a worthy man”.
Con queste parole la donna si rivolge al figlio Clem dopo averlo scoperto abusare di Candy che, all’epoca, aveva solo 13 anni, troppo piccola per comprendere appieno ciò che stava accadendo. Ma non è la reazione furibonda di June che ci sconvolge, quanto le misure prese in seguito per allontanare Clem da Candy. Spingendo il figlio adolescente e strano tra le braccia di Agnes, June è colpevole e complice delle tragedie successive. Di fronte all’accorata confessione fatta a Candy nel presente, non riusciamo a farci coinvolgere pienamente, in parte troppo orripilati da quello che questa confessione significa. June sapeva delle pulsioni del figlio, sapeva delle sue morbose attenzioni per le donne e dei suoi comportamenti inappropriati. Eppure ha comunque permesso che si avvicinasse pericolosamente a un altro fiore innocente e che lo distruggesse petalo dopo petalo.
Silenzi che lacerano più delle cicatrici fisiche e che condizionato la vita di Candy. Ignara di cosa volessero dire amore e intimità, Candy ha vissuto una prima esperienza con il sesso terribilmente sbagliata e che ha compromesso il suo rapporto con gli uomini. A distanza di anni, la ragazza non può fare a meno di pensare all’amore malato provato per Clem senza riuscire a guardare al passato con oggettività.
Un destino che sembra essere riservato anche ad Alice, sempre più vicina a vivere la stessa tragica storia della madre. Selkie senza più una casa, Alice è lontana dal mare e impreparata ai predatori che si aggirano nel mondo di fuori. Ecco quindi Dylan mostrare finalmente il suo vero volto. Sapevamo anche nello scorso episodio che si trattava del lupo cattivo di Ascolta i fiori dimenticati ma questa volta ne abbiamo la conferma.
Dopo averla abbandonata di notte e in un luogo sconosciuto, Dylan ritorna da Alice facendo leva sui suoi sensi di colpa e su un’ innocenza che solo un vero predatore potrebbe fiutare a chilometri di distanza. Ormai quasi del tutto assoggetta, Alice gli confessa il suo passato e ciò che è realmente accaduto quel giorno di molti anni fa. Un transfer muto avviene in questo preciso momento. Dylan assume il ruolo di padre e amante, assume il ruolo di Clem acquistando un potere sconfinato.
Proteggendola dai pericoli del mondo, June non ha mai educato Alice né l’ha mai preparata agli uomini malvagi e agli altri mille pericoli. Convinta di aver trovato un nuovo giardino in cui piantare radici, la ragazza non si rende conto delle spine che la stanno avvinghiando sempre di più. Una riflessione sull’amore tossico, sulle insidie di un bel volto e di, come spesso e volentieri, pensiamo più a come immaginiamo che dovrebbe essere l’amore piuttosto che a quello gentile e pacato che abbiamo già o potremmo avere. Le serie tv sono piene di storie d’amore così.