“Un altro modo di intendere la vita”. Con questo sottotitolo viene presentata la docuserie in quattro episodi realizzata da Prime Video (sempre all’avanguardia nelle produzioni a tema calcio) che porta gli spettatori all’interno del mondo di una delle più iconiche e caratteristiche società del calcio contemporaneo. L’Atletico Madrid è una big abbastanza recente del pallone europeo, una squadra con una buona tradizione, che solo nel XXI secolo ha iniziato a farsi strada nell’élite del calcio europeo, diventando nel secondo decennio del secolo un vero e proprio gigante del prato verde.
La docuserie affronta la stagione 2020-2021 dei Colchoneros e lo fa con un tono volto a celebrare le peculiarità del club, più esistenziali che fattuali. Non è tanto ciò che accade in campo a essere importante, ma tutto ciò che orbita intorno al mondo Atletico Madrid e ne costituisce l’essenza e l’unicità. La serie si sofferma quindi sui calciatori, ma anche sui tifosi, su persone comuni che vivono per il club e fanno parte di quell’organismo che vede il calcio come vita.
Tifare Atletico è un modo particolare di vedere la vita, perché è un’esperienza totalizzante e unica. La serie aveva il compito di portare lo spettatore in questo stile di vita, a contatto con un panorama mistico, intriso di fede, speranza, passione e calcio, tanto calcio. Il risultato è molto positivo, con alcuni dettagli da limare, ma gli aspetti particolari della serie sono senza dubbio i più apprezzabili, come vedremo presto.
ATTENZIONE: Da questo momento potete imbattervi in SPOILER su Atletico Madrid – Un altro modo di intendere la vita, disponibile dall’8 settembre su Prime Video.
Le tre storie per capire l’Atletico Madrid
La docuserie ruota principalmente intorno a tre storie, che sono esemplificative dei valori dell’Atletico Madrid. La prima è quella d’apertura, ed è anche la più toccante. Nel giorno dei festeggiamenti per la vittoria del campionato al termine della stagione 2020/2021 un giovane tifoso dei Colchoneros, Saul, muore tragicamente in un incidente. Il racconto parte proprio dalla commozione del padre e dei giocatori dell’Atletico, ma si dipana illustrando la vicenda di suo fratello gemello, Iker, una promessa del calcio che entra proprio nelle giovanili dell’Atletico. Il club si schiera da subito a sostegno della famiglia di Saul, la aiuta e omaggio il tifoso scomparso e poi segue Iker nel suo percorso sportivo. La vicinanza della società alla famiglia di Saul è uno dei vari esempi che dimostra quale sia la visione dell’Atletico: la vita oltre il calcio, prima di qualsiasi cosa accada sul prato di gioco.
La seconda storia, molto toccante anche questa, è quella della calciatrice madridista Virginia Torrecilla, che durante il primo lockdown scopre di avere un tumore al cervello. L’Atletico si schiera, anche qui, immediatamente a sostegno della donna, la guida nel duro percorso di cura del cancro, dalla chemio al supporto psicologico. In ogni momento l’Atletico resta al fianco di Virginia, proprio come una famiglia, fino al bellissimo lieto fine, ovvero il suo emozionante ritorno in campo.
La terza storia è quella di Antoine Griezmann, idolo dei tifosi prima del suo trasferimento al Barcellona. In Catalogna però il francese si perde e allora decide di tornare a Madrid proprio all’alba della stagione raccontata nella serie. Particolare enfasi viene posta sul ritorno di Griezmann e sulla sua volontà di ricucire lo strappo coi suoi tifosi. Per il francese il ritorno a Madrid rappresenta l’unica via per riprendere in mano la sua carriera, a palesare l’immagine dell’Atletico come un porto sicuro, un padre sempre pronto a riaccogliere i suoi figli e un luogo ideale dove ritrovarsi.
Queste tre storie principali sono arricchite da altre secondarie, come quella dell’attaccante Angel Correa, cui è stato diagnosticato un cancro appena arrivato all’Atletico Madrid. Anche in questo caso, piuttosto che rimandarlo indietro e far saltare il trasferimento (prassi comune nel calcio) l’Atletico si è dimenato per garantirgli le migliori le cure, lo ha atteso ed è stato ripagato dalla scoperta di un giocatore sensazionale. O ancora la storia di un amore nato tra due abbonati al Vicente Calderon, ex stadio dell’Atletico, con la società a fare da cupido tra i due. Insomma, l’immagine che passa è quella di una grande famiglia, una comunità, prima che un semplice club di calcio.
Un altro modo di intendere la vita
Il punto della docuserie sta proprio nel sottotitolo e il suo successo può essere valutato secondo questo criterio. L’obiettivo era quello di far capire come tifare Atletico Madrid o giocare per l’Atletico Madrid potesse significare un modo unico di intendere la vita e in tal senso il prodotto di Prime Video ha centrato il risultato sperato. Nonostante alcune sfaccettature incompiute, come l’elemento Simeone ma anche la rivalità col Real Madrid, che avrebbe meritato un focus maggiore proprio in virtù della differenza di valori che propone, il messaggio arriva chiaro e forte.
Forse il viaggio è un po’ troppo breve. Per veicolare al meglio tutti i concetti che rendono unico l’Atletico Madrid sarebbero servite più puntate, ma per quel che si vede il prodotto è molto riuscito. È presente anche una grande varietà di testimonianze, dalla sfilza di calciatori che si presentano davanti ai microfoni a protagonisti della dirigenza del club fino a grandi eroi come Fernando Torres e Paulo Futre. Oltre alla prima squadra, lo sguardo cade anche sulla selezione femminile e sulle giovanili, un altro grande pregio che mostra come l’universo Atletico Madrid sia composito e ricchissimo. I piccoli limiti vengono bypassati da una narrazione sempre incalzante e interessante e dalla forza dei valori propugnati.
Il grand plus della docuserie poi è proprio l’articolazione di quelle tre storie di cui si parlava prima. Sono exempla magnifici di ciò che simboleggia l’Atletico Madrid e ci danno quella dimensione extra-campo che ogni spettatore cerca in prodotti di questo tipo. Per conoscere meglio una delle squadri più iconiche e importanti del calcio europeo, la docuserie di Prime Video è senza dubbio una scelta azzeccata.