Siamo giunti purtroppo – o finalmente, dipende dai punti di vista – al termine di Baby, nuova produzione italiana targata Netflix.
Siamo stati traghettati verso questo sesto episodio in maniera tumultuosa, attraversando sconfinati buchi di trama e superando situazioni al limite del reale. Baby in sostanza non è stata una strada in discesa, anzi. Purtroppo andando avanti negli episodi è venuta fuori una cura sempre minore sia nei dettagli che nella struttura della serie stessa.
Sì è cercato di mantenere forzatamente un certo dinamismo nel susseguirsi incessante degli eventi che purtroppo ha portato più volte a una storyline sconnessa.
Ora che siamo giunti al termine posso dire che in fin dei conti non mi è dispiaciuta. Il problema reale è quello: per quanto la qualità vada via a scemare nel corso degli episodi, non sono riuscita a scollarmi dallo schermo. La mia passione per i teen drama è stata più forte della delusione data dalla mediocrità della serie.
L’ultimo episodio, fortunatamente, ritorna un attimino sulle fila tracciate dal pilota che, a dirla tutta, mi aveva anche soddisfatto.
In questo season finale succedono un sacco di cose. Ma nessuna sembra chiudere realmente le mille finestre che gli sceneggiatori hanno deciso di aprire negli episodi precedenti.
Ma andiamo con ordine. Nell’episodio precedente Damiano decide di diventare il deus ex machina della vicenda e mettere un po’ tutti nei guai facendo sbandare la macchina su cui si trova insieme a Fiore, Ludo e Saverio. Così da paladino della giustizia si trasforma nel paladino degli incoscienti e non fa altro che peggiorare una situazione già critica per tutti. A rivelare dell’incidente a Chiara è però Ludo, con parole di astio nei riguardi di Damiano, ignorando completamente che il ragazzo stava tentando di proteggerla.
Chiara va prima ad affrontare Fiore e poi cerca Damiano che, inaspettatamente, la porta nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale, dove è ricoverato Saverio in condizioni critiche. E così dopo quel tragico ricongiungimento decidono di andare insieme al lago, spensierati, come se non si fossero trovati poco prima davanti a un uomo in fin di vita. Ludo, invece, scappa da scuola e si riavvicina a Fiore.
Le due storie d’amore si intrecciano in un susseguirsi di scene meravigliose, tra l’oscurità di un rapporto problematico e la dolcezza di due anime sperdute e spensierate. All’improvviso, però, la rottura. Così in Baby ritorna quel clima di astio, tensione e non detti che sin dai primi istanti ha accompagnato tutti i personaggi.
Fiore decide di staccare la spina: le cose inizieranno a cambiare per davvero. Dietro all’immagine di un uomo vessato e ignorato dal suo superiore, si nasconde una figura più oscura, tremendamente ambiziosa ed egoista. Con la morte di Saverio, il vaso di Pandora si è scoperchiato.
Damiano affronta suo padre, Chiara decide non andare più in America per rimanere con Ludo, Fabio finalmente si libera da un macigno portato segretamente per anni.
Il finale rimane aperto, facendoci prospettare una seconda stagione. Effettivamente, quell’amaro in bocca dato dall’incompiutezza di un epilogo così sfumato ce la fa anche desiderare una seconda stagione. L’episodio in sè, del resto, è anche un ottimo prodotto, se non fosse per le solite problematiche che hanno rovinato la serie.
Partiamo dal fatto che ancora non ho ben capito l’utilità di una relazione tra Monica e Niccolò ai fini della trama. Anche se – sforzandomi abbastanza – riesco a intravedere un desiderio di avvicinare il “mondo degli adulti” a quello adolescenziale, un po’ per dirci che siamo tutti sulla stessa barca di m*rda. Questo punto, quindi, l’abbiamo grosso modo chiarito. Perfetto.
Ma c’è un piccolo – piccolissimo – dettaglio che mi manda in bestia. Durante la festa pre-partenza organizzata da Niccolò per Camilla, Brando mostra a quest’ultima una foto scattata con il cellulare. Di che foto si tratta pare essere facilmente deducibile: è quella dell’incontro tra Ludo e Fiore. Ma cosa c’entra questo con Camilla? E se fosse un’altra foto? Ma soprattutto: qual è il senso della foto, della scena e della vita, a questo punto?