It is… Acceptable. Accettabile. Una parola che non traduce eccellenza ma neanche pochezza. ‘Accettabile’ è la via di mezzo, il compromesso. Quello a cui sono costretti a scendere tutti i protagonisti di Better Call Saul in questa 5×04 dal titolo Namaste.
Accettabile, per Gustavo Fring, è l’idea di perdere poco meno di un milione di dollari. Il male minore per rimanere ancora a carte coperte con Lalo. A tempo debito i Salamanca avranno quello che si meritano. Ma quel tempo non è adesso. E così Gus attende quell'”accettabile” telefonata che gli comunica che tutto è andato come doveva. Che la DEA può vantarsi di un’operazione riuscita. Anche se, dall’altro lato della barricata, perfino per Hank il risultato è solo accettabile. Lui che voleva andare a monte piuttosto che raccogliere le briciole a valle.
Gus e Hank guardano con un sapore dolceamaro ai risultati ottenuti.
Nell’anima di Fring si agita una rabbia cieca, sedimentata sotto il consueto aplomb, sotto quella pacatezza che usa come una maschera di fronte agli altri. Ma mentre si arrotola le maniche… Sembra di rivederlo, poco prima di tagliare la gola a Victor, nella 4×01 di Breaking Bad. La stessa ira ricacciata in profondità, sotto un’apparenza imperscrutabile.
Quasi imperscrutabile. Perché quell’insopportabile idea di un risultato accettabile Gustavo la trasfigura in una friggitrice sporca. Il perfezionismo e l’ambizione senza limiti sono parte integrante di lui. Due caratteristiche che emergono nei dettagli. In una friggitrice tirata a lucido, come pure nella precisazione, nella 5×01 di Better Call Saul, che “Il nostro prodotto [il pollo] non è mai congelato“. Per Gus la parola “accettabile” è qualcosa che sa di mediocrità. Non esiste altro che l’eccellenza. In ogni cosa.
Quella sconfitta contro Lalo è accettabile ma, proprio per questo, del tutto intollerabile. È una macchia ostinata in un quadro altrimenti immacolato. E neanche il miglior olio di gomito può evitare che il risultato finale sia sempre e solo “accettabile”. Il sottile gesto con cui il proprietario di Los Pollos Hermanos pareggia i manici della friggitrice, poco dopo aver pronunciato quell’odiata parola, incornicia in maniera sublime il suo desiderio di perfezione. Tanto più ora che quella perfezione non può averla.
“Accettabile”, risuona nella sua testa, come un pruriginoso tormento.
Alla cura maniacale di Gus fa da contraltare Saul e l’altrettanto diligente, accurata scelta dello strumento da far piombare sulla macchina di Howard. Il regista di Better Call Saul dedica oltre tre minuti alla scena: indugia con gusto divertito lasciando lo spettatore in sospeso. L’attenzione profusa nella selezione delle palle da bowling ci induce a pensare, nel corso di tutto l’episodio, che si tratti di qualcosa di estremamente importante.
Così, stride ancor di più scoprire la verità in una conclusione che avvicina sempre più Saul a Gus nella meditata, interiorizzata, fredda sete di vendetta. Una rabbia canalizzata in un piano studiato in ogni particolare, preparato con minuziosa attenzione ai dettagli. Con l’olio di gomito di chi non ammette macchie, di chi pretende perfezione. Anche nella rivalsa.
Accettabile è la proposta di Howard che scende a patti con sé stesso e con Jimmy, comprendendo che nel suo impeccabile studio legale manca un Saul, uno squalo, uno che si sporchi le mani per rimediare alle macchie. Hamlin aveva già fallito per questa sua mancanza: era accaduto con la famiglia Kettleman, nella prima stagione di Better Call Saul quando Jimmy era arrivato laddove l’ingessato avvocato della HHM non aveva potuto.
La telecamera si sofferma, non a caso, sui mocassini “finto Gucci” di Saul.
Come ha confermato la costumista di Better Call Saul, si tratta di una rozza imitazione anni 2000 con il morsetto attaccato con del nastro adesivo. “Chiedetevi questo. Chi vi ha trovati? Non vedo Howard Hamlin quassù a rovinarsi i suoi mocassini [Gucci, nella lingua inglese] da trecento dollari”, professava Jimmy rivolgendosi ai Kettleman (1×04).
È tutta qui la differenza. Così, adesso che Chuck non c’è più, Jimmy è diventato “accettabile” per Hamlin. Accettabili sono i suoi modi. Un compromesso a cui scendere per il bene della HHM che ha già beneficiato dei servigi di un Saul ante litteram nell’affare della Sandpiper. Ma Saul, come Gus, non tollera l’accettabile, tantomeno il compromesso. E il rifiuto erompe nell’esagerazione di una lussuosa auto fracassata. In quella vendetta che Fring di contro deve ancora attendere.
A un compromesso accettabile finisce per cedere pure Kim di fronte all’ostinazione della Mesa Verde. Raccolti i vetri di una notte da Giselle, la donna decide comunque di servirsi di Saul. È l’unica via che le rimane per sentirsi ancora dalla parte giusta della Legge piuttosto che strumento in mano agli interessi dei potenti. Sa bene cosa accadrà. Sa bene che con Saul in campo l’aula si trasformerà in uno show di saltimbanchi e inganni, tra colpi di scena e sbeffeggi alla corte, come avvenuto in questa 5×04. È il rovescio della medaglia, quello che la donna dimostra di ritenere accettabile.
“Accettabile”, risuona nell’interiorità di ogni personaggio di Better Call Saul.
Nelle loro anime il compromesso è l’unica alternativa rimasta. Scendono a patti con sé stessi e con gli altri, con la propria morale. Una morale criminale e vendicativa nel caso di Gus e Saul, “giuridica” per Hank, Kim e Howard. I due luoghi dello spirito, separati dallo spartiacque della Legge, vengono così ad avvicinarsi pericolosamente, mettendo gli uni di fronte agli altri.
Al di qua e al di là della Legge si respira la stessa aria, il cielo sopra le teste è lo stesso e l’uomo è in balia delle sue contraddizioni. Dell’infinita lotta tra ideale e reale, nell’inesausta tensione verso una realizzazione che nessuno sembra realmente trovare. Sotto questo cielo si avvicendano uomini fragili che cedono, volenti o nolenti, al compromesso di un risultato solo vagamente accettabile. Mentre la perfezione fugge via, lontano dalla formicalante vita dell’uomo debole e della sua inadeguatezza.