La recensione della 5×09 di Better Call Saul analizza i personaggi e i loro salti nel lato selvaggio della criminalità .
Quando Lou Reed componeva Walk on the Wild Side aveva appena lasciato i Velvet Underground e la vita da solista era iniziata come peggio non poteva. Viveva momenti di profonda crisi esistenziale, ai margini della società , senza appigli reali. Anni prima aveva letto un libro di Nelson Algren. Parlava di personaggi emarginati, strambi e scandalosi. Il racconto di un viaggio su strada di un giovane e ignorante campagnolo che entra in contatto con vagabondi, prostitute, ladri e ruffiani. E ne esce cambiato. Walk on the Wild Side, il titolo.
Reed aveva in mente quel libro quando volò a Londra a incontrare David Bowie su consiglio della sua etichetta discografica. Ne sarebbe nato un album, Transformer, tra i più famosi al mondo. Sarebbe nato soprattutto il singolo Walk on the Wild Side, una ballata sui trasgressivi personaggi newyorkesi dell’Underground. Anni dopo il cantante avrebbe avuto modo di dire:
Ho sempre pensato che sarebbe stato divertente far conoscere alla gente personaggi che forse non avevano mai incontrato prima, o che non avrebbero voluto incontrare.
Better Call Saul, 5×09: una passeggiata sul lato selvaggio
Chissà se i geniali sceneggiatori di Better Call Saul avevano in mente Walk on the Wild Side quando hanno pensato a questa serie e a questa 5×09 in particolare. Better Call Saul è un viaggio su strada, un viaggio su strade diverse con binari che presentano a volte degli snodi e degli scambi. Così capita che due strade si incrocino e si sovrappongano. A volte per un po’, a volte per molto tempo.
Quei binari, quelle rotte, come ci ricorda Mike, siamo noi stessi a tracciarli, scelta dopo scelta. Snodo dopo snodo.
E volenti o nolenti ci condizionano al pari delle persone che incontriamo: strambi, perversi, criminali, ammalianti figuri. Così inizia il viaggio, inizia il libro, inizia la canzone. “Fa’ una passeggiata sul lato selvaggio“.
Saul Goodman venuto da Albuquerque, Nuovo Messico ha attraversato il deserto a piedi e ha detto ‘hey dolcezza, fatti un giro sul lato selvaggio’. Quel lato selvaggio gli è sempre piaciuto, da quando era solo un ragazzo e rubava dalla cassa del negozio paterno. Lupi o pecore, doveva decidere cosa essere. Così ha preso la strada selvaggia e passo dopo passo è diventato un altro. Un travestito di nome Saul Goodman.
Un saltimbanco che entra in un gioco che non ha regole e in cui a vincere è il più astuto.
Gustavo Fring è arrivato dal Cile, era “carino” con tutti quelli del Cartello, non ha mai perso la testa e ha detto ‘hey tesoro, fatti un giro sul lato selvaggio”. Gus la sua strada la percorre ormai a vele spiegate, le scelte lo hanno reso ciò che è e che ha accettato di essere. Ma anche per lui la rotta può sempre essere aggiustata, come dimostra la fermezza con cui trattiene Nacho nel lato selvaggio. Ora ignora il consiglio di Mike (“Se vuoi tenere Varga a lungo termine, non credo che la paura sia molto motivante“). Se ne pentirà se è vero che in Breaking Bad proverà a portare dalla sua Jesse affidandolo proprio al vecchio Ehrmantraut. Scegliendo la carota più del bastone.
Mike non si è mai dato via per niente, tutti dovevano pagare e pagare, ho detto ‘hey, Mike, fatti un giro sul lato selvaggio’. Il suo lato selvaggio è quello di un poliziotto che prendeva mazzette e che non ha saputo cambiare. Ha scelto di restare nel gioco, diventare uno scagnozzo nella terra selvaggia del crimine. E anche se ora a muoverlo è l’amore, in quel lato selvaggio tutto ciò che può ottenere è denaro. Con quel denaro vorrebbe garantire un futuro ai suoi cari ma sappiamo già che fallirà , vittima di qualcuno più selvaggio di lui.
Kim Wexler è venuta a battere le strade, in cerca di cibo per l’anima, ‘Hey Kim, fatti un giro sul lato selvaggio’. La voce ammaliante del lato selvaggio non la lascia mai. Il suo non è il mondo selvaggio, ce lo mostra l’avvio di questa 5×09 di Better Call Saul. Una profonda linea nera divide la routine di Kim da quella di Saul. Normalità contro lato selvaggio. Sono due mondi distanti, apparentemente incomunicabili.
La canzone in sottofondo, Something stupid, e la costruzione registica sono le stesse dell’inizio della 4×07.
Anche in quell’episodio la giornata dei due innamorati procedeva a compartimenti stagni, ognuno sul suo lato, salvo di volta in volta vedere Kim oltrepassare la linea nera e fare un salto nel lato selvaggio. Nel lato di Saul Goodman. Ora decide di fare lo stesso, ma non si tratta più di un raggiro a un ricco broker o del lancio di qualche birra dal balcone. Ora ne va della vita sua e di Jimmy. E così Kim si trasfigura ancora una volta. Mente con la convinzione di dire la verità , come aveva già fatto con Schweikart negando risolutamente di aver tramato contro la Mesa Verde.
Ci crede lei, ci crediamo noi, ci crede Lalo.
Come Jimmy nel finale di quarta stagione si era svuotato, convincendo sé stesso prima della giuria delle sue falsità , così ora fa Kim. Prende dal cassetto il tappo della sua tequila Zafiro Añejo, il ricordo di una truffa ben riuscita, e indossa i panni dell’astuta Giselle per l’ennesima volta.
È la stessa astuzia di Saul: quando Lalo gli chiede di ripetere ancora e ancora la sua storia capisce che si tratta di un test. Chi dice la verità non ripete a memoria un racconto, ma rivive di volta in volta in modo diverso il ricordo. Così Saul arricchisce di particolari (veri) la storia (falsa), come se gli sovvenissero al momento. Sa bene come stare al gioco. Teme, invece, per Kim perché “Io sono in gioco, tu non sei in gioco“. A questo “gioco” si è lupi o pecore, si uccide o si viene uccisi, come chiarisce Mike. “La questione era: o loro o noi, molto semplice. Erano in gioco“.
Saul ha paura che il lato selvaggio possa divorarla.
Ma Kim è una danzatrice di due mondi, salta con estrema facilità da uno all’altro. Per scrupolo morale si licenzia dalla Schweikart & Cokely e si sente dal lato giusto della Legge, si sente felice, occupandosi solo dei casi pro bono. Ma eccola poi compiere il salto, oltrepassare la barra divisoria dello schermo e finire nel lato selvaggio, trasfigurata in Giselle, più convincente che mai.
La sua è un’anima scissa tra questi due mondi, tra l’amore per la Legge e quello per il proibito, per il selvaggio. Per il suo Jimmy. Giselle e Kim, l’una e l’altra in una contraddizione esistenziale senza soluzione. Cosa ne sarà di lei non ci è dato saperlo. Quello che è certo è che ormai ha compiuto una scelta, l’ennesima di un tragitto sempre più alla deriva: è entrata nel gioco e deve dimostrare di essere lupo. Per sopravvivere. Perché, hey, Kim, questo è il lato selvaggio.