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Black Sails ci ha mostrato la morte di un sogno

Black Sails
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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 4×05 di Black Sails 

Quando si parla di Black Sails, la concezione di un sogno si trasforma quasi sempre in un’utopia. È questo il destino dei pirati caraibici e lo sappiamo molto bene, ma vivere l’esperienza con i nostri occhi non è mai semplice. Il quinto episodio dell’ultima stagione della serie tv prodotta dalla Starz ha confermato la tesi per l’ennesima volta, mettendo una pietra tombale sul progetto maestoso del capitano Flint: fare di un’orda di disperati senza futuro una grande nazione. Il suo sogno è morto definitivamente a seguito della scelta obbligata di Silver, impossibilitato dagli eventi a fare altrimenti. Long John ha scommesso una manciata di fiches (le ultime) proprio su Flint, condannando di fatto l’amico Billy a morte quasi certa (ovviamente non andrà così: Black Sails è il prequel de L’isola del tesoro).

Black Sails

Come avevamo affermato nella recensione dei primi due episodi (la trovate qui), la nascita di una nazione è frutto del compromesso tra anime diverse, eterogenee e allo stesso tempo compatibili, unite dalla prospettiva offerta da un disegno più importante. I pirati non l’hanno fatto, e continuano a dividersi in nome di esigenze personali di varia natura: Billy e Flint non potranno mai convivere, così come lo stesso Flint con Calico Jack. Silver è il re di un regno che non nascerà mai perché non è mai stata una repubblica: in un contesto del genere, la legge del più forte è costruttiva solo se emerge a seguito di presupposti diversi. È un peccato, perché sarebbe stato un ottimo sovrano, forgiato dal carisma di Flint, l’amore di Madi (a sua volta regnante ideale), la narrazione di Billy e il pragmatismo di Israel che l’ha posto tuttavia di fronte ad un bivio: rimandare oltre una decisione imprescindibile e rovinare tutto, oppure rinunciare ai sentimenti provati per uno dei due amici e andare in all-in.

Silver ha dato fiducia al piano incomprensibile di Flint e si è deciso a consegnare a Eleonor quel che resta del tesoro dell’Urca. Sappiamo bene quale sarà il destino del denaro, ma non abbiamo idea di quale sarà il percorso che affronteremo nelle prossime cinque settimane. Al momento la situazione è questa: i pirati affronteranno presto una battaglia che non hanno possibilità di vincere, sono divisi dopo esser stati incapaci di costruire delle alleanze e lotteranno consapevolmente per arrivare ad una vittoria di Pirro, forse senza soldi e sicuramente senza identità. Conoscono il volto di un nemico (Rogers), senza sapere se mai si aprirà un secondo fronte (gli uomini del fantomatico Julius) o avranno invece dalla loro parte un alleato prezioso. La guerra, insomma, è già persa: le occasioni, quelle vere, non sono state colte in tempo.

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Se è vero che la nascita di una nazione sia un’operazione difficile, è altrettanto complesso mantenerla in piedi. Ne sa qualcosa l’Inghilterra, incapace di imporsi come tale in ogni angolo di un Impero vastissimo. In fondo è questo ad aver originato la pirateria: una nazione è rappresentata da uomini con un’identità e un bagaglio di vita, e il rischio di personalizzare oltremisura una crociata è sempre in agguato (se volete approfondire la questione ne abbiamo parlato nella recensione della 4×03, la trovate qui). L’atteggiamento mostrato nella 4×05 dall’enigmatico Woodes Rogers lo dimostra con grande forza: il giustiziere di Edward Teach lotta ormai in nome di una guerra personale e le esigenze della terra che gli ha dato i natali sono sempre più lontane. Al punto da ricercare un’alleanza impossibile con un nemico.

L’accordo stretto con il governatore spagnolo de L’Avana non ha una logica, sia sul piano strategico che umano. L’esportazione della civilizzazione non è un baluardo sufficientemente forte da tenerlo in piedi, e la storia ci insegna che il contrappasso sia probabilmente dietro l’angolo (la vita di Eleonor Guthrie non è mai stata tanto in bilico). Gli spagnoli sono dei conquistadores e la mossa di Rogers sembra essere un tentativo sciagurato di vincere una guerra a prescindere dalle conseguenze. Un po’ come stanno facendo i pirati. Silver ha messo in gioco il tesoro dell’Urca almeno quanto ha fatto Rogers, creando un parallelismo totalmente imprevedibile. Come andrà a finire? Lo scopriremo presto, ma una cosa è certa: i sognatori si tengano alla larga. Black Sails è una grande utopia che si spegnerà in un’enorme pozza di sangue. Purtroppo.

Antonio Casu 

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